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7. Bilancio demografico provinciale - anno 2006

A cura di Elisa Mantese, Cristiana Pedenzini (Rif. Documento COSES n. 916/07)


Il 2006 conferma l'andamento demografico dell'ultimo quinquennio. Una popolazione residente nel veneziano che ha quasi raggiunto le 837 mila unità, in costante modesto aumento (attorno alle 5-6 mila persone annue in media, con delle punte massime e minime in relazione alle normative di regolarizzazione degli stranieri). Alcuni comuni persistono nel loro declino: l'area sud (Chioggia, Cavarzere e Cona) e il capoluogo. Altri, come Marcon, Pianiga, Santa Maria di Sala e Vigonovo, assieme ai più "piccini" Ceggia e Teglio Ceggia e Teglio continuano invece ad incermentare in modo consistente il loro numero di residenti.
Venezia è ancora la quinta provincia veneta per taglia demografica (seguita solo da Belluno e Rovigo) e il capoluogo, con i suoi 269 mila abitanti (il 32% della popolazione provinciale), detiene ancora il primato veneto dimensionale (seguita da un'incalzante Verona con circa 8.200 abitanti in meno).
Il veneziano è un territorio ad alta densità di utilizzo: 329 abitanti per Kmq, 413 escludendo gli spazi lagunari (a livello regionale la densità è 258 e scende a 195 considerando la media nazionale). E' il risultato della sua conformazione fisiografica (una fascia di pianura che borda la costa adriatica per 90 Km di lunghezza e 25 di larghezza) e insediativa (città diffusa; edificazione "spalmata" su tutto il territorio).

Il saldo naturale è ancora negativo (-490 nel 2006), ma la differenza tra nati e morti si sta assottigliando. Pur rimanendo ancora lontani dai livelli nazionali e soprattutto regionali, il tasso di natalità, anche grazie all'apporto dei giovani stranieri, è aumentato di due punti percentuali rispetto al 2005 (nel 2006 è di 8,9 nati per mille abitanti). Il tasso di mortalità rimane invece pressoché stabile (attorno ai 9,5 morti per mille abitanti) per effetto di una struttura per età sensibilmente "vecchia" (indice di vecchiaia pari a 163 contro il 138-140 di Veneto e Italia).
Venezia cresce quindi a seguito della componente migratoria (+4.760 unità): essenzialmente immigrati dall'estero e solo in minimissima parte dalle altre province (dopo due annate negative nel 2006 ritorna positivo il bilancio con il resto d'Italia).
Il confronto con altre province venete ci suggerisce da un lato una scarsa attrattività del veneziano nei confronti dei connazionali (0,4 il tasso migratorio interno contro, ad esempio, un 2,8 di Verona e un 2,0 di Padova), dall'altro una tenuta attrattiva nei confronti degli stranieri (in tutte le altre province venete il tasso migratorio estero ha subito una battuta d'arresto tra il 2005 e il 2006, mentre a Venezia è rimasto stabile).
Negli ultimi quattro anni (2003-2006) a seguito di nascite, morti, immigrazioni ed emigrazioni il 31% della popolazione entro i comuni veneziani è mutata. L'indice di movimento è alquanto diversificato tra le varie realtà comunali: si passa da valori inferiori al 20% per Chioggia e Cavarzere a soglie del 45-47% per Quarto e Pramaggiore.

Verrebbe da dire che la provincia di Venezia sta continuando a cambiare "pelle", con tempi e ritmi propri, sicuramente diversi da quelli di molti altri territori veneti. Una struttura non molto giovane (legata al passato, alle tradizioni, ad un modello economico che sta mutando, a bassi livelli di fecondità …) che fa fronte alle nuove forze (gli stranieri), sempre più consistenti, cercando una integrazione non sempre facile da trovare.

Al suo interno la provincia non procede in modo omogeneo: il capoluogo ha una struttura per età molto "anziana" (un quarto della popolazione è over 64; all'estremo opposto S.Maria di Sala si ferma al 13%); la seconda città in termini dimensionali, Chioggia, è caratterizzata da una forte chiusura da e verso l'esterno (immigrati ed emigrati nel 2006 rappresentano il 2,3% della popolazione finale al 31/12) a differenza di comuni come Quarto, Pianiga e Pramaggiore che esprimono un interscambio alquanto consistente (il medesimo valore è attorno al 10-11%);

E il futuro cosa riserva? Le proiezioni demografiche ci dicono che tra una ventina d'anni si arriverà a 900.000 abitanti e si raggiungerà il milione attorno al 2050. La popolazione continuerà ad invecchiare creando forti preoccupazioni sia dal punto di vista economico che dal punto di vista dell'assistenza sociale.
Se oggi chiudessimo le frontiere provinciali, cioè azzerassimo qualsiasi movimento migratorio, la popolazione veneziana, in rapido invecchiamento, senza l'apporto degli immigrati sarebbe destinata al declino, tornando nel 2030 a circa 760 mila abitanti. Risulta evidente che una quota di immigrati è fondamentale per mantenere viva e giovane la popolazione ed è altrettanto fondamentale che tale quota non diventi eccessiva, facendo esplodere problemi legati alla casa, al mercato del lavoro, ai servizi sociali, alla sicurezza.
Dopo aver scelto di non fare abbastanza figli per continuare ad essere una popolazione viva Venezia deve scegliere fra l'alternativa di diventare una provincia multietnica o l'alternativa di diventare una popolazione di soli vecchi, incapace di riprodursi e anche di badare a se stessa. La strada della multietnicità è già imboccata …



Il Doc. COSES n. 916/07 è disponibile per il download downloadin verisone integrale.


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