Fondaco Turismo

13. Le case dei turisti: un ciclo concluso?

Nel sito dell'Istat sono consultabili alcuni primi risultati provvisori del Censimento 2001, relativi alla popolazione e alle abitazioni (per Comune).
Per chi conosce i dati provvisori è inutile ricordare quanto e perché essi possono discostarsi anche significativamente da quelli definitivi e corretti, in particolare per i grandi Comuni: a tutti gli altri raccomandiamo di prendere i numeri e i commenti con le dovute cautele.

Abitazioni non occupate ai Censimenti 1951/2001

1951

1961

1971

1981

1991

2001

BIBIONE

351656.80915.45119.13220.507

CAORLE

371542.7529.62310.13611.789

CHIOGGIA

1131272.0855.7215.9284.795

ERACLEA

25448071.7812.4063.147

JESOLO

8012.6349.62713.56113.72913.440

Tot. spiagge

1.0113.12422.08046.13751.33153.678
Fonte: Provincia di Venezia, 1993; Istat, sito Internet 2002; Manente e Scaramuzzi, 1999.
Elabora: COSES 2002

In questa nota si commentano, a caldo, i dati relativi ad un aspetto peculiare e caratteristico della provincia di Venezia: quello delle case non occupate che, in larga misura, rappresentano l'area malva dell'ospitalità turistica: le cosiddette seconde abitazioni per vacanza e/o il patrimonio disponibile per locazione nei periodi di soggiorno balneare, non censite ufficialmente dalle rilevazioni turistiche (Istat e APT).
Il COSES si è occupato a fondo di questo argomento, con uno studio commissionato dalla Amministrazione provinciale di Venezia, nel 1998, i cui risultati sono stati pubblicati a cura di Mara Manente e Isabella Scaramuzzi, nel libro Le case dei Turisti (Bologna, il Mulino 1999) e presentati al Seminario Internazionale di Statistica del Turismo (Glasgow, 2000).
La nostra ricerca ha individuato un metodo basato proprio sulla fonte Censimento Istat (all'epoca il 1991) che potrà essere attualizzato sui dati definitivi 2001.
Per ora ci limitiamo a considerare alcune tendenze generali e a confermare le valutazioni contenute nella ricerca e nel libro sulle dinamiche del comparto "case dei turisti".

Come già si rilevava dal confronto tra i 4 Censimenti precedenti (dal 1951 al 1991) si conferma esaurito il boom delle case per vacanza, caratteristico del periodo 1961-1971: leggermente anticipato per Jesolo (tra 51 e 61) e leggermente ritardato per Caorle e Sottomarina ('71-91). Nel periodo 1991-2001 si registrano addirittura delle contrazioni nel patrimonio non-occupato, per Jesolo e Chioggia, mentre si riduce notevolmente la crescita di Bibione (+7%).
Come si era già osservato nella ricerca (su osservazioni empiriche) prosegue invece una crescita di abitazioni non occupate ancora notevole per Eraclea (+31% rispetto al +35% del precedente intervallo 1981-1991) e anche per Caorle, che addirittura riprende a crescere (+16%) dopo un decennio meno vivace (+5%).

Abitazioni non occupate al 2001

Fonte: Provincia di Venezia, 1993; Istat, sito Internet 2002; Manente e Scaramuzzi, 1999.
Elabora: COSES 2002

Se inseriamo l'ultimo decennio nel trend dei precedenti Censimenti (1951-2001) osserviamo mezzo secolo di storia delle stazioni balneari altoadriatiche: mentre per Jesolo sembra chiara la raggiunta maturità e saturazione fin dal 1981, Bibione segue un analogo comportamento a partire dal 1991 e così Sottomarina. Eraclea e Caorle, invece, mostrano ancora una tensione allo sviluppo quantitativo. Come si è osservato nello studio del 1998 per Caorle si tratta di comportamenti disomogenei all'interno del territorio comunale, dove a tratti di costa ancora in crescita si alternano tratti maturi e saturi.
Complessivamente, però, si può affermare che il ciclo di vita delle nostre stazioni balneari sia entrato nella fase di stabilizzazione: rispettando la teoria secondo cui, in un trentennio, le località turistiche nascono, registrano il proprio boom, si consolidano e tendono a "fermare" la propria crescita (in qualche caso a soffrire il declino).
Sempre stando alla teoria, scatta in questa fase di stabilità una riedizione qualitativa delle stazioni stesse, della loro offerta e delle modalità di soggiorno: si parla di rinnovo delle località, di modificazione dei modelli, di integrazione e diversificazione dei prodotti.
Una delle possibili tendenze, insieme all'allungamento di stagione (maggiore tasso di utilizzo delle medesime strutture), è quella di (parziale) trasformazione delle località stagionali in "cittadine stabili" o di lunga-durata: idea che per altro sta alla base del Master Plan di Tange per Jesolo (fine anni Novanta), sulla falsariga di alcuni resort oceanici o mediterranei.
I dati del Censimento 2001 (per quanto provvisori e parziali) potrebbero sostenere anche una tendenza di questa natura: per la prima volta il patrimonio di abitazioni occupate dai residenti cresce di più di quello non-occupato destinato ai turisti. In 4 località su 5 (eccezione Eraclea) e in particolare a Jesolo (la più matura e la più urbana delle spiagge veneziane) i tassi di crescita del patrimonio abitativo stabile (e occupato) sono significativi e superiori alla media provinciale pur a fronte di un calo della popolazione residente.
Sono solo indizi ma confortati dalla precedenti osservazioni locali e dalla osservazione del fenomeno turistico globale.

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