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6. La città di terraferma

Al 31.12.2001, l'offerta commerciale della terraferma conta oltre 3.000 esercizi (esclusa la grande distribuzione organizzata - GDO), pari al 48% del totale comunale. La ripartizione degli esercizi per comparto merceologico, alimentare - non alimentare, vede un peso delle attività alimentari superiore alla media comunale: 26% contro il 23% e ben distante dal valore della città antica (18%), ambito sub comunale in cui sono più evidenti gli effetti indotti dalla domanda non residenziale, come è stato già osservato.
Lo stesso rapporto riferito ai soli esercizi di vicinato risulta leggermente inferiore, ma comunque superiore ad un quarto (il 26%) degli esercizi attivi a fine 2001. Il dato risulta in contrazione rispetto a quanto rilevato in occasione delle analisi (1994) per il precedente Piano commerciale, ma in misura meno accentuata rispetto ad altri contesti sub comunali, e in linea con il trend nazionale, in particolare con le variazioni intervenute più di recente, a partire dall'applicazione della riforma Bersani.
"Una riforma ormai metabolizzata, ma che continua a produrre una lenta emorragia di esercizi al dettaglio, contemporanea ad una sostanziale tenuta del no food […]. A risentire del rallentamento è certamente l'esercizio di vicinato, stretto tra il calo demografico dei piccoli centri e la pressione della grande distribuzione, ma anche il negozio storico delle città di medie dimensioni, alla cui chiusura non segue un'apertura di nuove attività a causa di affitti in genere troppo elevati"¹. Secondo i dati riportati dal Sole24ore, in Veneto l'alimentare ha perso nel 2001 l'1,8%, ma il bilancio dell'intero comparto commerciale è comunque positivo, con un +0,1%; in provincia di Venezia la perdita alimentare è stata superiore del dato regionale (-2,1%), così come l'incremento del comparto no food (+1,05%), portando il bilancio provinciale al +0,2%². Secondo il parere di alcuni operatori, in Veneto la relativa tenuta degli esercizi di vicinato è in parte da attribuire alla tutela delle attività di piccole e medie dimensioni posta dalla L.R. 37/99, la quale ha anche fissato un tetto massimo alle concessioni per le grandi superfici di vendita, e questo in virtù della già elevata concentrazione di grandi strutture commerciali sul territorio regionale.

Terraferma veneziana 2001 - Esercizi commerciali per comparto

Fonte: Engineering 2001; Elabora: COSES Rapporto 76/2002

Tornando ai dati sulla TFV, il comparto alimentare è passato da un peso del 30% sul totale esercizi attivi nel 1994 a poco meno del 26% a fine 2001, a fronte di una relativa stabilità del numero di negozi complessivi (erano 3.164 nel 1994, sono 3.010 nel 2001, esclusa la GDO).
Rispetto a tale entità, attualmente le MSV rappresentano, in termini numerici, il 5% circa del parco commerciale della terraferma, vale a dire 147 strutture, e pesano per il 66% sul totale comunale delle medie strutture, come osservato precedentemente.
Lo stesso rapporto riferito alla superficie di vendita vede, naturalmente, le MSV incidere in misura più significativa sull'articolazione commerciale della terraferma, con pesi ben diversi dal cuore insulare, nel quale la limitatezza degli spazi costituisce un vincolo sostanziale.
Diversamente dalla città antica, per la TFV la disponibilità di spazi, anche di grandi dimensioni, all'interno del tessuto urbano ma soprattutto in aree periurbane ed extraurbane, nelle quali si è concentrato nell'ultimo decennio il processo insediativo delle grandi strutture di vendita, fa sì che tra numero di esercizi presenti e superficie di vendita sia il secondo parametro a caratterizzare il peso della TFV. Questo ambito subcomunale infatti, pesa per il 48% sul totale veneziano in termini di punti vendita, ma per il 60% in termini di superficie di vendita (pur escludendo quella della GDO). Si tratta di complessivi 240.600 mq. commerciali, il 40% dei quali (88.000 mq.) rappresenta la quota occupata dalle MSV.
Un'osservazione di dettaglio delle MSV, distinte tra minori e maggiori, permette alcune riflessioni sulla sua distribuzione geografica all'interno della TFV avendo come riferimento i quartieri.
Delle 147 MSV attive a fine 2001, le strutture minori rappresentano la quota prevalente: l'88%, corrispondenti a 129 strutture; sono 18 le attività di superficie superiore ai 1.000 mq.
La ripartizione per comparto merceologico alimentare - non alimentare (27% contro il 73%) ha pesi piuttosto differenziati per le due classi di MSV maggiori e minori.
La distribuzione geografica delle strutture vede una concentrazione delle attività nei due centri urbani di Mestre e di Marghera, che ospitano rispettivamente il 53% e il 19% del totale MSV, con una presenza più elevata di attività che operano nel comparto extralimentare (per l'alimentare il peso scende a 37 e a 15% per ciascun ambito urbano).
A differenza di queste due circoscrizioni, gli altri quartieri di terraferma ricoprono pesi decisamente più bassi ma, soprattutto, si differenziano dai primi due per una prevalenza di strutture alimentari: i quartieri 8 e 9, che ospitano ognuno il 10% circa delle MSV della TFV, arrivano a quote decisamente superiori per le strutture alimentari, che raggiungono nel caso di Bissuola (Q9) valori di poco inferiori al 25% delle MSV comunali alimentari.

Esercizi commerciali in Terraferma di Venezia - 2001(*)

Totale% su tot. Terraferma % per quartieri
MSVVicin.TotaleMSVVicin.TotaleMSVVicin.Totale
Q8 Favaro-Campalto13 280 293 8,8 9,8 9,7 4,4 95,6 100,0
Q9 Carpenedo-Bissuola 15 331 346 10,2 11,6 11,5 4,3 95,7 100,0
Q10 Mestre centro 78 1.525 1.603 53,1 53,3 53,3 4,9 95,1 100,0
Q11 Cipressina-Zelarino-Trivignano 4 138 142 2,7 4,8 4,7 2,8 97,2 100,0
Q12 Chirignago-Gazzera 9 192 201 6,1 6,7 6,7 4,5 95,5 100,0
Q13 Marghera Catene-Malcontenta 28 397 425 19,0 13,9 14,1 6,6 93,4 100,0
Terraferma 147 2.863 3.010 100,0 100,0 100,0 4,9 95,1 100,0
* Esclusa la GDO
Fonte: Engineering 2001; Elabora: COSES Rapporto 76/2002

Così come riscontrato per la CA, anche nella TFV si verifica pertanto una differenziazione significativa delle localizzazioni di MSV per quartiere e per comparto merceologico: i due centri urbani di Mestre e di Marghera (anche se il Q13 relativo a Marghera non consente di identificare immediatamente il suo centro urbano) ospitano quote sensibilmente più elevate di MSV in comparti non primari rispetto a quelli alimentari, i quali trovano maggiore diffusione nei quartieri periferici.
Lo stesso livello di differenziazione si rileva anche nel caso delle sole MSV minori: è il centro urbano-commerciale di Mestre a mostrare la quota prevalente delle attività, seguito dal quartiere 13 Marghera, mentre le altre circoscrizioni rivestono ruoli e pesi più modesti, anche se la localizzazione delle MSV minori appare, ormai, abbastanza diffusa nel tessuto urbano di terraferma.
Per le MSV maggiori si rileva una consistenza decisamente inferiore (si è visto che rappresentano solo il 12% in termini di numero di esercizi attivi) rispetto al totale della terraferma, e la loro distribuzione sul territorio, pur presentando alcuni connotati assimilabili a quelli delle MSV minori, appare molto più rarefatta, con l'estremo di quartieri urbani, come il Q11 Cipressina-Zelarino-Trivignano, che non ha alcuna dotazione di MSV maggiori.
La scarsa presenza in termini di esercizi può essere in parte ricondotta alle prescrizioni previste della L.R. 37/99, le quali equiparano le MSV maggiori alle grandi strutture di vendita, in termini di adempimenti e in ordine alla disponibilità di aree da asservire a servizi, nonché alla verifica di impatto sulla viabilità. Tali criteri ed adempimenti non sono, invece, richiesti per le MSV minori.
Non va trascurato, inoltre, il processo di modernizzazione della rete di vendita che ha investito l'area veneziana in particolar modo nell'ultimo decennio del secolo trascorso, e che ha interessato le aree periurbane espressamente dedicate ad ospitare la grande distribuzione organizzata. Lo sviluppo accelerato di questa forma di distribuzione ha probabilmente "dirottato" gli interessi (e gli investimenti) degli operatori, orientandoli verso altre aree urbane periferiche e verso forme di organizzazione del sistema distributivo diverse dalle MSV.
In effetti, se si analizzano le date di inizio attività delle MSV maggiori della TFV nei diversi quartieri urbani, si nota una marcata prevalenza di attività avviate entro i primi anni '90 (più del 75% delle strutture maggiori), epoca nella quale si è assistito all'intensificarsi dei fenomeni di modernizzazione della rete di vendita nell'area veneziana. Secondo i dati di archivio a nostra disposizione, solo il 25% delle MSV maggiori ha avviato la propria attività nella seconda metà degli anni '90, per la maggior parte in comparti merceologici non primari.
A partire dalla fine degli anni '80, invece, si è assistito ad una progressiva intensificazione delle strutture di grandi distribuzione (GDO), che si sono localizzate sul territorio, a corona dei due centri abitati di terraferma. Questi insediamenti hanno precorso la fase di intensificazione degli investimenti nella grande distribuzione che ha trovato nella terraferma veneziana il suo epicentro, in virtù di notevoli dimensioni, territoriali e demografiche, di una collocazione strategica, a cerniera delle province di Padova e di Treviso, in grado di esercitare una forte attrazione anche per contesti e ambiti extraprovinciali.
"La localizzazione delle GDO si è sviluppata lungo l'asta della tangenziale, con il centro commerciale di Auchan collocato a baricentro rispetto agli altri insediamenti.
Le altre grandi strutture si sono dislocate ai due lati "estremi": da una parte l'insieme delle attività Panorama - Brico - Sme, in corrispondenza del primo tratto urbano della Romea, cui corrisponde dal lato opposto, all'esterno rispetto all'abitato di Mestre, l'insediamento commerciale ricadente in comune di Marcon, con Valecenter e Zanchetta, cui si è aggiunto, in anni più recenti, il grande complesso multisala della Warner Village. L'organizzazione dei parchi commerciali si è andata vieppiù attestando, per ovvi motivi di accessibilità, lungo l'asse della Tangenziale di Mestre, che ha assunto i caratteri di un vero e proprio "asse commerciale". Più in generale, lungo l'asse infrastrutturale nord-sud (Romea, Tangenziale di Mestre, A4) è possibile riconoscere una cadenza nella distribuzione dei centri commerciali, che diventa più serrata in corrispondenza della tangenziale, da Ca' Emiliani fino all'incrocio con la circonvallazione est, e che ben alimenta l'intricata rete distributiva del Veneto"³.
Questa organizzazione, che comporta senz'altro vantaggi per le strutture commerciali in termini di accessibilità, si riflette in maniera negativa sulla funzionalità dell'asse della Tangenziale, contribuendo ad aggravare i ben noti problemi di congestione, ancora in attesa di definizione specifica come (unico) asse di connessione tra le varie parti della terraferma veneziana.
Il Piano urbanistico commerciale tiene ben conto di questo fattore nella definizione delle scelte per la terraferma veneziana, e formula le proprie proposte anche in considerazione dell'organizzazione spaziale della GDO presente in questo contesto sub comunale, consapevole del fatto che la localizzazione di nuovi poli commerciali di media dimensione ad elevata attrazione graverebbe sulla stessa asta viaria, contribuendo a fenomeni di congestione da traffico ormai insostenibili.


Note

1. In NordEst, supplemento de Il Sole 24 ore, 13 maggio 2002.
2. stati da poco resi noti i dati sulla consistenza del commercio nel primo trimestre 2002, raccolti da InfoCamere (riferiti alle sedi di imprese) e incrociati con i dati del Ministero dell'Industria, che offrono un quadro delle variazioni registrate rispetto al primo trimestre 2001.
3. Cfr. Raimondi R., Il sistema della grande distribuzione commerciale nel Piano Territoriale provinciale di Venezia, in COSES Informazioni n. 9/10, marzo 1995.

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