Figure con sfondo - Sullo sfondo della metropoli diffusa si stagliano delle figure dominanti. La prima è forse un fantasma, non si aggira per l'Europa, ma ci corre attraverso: è quello che chiamiamo il corridoio V: in sostanza la A4 (destinata ad avere tre corsie), la ferrovia (destinata ad attendere AC e TAV), le strade parallele (SR 11 e SS 14), il Passante di Mestre (e, se volessimo, la Litoranea Veneta).
La figura delle infrastrutture è ovviamente gigante: si tratta, senza dubbio, di uno degli elementi capaci di disegnare l'unità metropolitana, di saldare Venezia al Veneto e, come si diceva, di rimettere l'isola al centro e non in uno splendido isolamento.
La seconda figura è in realtà un insieme: sono le polarità strategiche che, di fatto connesse al corridoio, rendono la provincia marittima un asset decisivo per la regione Veneto: Porto o meglio sistema portuale Venezia-Chioggia; area industriale costiera di Marghera; Aeroporto o sistema aeroportuale Tessera-Quinto di Treviso.
Gli studi per il PTCP hanno determinato un focus su questo insieme che, tecnicamente, ricade in uno degli osservatori che la Provincia ha, da tempo, attivato tramite il COSES e denominato Monitor.
Proprio Monitor, attraverso elaborazioni specifiche, mostra che non sempre c'è relazione soddisfacente tra i wishful thinking dei Comuni che mettono a disposizione grandi aeree produttive e le opportunità ad insediarsi degli operatori.
Ci sono però dei poli consolidati (i soliti noti, come Pianiga, Santa Maria di Sala, Noventa, Marcon, Quarto) in cui i diversi parametri economici colludono, vanno nella stessa positiva direzione.
A quaranta anni di distanza, l'effetto metropolitano del polo di Marghera sembra essere stato riequilibrato: prima tramite diffusione (zone produttive ovunque), poi tramite l'addensamento e la polarizzazione.