Fondaco Commercio

11. Uno zoom su Chioggia

Occasione di approfondire lo studio sulla provincia

In questo Capitolo si presentano, sinteticamente, i caratteri attuali della distribuzione commerciale a Chioggia e le sue dinamiche, tra il 1991 e il 2001: i dati su cui ci basiamo derivano dallo studio COSES per l'Amministrazione Provinciale di Venezia (Rapporto COSES n. 84/2003), nell'ambito della Conferenza Economica Provinciale COEP2.
Si tratta, infatti, di un caso esemplare utile a comprendere meglio e a dettagliare trasformazioni e caratteristiche di altri comuni provinciali:
  1. capoluogo di mandamento e/o di comprensori o aree "omogenee e integrate", ovvero centri urbani a cui si riferisce un "ambito territoriale" più ampio, rispetto al quale svolgono (o meno) ruolo di attrazione e servizio "raro"
  2. città nel senso pieno del termine, per taglia demografica, ruolo e rango di funzioni
  3. comuni con dinamiche negative nel decennio intercensuario 1991-2001 per quanto riguarda il settore commerciale (G), definiti come appannati in opposizione a comuni con dinamiche fortemente positive (sia in valori assoluti che percentuali).

Approfondire il caso di Chioggia, dunque, giova ad una comprensione migliore dell'intero sistema, commerciale e urbano, della provincia.
Per quanto premesso, in questo Documento non si riprendono dati e commenti relativi alla scala provinciale (presentati con diapositive per inquadrare il caso di Chioggia: 2-3, 13-14). Si illustrano, schematicamente, le focalizzazioni su Chioggia.

 

Chioggia: un comune appannato

Chioggia appare, sia al 1991 che al 2001, tra i primi dieci comuni della provincia per dimensioni della popolazione e anche della rete distributiva: con circa 52 mila residenti Chioggia è la seconda città veneziana dopo la Serenissima (davanti a S.Donà e Mira); è anche il terzo polo commerciale, con oltre 1.000 unità locali del settore commerciale (G, incluso ingrosso), dietro Venezia e la turistica Jesolo.
Pur mantenendo le proprie postazioni (non in termini di addetti, perché sia Jesolo che S.Donà effettuano il sorpasso tra 1991 e 2001) Chioggia si appanna: i due comuni della Venezia Orientale la insidiano da vicino pur avendo una taglia demografica ben inferiore e nonostante Sottomarina sia un buon bacino di domanda stagionale (pur inferiore a Jesolo).

Se collochiamo Chioggia tra i primi dieci comuni appannati della provincia (dinamiche negative in termini percentuali e assoluti secondo i dati Censuari del settore G, unità locali), si disegna una compagnia "eterogenea", di piccoli comuni poco qualificati come "polo commerciale" (Cona, Pramaggiore, Vigonovo), altri due capoluoghi di mandamento (Dolo e Noale), comuni squisitamente residenziali (Martellago, Campagna Lupia, Cavarzere) un turistico (Caorle). Quello che "preoccupa" è:

  1. l'appartenenza ad un comprensorio, il cavarzerano-clodiense, complessivamente molto appannato
  2. la compagnia di comuni poco 'importanti', non urbani, periferici
  3. l'abbinamento a due centri 'attrattivi' ugualmente appannati rispetto a centri molto effervescenti come S. Donà, Mirano, Portogruaro (per non dire di Marcon).

 

Si appanna il ruolo urbano?

Una prima verifica è stata condotta proprio all'interno del cluster "città capoluogo" della provincia. Il grafico conferma l'assoluta diversità del comportamento di Chioggia da quello delle sue "simili", anche Dolo e Noale per le quali l'appannamento risulta più grave essendo avvenuto in presenza di una popolazione crescente. Per un verso questa discrasia è ancora più grave (benché il comune cresca, non crescono i servizi commerciali), per altro verso invece Chioggia si appanna su tutti i fronti, anche quello della ricchezza demografica.
Chioggia resta "sola" nel quadrante negativo del grafico: calano le unità locali commerciali (settore G), cala la popolazione residente (dato che condivide con Portogruaro) e questi due dati sembrano non "tener conto" della sua dimensione demografica che invece è decisamente la maggiore di tutti i capoluoghi mandamentali.
 

Comuni appannati: Comuni che perdono unità locali del settore G tra 1991 e 2001

La dimensione delle bolle rappresenta la taglia demografica al 2001

Fonte: ISTAT Censimenti 1991 e 2001 dati provvisori

 

All'estremo opposto sta S.Donà: con dati positivi nelle due dinamiche (cresce la popolazione e cresce anche di più il commercio). Un comune, dunque, molto effervescente nel decennio di fine Secolo.
Sarebbe molto utile sapere "come e perché" i due centri, Chioggia e S. Donà, abbiano comportamenti così opposti: utilizzando alcuni dei dati relativi alla struttura commerciale (oltre ai Censimenti ISTAT la banca dati del MAP, Tradeview al 2002) possiamo dire che ci sia una relazione tra la dotazione e specializzazione nel settore abbigliamento e le performance del decennio. Nuovamente Chioggia risulta l'opposto di S.Donà: il primo un centro "povero" di dotazione procapite e di superficie in complesso (ha poca offerta in assoluto e rispetto alla sua taglia demografica); il secondo un centro "ricchissimo" in dimensione d'offerta e anche rispetto alla sua scala demografica. Dunque un centro che attrae acquisti dal proprio comprensorio.
Tra i due estremi stanno gli altri capoluoghi, nell'ordine già visto: Dolo e Noale, appannati vicini a Chioggia, e poi via via migliorando Mirano e Portogruaro. Una situazione simile, anche se meno netta e forzata, si avrebbe considerando specializzazioni alimentari mentre la merceologia arredo-casa premia ancor più S. Donà.
È quello che vediamo nella successiva elaborazione che confronta per due capoluoghi appannati (Chioggia e Dolo) e per due capoluoghi effervescenti (S.Donà e Portorguaro) le oltre venti merceologie che descrivono la rete commerciale (classifiche ATECO 2002).
Chioggia non solo ha, in tutte le voci, una dimensione d'offerta (in mq. di superficie di vendita complessiva) molto contenuta rispetto alla propria taglia demografica (è sottodotata come centro commerciale e quindi inadeguata ad attrarre consumi dall'area) ma ha evidenti carenza in molte merceologie che "compongono" l'assortimento urbano (es. abbigliamento, arredo-casa e specializzati alimentari).

 

 

Chioggia e le altre città: il comportamento dei comuni capoluogo di mandamento

La dimensione delle bolle rappresenta la taglia demografica al 2001

Fonte: ISTAT Censimenti 1991 e 2001 dati provvisori

 

La GDO ha spinto la ruota commerciale?

Poiché si parla di superfici di vendita è giocoforza esaminare la questione delle cosiddette medie e grandi superfici, altrimenti definite distribuzione "moderna".
In questa analisi spicca un dato assolutamente noto: Chioggia è la grande assente (in quando seconda città provinciale) dalla dotazione di GDO, grande distribuzione organizzata, con nulla osta regionale (o equivalente).
È anche noto che sono molto dotati, in provincia, comuni di taglia demografica più contenuta (come S.Maria di Sala o Pianiga, Fossalta di Portogruaro e il caso limite di Marcon). Pur non affermando che la presenza di GDO sia equivalente di modernità, efficienza e adeguatezza della rete dobbiamo stare ai dati che mostrano come effervescenza ed innovazione, nella ruota del commercio, siano stati portati dalla espansione della GDO, tra 1991 e 2001.
 

Medie superfici di vendita 2000: Comuni Top-Ten per dotazione assoluta MSV

 

Vediamo come la distribuzione "moderna" in complesso, incluse le cosiddette medie strutture di vendita MSV (oggi fino a 2.500 mq di superficie), caratterizza i comuni della provincia in rapporto alla popolazione residente: grandi assenti le due prime città, Venezia e Chioggia, mentre dominano S.Donà e Portogruaro (tra i capoluoghi di mandamento) con Marcon, S.Maria di Sala e Mira.
Chioggia "riappare" quando si considerino i valori assoluti delle MSV, seconda solo a Venezia, seguita dei due poli della Venezia Orientale.
Al 2001 Chioggia ha una dotazione in MSV di 12.823 mq. con un piccolo incremento rispetto al 1991 (l'intera grande distribuzione, a quella data diversamente definita, era di 10.979 mq).
In complesso la dotazione commerciale (solo dettaglio) a Chioggia è pari a 784 esercizi e 62.461 mq. di vendita.
Le MSV hanno un ruolo importante che, tuttavia, non "copre" gli spazi altrove occupati dalla GDO.
Come si nota dalla Fonte Regionale, al 2000, mentre Chioggia è la terza città della provincia per dotazione di esercizi commerciali (solo dettaglio) diventa quinta per la dotazione di superfici di vendita: l'equazione è semplice e ci dice che i negozi di Chioggia sono mediamente più piccoli di quelli di S.Donà, Portogruaro e Jesolo e anche della media provinciale (80 mq. rispetto a 98).
Non possiamo dire che "piccolo sia tradizionale" e/o non innovativo ma se leggiamo insieme dinamiche, dimensioni d'offerta, dotazione procapite e taglia dei negozi dobbiamo porci qualche interrogativo sulla competitività dell'offerta chioggiota, rispetto ai centri provinciali e alle tendenze dell'ultimo periodo. Potremmo anche verificare che la calma piatta sia una scelta convincente almeno sul breve periodo.

 

Il nuovo equilibrio alimentare: calma piatta

Guardiamo meglio cosa è avvenuto nel comparto alimentare, quello più soggetto alla cosiddetta "sostituzione" dei piccoli negozi tradizionali (di vicinato) con i medi e i grandi distributori.
La provincia è andata, tra 1991 e 2001, verso un nuovo equilibrio tra diverse dimensioni di punto vendita: una crescita impetuosa delle superfici medie e grandi (+81%) e un calo degli esercizi di vicinato (-20%) che si è bilanciato in un complessivo aumento dell'offerta alimentare (pur in presenza di calo dei consumi alimentari sul paniere della spesa e con le varie crisi del potere d'acquisto e dei prezzi).
 

Alimentari: nuovo equilibrio - Provincia di Venezia

 

Molto diverso il comportamento di Chioggia che parte da una situazione già equilibrata tra piccola e media distribuzione (al 1991) in assenza totale della GDO. Era Chioggia in anticipo sui tempi, sulla intera provincia e su Venezia? Analisi precedenti al nostro studio e pareri generalizzati non sostengono questa tesi ma piuttosto quella contraria.
Nel decennio esaminato, in ogni caso, l'offerta alimentare è rimasta ferma (mentre quella provinciale cresceva) e nonostante un buon equilibrio di partenza con la media distribuzione e nessun ingresso della GD i negozi di vicinato sono, comunque, calati del 17%: segno che non è l'accesso di nuove strutture, grandi e aggressive, l'unica causa del calo dei piccoli! Anzi si dovrebbe considerare che se l'offerta alimentare resta effervescente è proprio merito della GD, altrimenti il consumatore resterebbe complessivamente "impoverito".

 

Alimentari: nuovo equilibrio - Chioggia

 

Altra difformità chioggiota è che la rete alimentare pesa per ben il 34% delle superfici totali del comune, contro un 25% medio della provincia: conferma che anche la dotazione extralimentare è particolarmente 'povera' e che le mancate dinamiche di quella alimentare si aggravano in una panorama complessivamente assai appannato.
In termini di operatori, anche a Chioggia come in provincia, la schiacciante maggioranza è costituita dai piccoli attori (tradizionali?), che sono oltre il 90% dell'offerta alimentare. Il 10% della MSV gestisce però quasi il 50% della rete.
I rapporti medi in provincia sono 41-41-18: superfici di vicinato, MSV e GD. Questo significa che a Chioggia è peculiare anche l'arena degli interlocutori commerciali: mancano i grandi operatori, le grandi insegne, protagonisti 'esterni' della scena.

 

Modernità e tradizione

Una conferma viene subito dalla situazione dei supermercati, i negozi "moderni diventati tradizionali", ormai presenti e diffusi su tutto il territorio provinciale (33 comuni su 44).
Secondo le Pagine Gialle Seat Sarin a Chioggia risultano 14 punti vendita, come a Cavallino (il paragone con un piccolo comune turistico ci dice molte cose sul rango di Chioggia), ma secondo la Fonte Infocommercio (che valuta la definizione normativa dei supermercati) Chioggia avrebbe solo 6 strutture contro le 12 di S.Donà.
Inoltre molte delle insegne presenti (e forti) in provincia mancano completamente dalla piazza di Chioggia.
Su questa piazza, invece, persiste un importante mercato ambulante (220 banchi secondo un monitoraggio della Provincia e 360 secondo il calendario Regionale) che rende Chioggia la seconda città "mercatale" della provincia, davanti a tutti i comuni turistici (con mercato stagionale) e agli altri capoluoghi di mandamento, compreso S.Donà. Una "tradizione" importante, un ruolo forte e distintivo, un elemento urbano a cui dedicare grande attenzione (uno dei pochi 'fatti positivi' nel panorama che abbiamo tracciato).

 

Avviso ai naviganti

Il contributo conoscitivo che lo Studio del COSES può dare va inteso in termini di riflessione sulle prospettive e, nel caso dei comuni appannati, sui possibili rischi da evitare.
Nessuno vieta di valutare positivamente lo stato di calma piatta e l'appannamento, come una scelta di oculata meditazione in attesa di migliori opportunità. Dicono che chi viene dopo una grande trasformazione (quale quella della rete commerciale italiana negli ultimi decenni del Secolo) abbia la fortuna di poter evitare gli errori dei primi (anche se non ha potuto godere degli eventuali successi).
Secondo questa filosofia, Chioggia avrebbe di che compiacersi: resta una grande città, in una buona provincia, i suoi consumatori sono cittadini del mondo (se si muovono troveranno tutto ciò che vogliono comperare), i suoi operatori commerciali non sono stressati da agguerriti competitori globali.
Meglio la calma piatta, della burrasca.
Da un altro punto di vista, però, andrebbero considerati alcuni avvisi ai naviganti, i rischi che si potrebbero correre in futuro:

Alla svolta del Millennio, non è solo il commercio a cambiare ma tutto il sistema economico e, dunque, anche la città. Anche quella antica, come Chioggia.

 

Il presente capitolo corrisponde al Documeno COSES n. 518.0 "La distribuzione Commerciale nella provincia di Venezia: uno zoom su Chioggia", Comunicazione al Convegno del 9 novembre 2003 a cura di Isabella Scaramuzzi.

 

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