Fondaco Profilo della Provincia

8. La rete logistica provinciale

In generale, l'anno 2000 è risultato, per il settore trasporti e comunicazioni, a tutti i livelli territoriali un periodo di rilancio per il trasporto merci. Nel territorio della provincia di Venezia sono localizzate importanti infrastrutture per la movimentazione di merci e di persone, che fanno di questi settori la specializzazione produttiva tipica.
La loro dimensione è tale da costituire anche uno degli ambiti d'eccellenza dell'intera regione. Già nel corso del 1999 si sono formalizzati accordi per la realizzazione nel nord-est di un grande polo logistico, tra interporto di Padova e porto ed interporto di Venezia, che dovrebbe favorire il disegno complessivo e dare maggiore efficienza al sistema logistico. Il 2000 ha consolidato e rafforzato la rete complessiva e le singole parti che la compongono, attraverso l'aumento generalizzato della domanda di trasporto sia di merci che di persone e le collaborazioni societarie, ed operative, sempre più frequenti.

I principali nodi di questa rete sono:

Per completare il quadro, va ricordato l'interporto di Portogruaro: nel 2001 è stata ultimata la realizzazione con relativo collaudo; sono presenti anche i sistemi di collegamento fra rotaia e gomma e firmata la convenzione con le Ferrovie dello Stato. L'area sembra strategica a livello regionale, soprattutto dopo l'attivazione, nel 2000, della linea diretta con Treviso. All'interno del Patto Territoriale Venezia Orientale (Approvato con D.M. 1071 del 31 maggio 1999) viene indicata tra le azioni strategiche la realizzazione delle aree di scambio intermodale localizzate nei territori dei Comuni di S. Stino di Livenza e di Portogruaro. La posizione territoriale strategica del Centro Intermodale di Portogruaro è determinata dalla confluenza nell'area della linea ferroviaria che convoglia i traffici dei valichi di Tarvisio e Pontebba, delle Autostrade A4 Venezia - Trieste e A28 Portogruaro - Pordenone, nonchè della SS. 53.
Infine va considerato Porto Marghera, insieme di porto e zona industriale e Interporto di Venezia.
I risultati del 2000 vanno letti con la consapevolezza che si riscontreranno valori nel prossimo futuro ben al di sotto di quelli contenuti nel presente documento: il comparto dei trasporti è sicuramente uno dei primi a risentire degli accadimenti dopo l'11 settembre 2001.

Porto di Venezia

Il 2000 è stato un anno largamente positivo per lo scalo veneziano. Sono state movimentate oltre 28 milioni di tonnellate di merce, con un incremento dello 3,9% sull'anno precedente. Tale risultato deriva da un incremento del 6,9% della componente commerciale, un incremento del traffico industriale pari al 12,5%, una contrazione del settore petrolifero (-3,8%). Anche per il 2001 possono essere riconfermate le valutazioni di crescita, perlomeno fino a tutto agosto.


Porto di Venezia: evoluzione traffico passeggeri - Serie storica


L'aumento dell'incidenza del segmento commerciale - rispetto alle due qualificazioni che più hanno connotato nei decenni scorsi lo sviluppo dello scalo veneziano, vale a dire quella industriale e petrolifera - rappresenta una tendenza ormai ben consolidata.
Per il 2000, le quantità del settore commerciale costituiscono il massimo storico con oltre 10 milioni di tonnellate di merci movimentate.
Si tratta di significative conferme di tendenze (già tracciate nel Rapporto COSES n. 20, del 1998, dove si registrava per la prima volta il "sorpasso" in termini di tonnellaggio movimentato della parte commerciale su quella industriale, intesa come funzione e non come area di pertinenza) che caratterizzano l'evoluzione delle aree portuali-industriali nei paesi più sviluppati. La funzione commerciale assorbe oggi il 30% circa del traffico portuale complessivo. Si tratta di una percentuale doppia rispetto al 1986, con un volume che supera il movimento di materie prime e prodotti industriali. I settori industriale e petrolifero, nel loro insieme, rappresentano, comunque ancora circa il 70% del traffico complessivo.
Rispetto al traffico contenitori si tratta di sottolineare come la portualità veneziana assuma valori di decisivo rilancio e consolidamento nel settore, oltrechè di predominio a livello adriatico. Vecon, il terminal container gestito da Sinport-PSA nel porto di Venezia ha sbaragliato nel 2001 la concorrenza.
Entro la fine del 2001 si stima che Vecon movimenterà oltre 240.000 teu, contro circa 160.000 del porto di Ravenna e circa 200.000 di quello di Trieste. Nel primo quadrimestre del 2001, Vecon ha registrato un incremento del 17%, classificandosi come primo porto italiano per il maggior tasso di crescita.
La funzione passeggeri del porto di Venezia ha registrato performances notevoli.
Il porto crocieristico veneziano si colloca tra i porti passeggeri del Mediterraneo più quotati, con una stagione estesa da maggio a novembre. Un massimo storico, nel 2000 è stato di oltre 870.000 passeggeri transitati. Nel 2001, a tutto agosto, i passeggeri movimentati erano già quasi 600.000. Da segnalare anche il rafforzamento dell'offerta dal punto di vista del turismo crociere fluviali dal porto di Cremona, con armatori svizzeri, lussemburghesi e tedeschi.
Il 2002 potrebbe segnare una decisa battuta d'arresto al processo di naturale crescita del settore passeggeri. Basti pensare che, nel 2000, oltre 20.000 crocieristi erano utenti sulla base del Fly & Cruise dall'area di New York, direttamente su Venezia (oltre il 50% statunitensi).
Entro il 2002 si prevede l'ultimazione di tutte le ristrutturazioni e tutto il porto turistico potrà funzionare a pieno ritmo. Il terminal traghetti è già stato ultimato nel 1999. Nell'ampio bacino destinato al porto crociere potranno operare dalle quattro alle cinque navi di grande stazza e di lunghezza fino a 295 metri.


Porto di Venezia 1980-2000: traffico passeggeri


Gli addetti strettamente funzionali al porto sono stati calcolati in circa 5.000, necessari alla movimentazione totale svolta (incluso il movimento passeggeri).
L'occupazione attuale, diretta residuale, è di circa 12.000 addetti. Si tratta di addetti la cui attività trae la propria ragione di localizzazione dall'esistenza stessa del porto (addetti delle industrie localizzate a Porto Marghera, operanti in autonomia funzionale non impiegati nelle attività legate alla funzione di sbarco/imbarco; addetti alla produzione natanti ed all'assistenza cantieristica agli stessi; quota parte degli addetti al trasbordo ed alla navigazione all'interno del porto ed agli altri servizi comuni non riconducibili alle operazioni collegate alla movimentazione di navi, merci, passeggeri). L'insieme delle due classi (funzionale e residuale) ci fornisce il complesso dei posti di lavoro sui quali non si potrebbe più contare se l'attività portuale venisse meno, cioè l'occupazione diretta, che è in definitiva di oltre 17.000 addetti, relativi a 678 unità locali.
Nell'ultimo triennio si è rilevata una diminuzione degli addetti pari a circa 1.500 unità, ed un aumento delle u.l. insediate nell'area. La principale causa dell'andamento negativo, in termini di addetti, è determinata dalla componente industriale. La quota occupazionale che riguarda la parte degli addetti teoricamente più sensibile alle variazioni quantitative e qualitative dei traffici veneziani, mostra viceversa una sostanziale tenuta. Tale categoria assume il maggior peso sul totale (41,6% degli addetti complessivi). In particolare, la sub categoria trasporti e comunicazioni (il "cuore della manodopera portuale") mantiene il suo 27% circa di peso sull'occupazione totale che, assommato alle componenti esterne all'area portuale (indispensabili allo sviluppo di una efficiente logistica) raggiunge il 32,88% del totale occupati, ed il 69% delle u.l.
La contrazione occupazionale non è trascurabile ma indica come, ad un differente assetto delle attività portuali, sia corrisposta una tenuta delle attività collegate alle scelte delle politiche portuali ed alle tendenze emergenti nei traffici. A ridimensionare il giudizio contribuiscono certamente quote non trascurabili di turn over occupazionale determinato dall'ingresso di nuove professionalità nel settore trasportistico, marittimo e della logistica in genere.
Nell'ipotesi di chiusura tout court della funzione portuale veneziana la perdita economica sarebbe commisurata in oltre 17.000 addetti direttamente occupati e oltre 5.000 miliardi di vecchie Lire.


Porto di Venezia

navilio attraccato

Porto di Chioggia


Per il 2000 si registra a Chioggia un aumento delle merci lavorate: 1.487.477 tonnellate nell'anno in esame contro 1.191.291 del '99, con un aumento percentuale del 24,9% (+8,3% nel 1999). La potenzialità attuale di Chioggia è però ancora fortemente limitata da questioni strutturali.
Allo sbarco sono cresciute notevolmente due tra le voci più importanti: gli sfarinati +48,2% ed il cemento +82,5%.
All'imbarco, comparto in cui nel 1997, 1998 e 1999 si era registrato un calo nei confronti degli anni precedenti (rispettivamente -25,9%, -9,8% e -3,1%), dopo un 1996 più che positivo (+13,5%), si è registrata una situazione decisamente positiva con un aumento complessivo del 52,3%.


Porto di Chioggia 1990-2000: movimentazione merci


Porto di Chioggia

navilio attraccato


Aeroporto Marco Polo di Venezia-Tessera

Le statistiche del traffico aeroportuale in Italia evidenziano un trend di crescita negli anni '90 decisamente positivo. In ulteriore rapida espansione il sistema aeroportuale Veneto, sotto la spinta del turismo internazionale, delle necessità di trasferimento degli operatori e della crescente offerta di voli e di destinazioni, anche in conseguenza della liberalizzazione a livello comunitario che ha comportato, in alcuni casi, una riduzione dei costi. Per il Sistema Aeroportuale Veneziano (scali di Venezia e Treviso), si osserva come il 2000 sia stato un anno di consolidamento della crescita all'aeroporto "Marco Polo" di Venezia (gestito della Save S.p.A.: costituita nel 1987, la SAVE Spa esercita la gestione dell'aeroporto Marco Polo per concessione del Ministero dei Trasporti. La società è partecipata per il 67% da Enti Pubblici e per il 33% da privati.) sia per la componente passeggeri, che per la movimentazione complessiva degli aeromobili. La componente merci ha evidenziato una crescita nei traffici.
Il Sistema Aeroportuale di Venezia, comprensivo degli aeroporti di Venezia (in evidente posizione dominante) e di Treviso, ha infatti chiuso il 2000 con risultati di traffico che testimoniano la crescita di entrambi gli scali per quanto concerne i passeggeri.
L'aeroporto di Venezia si conferma nella posizione di terzo polo aeroportuale italiano segnando un aumento nel traffico passeggeri del 8,6%, e nel traffico merci con +23,9%. Nel 2001 è l'unico aeroporto del nord Italia ad essere stato riconosciuto dall'Enav a poter operare in terza categoria, ovvero si potranno muovere velivoli con visibilità causa nebbia estremamente limitata.


Statistiche di traffico 1998-2000

1998

1999

2000

Var.99/00%

Aeroporto Marco Polo

Movimenti

48.081

58.090

65.719

13,1%

Passeggeri

3.409.197

3.808.946

4.135.608

8,6%

Tonnellaggio

2.543.569

3.021.073

nd

nd

Merce (Tonnellate)

11.054

11.419

14.150

23,9%

Aeroporto di Treviso

Movimenti

3.786

4.362

5.059

16%

Passeggeri

144.375

197.140

273.334

38,6%

Tonnellaggio

245.921

248.914

nd

nd

Merce (Tonnellate)

8.070

8.539

9.086

6,4%

Sistema Aeroportuale Veneziano

Movimenti

51.867

62.452

70.778

13,3%

Passeggeri

3.553.572

4.006.086

4.408.942

10,1%

Tonnellaggio

2.789.490

3.269.987

nd

nd

Merce (Tonnellate)

19.124

19.958

23.236

16,4%

Fonte: Elaborazione COSES 2001 su dati Save SpA


I collegamenti settimanali da Venezia hanno raggiunto quasi tutte le destinazioni italiane ed europee con aumentate frequenze. Assolutamente rilevante è la quota di traffico internazionale, che ha coperto il 63% (2.430.728 passeggeri) del traffico complessivo, con un ottimo mix turismo/business. Questo dato colloca Venezia al primo posto in Italia.
La previsione per la fine del 2000 di una cifra record di passeggeri transitati pari 4,2 milioni è stata rispettata. Gli ultimi dati disponibili, relativi al periodo gennaio-settembre 2001, evidenziano comunque una progressione positiva dello scalo e del sistema, con un aumento, rispettivamente, del 5% e del 8% sull'anno precedente. Il mese di settembre del corrente anno, preso singolarmente evidenzia una tenuta dei traffici, ma nessun incremento.
L'obiettivo di Venezia di diventare uno scalo intercontinentale si è concretizzato con l'apertura già nel maggio 2000 del volo Venezia-New York, che ha portato ad un incremento del traffico turistico dal Nord America.
Si pensa per il prossimo futuro anche ad una seconda pista di decollo ed atterraggio da realizzarsi oltre la SS Triestina.
Nonostante i fatti dell'11 settembre 2001 sono stati confermati per il prossimo futuro tutti gli investimenti programmati.


Movimento passeggeri dal 1992 al 2000
(Previsioni al 2005-2008)


Aeroporto Marco Polo

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L'area industriale di Marghera

I dati storici occupazionali (forniti dall'Ente Zona Industriale di Porto Marghera e riferiti al numero medio nell'anno di addetti diretti occupati, compresi i cassaintegrati) evidenziano una sostanziale stabilizzazione negli ultimi cinque anni.
Il dato più recente, del 2000, presenta 289 aziende e 12.727 addetti nell'area industriale. Alcuni indicatori farebbero ritenere che sia aumentata in modo consistente la produttività del lavoro e, talvolta, anche la produzione totale di alcuni comparti ed unità produttive. Viceversa, in altri comparti ed in alcuni casi per intere filiere produttive sono in corso processi di progressiva e rapida dismissione.
La composizione settoriale nell'area appare evidentemente mutata rispetto alla situazione di massima occupazione registrata nel 1965. A fronte di una minore presenza sia di unità locali che addetti nei settori classici, si riscontra un aumento dei cosiddetti altri settori.

Aziende ed addetti di Porto Marghera per settore di appartenenza:
1965 (anno di massima occupazione) e anni recenti

1965

1999

2000

Unità locali

Addetti

%

Unità locali

Addetti

%

Unità locali

Addetti

%

Alimentare

9

419

1,27%

5

148

1,15%

5

154

1,21%

Acqua, gas, Energia elettrica

14

1.088

3,31%

7

750

5,81%

7

722

5,67%

Ceramica,Vetro,Refrattari,
Edili e materiali da costruzione

16

2.595

7,89%

8

571

4,43%

7

589

4,63%

Chimico

23

14.233

43,27%

16

3.364

26,08%

16

3.339

26,24%

Meccanico

57

4.645

14,12%

49

2.425

18,80%

46

2.382

18,72%

Metallurgico o siderurgico

15

6.487

19,72%

11

1.237

9,59%

10

1.257

9,88%

Petrolifero

23

1.460

4,44%

15

528

4,09%

12

483

3,80%

Altri settori

72

1.963

5,97%

185

3.875

30,04%

186

3.801

29,87%

TOTALE GENERALE

229

32.890

100,00%

296

12.898

100,00%

289

12.727

100,00%

Fonte: Ente Zona Industriale di Porto Marghera
Elaborazione: COSES 2001

La situazione attuale dell'area industriale di Porto Marghera è caratterizzata da rilevanti trasformazioni schematicamente sintetizzabili in:

  1. individuazione del core business industriale e conseguente mantenimento/adattamento alle attuali esigenze (produttive, ambientali, ecc.);

  2. trasformazione di ambiti territoriali-produttivi e conseguenti lavorazioni, da funzionalità industriale a "piattaforma logistica" [Concetto, ed opportunità, già introdotti dal COSES nel corso della ricerca sul valore della funzione portuale veneziana (Rapp. n. 20, maggio 1988) ed in altri recenti contributi alla conoscenza delle trasformazioni avvenute nella produttività portuale e nell'area portuale veneziana.];

  3. necessità di rivalorizzazione delle aree (dismissione, bonifica, riassetto, rifunzionalizzazione)

  4. realizzazione di progetti specifici su aree od ambiti specifici

  5. attuazione dell'Accordo per la chimica (contenuti, procedure, tempi);

  6. effetti della terziarizzazione, dentro e fuori l'area portuale-industriale di Marghera;

  7. mutamenti occupazionali all'interno ed ai "margini" dell'area;

  8. nuove integrazioni funzionali e/o territoriali (esistenza di filiere produttive territoriali e/o di un sistema settoriale integrato).

La "Questione Marghera", rimane assai complessa e non può essere che indagata ed affrontata nella sua globalità, rifiutando l'approccio casuale ed episodico.

Serie storica di aziende ed addetti presenti a Porto Marghera

Anno

Aziende

Addetti

1920

11

nd

1925

33

3.440

1930

73

5.100

1935

84

10.120

1940

95

17.300

1945

103

15.700

1950

128

22.500

1955

172

25.300

1960

194

30.200

1965

229

32.980

1970

227

31.000

1975

228

30.680

1980

235

29.000

1985

260

23.000

1988

300

19.425

1989

301

18.708

1990

303

18.814

1991

298

18.708

1992

295

15.362

1993

289

14.705

1994

298

13.913

1995

295

14.028

1996

296

13.927

1997

295

13.740

1998

298

12.958

1999

296

12.898

2000

289

12.727

in grassetto i valori massimi riscontrati nella serie storica
Fonte: Ente Zona Industriale di Porto Marghera
Elaborazione: COSES 2001

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