In questa seconda attività sono stati rilevati oltre 34.500 soglie, pari a circa 30.000 unità immobiliari (ad ognuna di queste corrisponde una scheda informativa), quindi è stato rilevato l'intero livello 0 della città storica.
Inoltre, sono stati oggetto di rilevazione i "sotoporteghi", le porte d'acqua. Elementi che integrano i livelli informativi già esistenti sul livello 0 (ad esempio i ponti, sul Web Gis di Insula S.p.A.).
La ricerca risponde alla necessità di offrire uno strumento di conoscenza delle "parti basse"
della città, maggiormente sensibili agli effetti dei fenomeni di marea. L'obiettivo finale
è quello di descrivere le attività economiche e le altre funzioni localizzate nei piani
terra degli edifici veneziani, sia in senso quantitativo che qualitativo, nonché danni e disagi
che le stesse sopportano a causa degli eventi di cosiddetta acqua alta. Altrettanto utile appare
definire gli effettivi usi della città a tale livello, quello cioè in cui aree pubbliche
e ambiti privati hanno il principale punto di interazione.
La ricerca rientra nel quadro degli interventi per la salvaguardia di Venezia dalle maree eccezionali
e, in tal senso, è stato creato un gruppo di lavoro composito e integrato, tale da tener conto
di molti degli interessi coinvolti nelle opere di salvaguardia.
La rilevazione del 1999 è stata programmata e progettata dal COSES in stretta collaborazione con il
Gruppo di lavoro allargato formato da tecnici di: COSES, Consorzio Venezia Nuova, Sistema
Informativo Magistrato alle Acque di Venezia; Insula S.p.A.; Technital S.p.A.; Plotting S.a.s.
Il Sistema Informativo del Magistrato alle Acque di Venezia, nell'ambito del Gruppo di lavoro,
ha fornito la propria collaborazione nel predisporre i materiali propedeutici alla rilevazione,
ovvero gli elaborati cartografici ed altri dati riferiti ai punti quotati soglia. Nel 2001/2002 il COSES ha svolto l'indagine e
progettato/coordinato il sistema informativo realizzato con la collaborazione di INSULA e Milla Plotting Srl.
Il Centro Storico è stato suddiviso in 124 insule con la stessa delimitazione territoriale
utilizzata ordinariamente sia dal Consorzio Venezia Nuova che da Insula S.p.A. Di queste 124 insule sono state oggetto della campagna di rilevazione 116, le altre 8 sono
state escluse per le caratteristiche morfologiche e altimetriche.
Sono state rilevate, per ciascuna unità immobiliare: la localizzazione, le dimensioni,
lo stato di conservazione, il reale utilizzo, il grado di disagio provocato dai fenomeni di marea.
Si tratta quindi di un tema e di un monitoraggio di estremo rilievo: qualitativo e quantitativo.
La valutazione della consistenza e delle condizioni del patrimonio edilizio situato al piano terra ed utilizzato sia per scopi residenziali, sia per lo svolgimento delle attività produttive, non solo rappresenta un fondamentale elemento di conoscenza per la quantificazione delle risorse necessarie per il recupero e/o per il risarcimento dei danni causati dagli eventi calamitosi (come le acque alte eccezionali), ma anche costituisce il primo impianto di un Osservatorio sulle attività produttive insediate nel tessuto storico veneziano, ove far confluire le informazioni amministrative raccolte dai diversi Assessorati comunali (Statistica, Tributi, Edilizia privata, Lavori Pubblici, ecc.) e gli input tecnici elaborati dalle società che operano per la gestione dei diversi servizi e la manutenzione urbana (VESTA, Enel, Italgas, Insula S.p.A., ecc.).
Il rilievo comprende:
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Le finalità principali della rilevazione sono riassumibili nei tre punti seguenti:
Censimento sugli usi dei piani terra
Definire usi, ovvero trasformazioni intercorse, relativamente alle unità immobiliari al piano terra nel Centro Storico di Venezia. Tale banca dati potrà essere utile per le politiche di programmazione dell'Amministrazione Comunale sia per il settore commerciale sia urbanistico.
Messa in sicurezza dai fenomeni di marea (rialzi)
Data la criticità di tale livello della città rispetto agli eventi di marea medi che sembrano presentarsi con sempre maggiore frequenza, verificare la possibilità tecnica di effettuare interventi di rialzo e/o messa in sicurezza dei locali situati al piano terra. Valutare l'entità di tali interventi sia in senso quantitativo sia nella stima delle risorse che dovrebbero essere messe a disposizione.
Danno provocato dalle maree
Stima di massima dei danni che singoli eventi di marea eccezionale o reiterazione annua di eventi "normali", provocano sull'attività e sulle dotazioni di attività economiche localizzate ai piani terra. La composizione globale del danno è formata da diversi fattori: l'indagine rileva la parte che definiamo "porta per porta".
La rilevazione è stata condotta da 16 architetti, impegnati su 34.550 civici e circa 30.000 unità immobiliari al piano terra per tutto il 2001.
La campagna di rilevazione è stata estesa a 116 insule tra quelle che compongono il Centro Storico di Venezia. Gli architetti rilevatori hanno anche "immortalato" i piani terra rilevati fotografando gli accessi.
Una notevole parte di lavoro è stata dedicata alla corrispondenza biunivoca tra civico, accesso e unità immobiliare (giugno/settembre 2001).
Il 33,7% dei piani terra sono stati oggetto di rilievo dall'esterno, per impossibilità di accedere, ovvero reperire gli occupanti l'immobile.
Circa il 10%, delle unità rilevate (di cui si hanno informazioni sufficienti), denunciano di avere danni o disagi dal verificarsi delle maree più frequenti.
Le attività economiche rilevate sono state circa 5.000.
La scheda di rilevazione
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La percezione della frequenza è alquanto soggettiva e in media, il cittadino "residente" non è molto informato sul livello della marea: il fenomeno infatti è localizzato soltanto nell'ingresso condominiale e non nell'abitazione. È invece valutabile in modo preciso e circostanziato da parte dei gestori di attività di servizi e produttive, commercianti, liberi professionisti che subiscono dirette ripercussioni sulla propria attività.
Rispetto al fenomeno le aspettative di chi abita, di chi lavora o esercita attività produttiva sono diverse: in tutti però c'è la prevalente convinzione che nei confronti del fenomeno acqua alta ogni azione locale non sia in grado di risolvere il problema, a meno di non provocarne altri, forse ancor più fastidiosi o dannosi. Ad esempio, l'innalzamento della quota di calpestio del pavimento renderebbe invivibili piani terra già molto bassi, mentre la realizzazione di vasche, nei casi in cui sia possibile tale soluzione, porta ad inevitabili barriere, gradini, salti, che mal si conciliano soprattutto con attività di tipo commerciali e che inducono problemi di deflusso delle acque stesse.
Molti sono i casi in cui il problema maggiore non è l'acqua alta: ad esempio gli abitanti delle "fondamenta" lamentano l'aumento del moto ondoso, mentre altri, dichiarano che gli interventi di manutenzione stradale hanno peggiorato la situazione del livello di soglia rispetto a quello stradale, con maggiore facilità d'infiltrazione sia delle acque piovane sia delle alte maree. Alla sfiducia, si associa la rassegnazione ad usare come sistemi di protezione dalle acque alte gli stivaloni di gomma e a considerarlo un problema ormai strettamente correlato alla natura della città. C'è confusione e preoccupazione, inoltre, sugli interventi d'innalzamento della pavimentazione pubblica, più o meno dichiarati, in relazione anche al rialzo delle parti private, per la mancanza di correlazione tra i due progetti.
Emerge, anche, dall'Indagine come il singolo cittadino tenda a risolvere "entro le proprie mura" il problema dell'acqua alta senza aspettare finanziamenti che tardano ad arrivare: talvolta senza le dovute autorizzazioni. Le soluzioni adottate per mettersi al riparo dall'umidità sono fra le più svariate spesso condizionate dai costi del materiale impiegato cosicché per spendere meno ci si accontenta di interventi poco durevoli nel tempo, tecnicamente impropri, insalubri o esteticamente discutibili.
Problemi nell'avviare lavori legati alla messa a riparo dalle acque alte si hanno soprattutto nelle parti comuni poiché è difficile mettere d'accordo tutti i proprietari.
Si rileva una netta distinzione tra immobili pubblici e privati di proprietà o in affitto.
I primi, sono trascurati nelle parti comuni, vano scala, ingresso, intonaci esterni, protezioni dall'acqua alta vengono fatte solo se l'immobile vi è soggetto frequentemente; l'interesse da parte dell'inquilino ad una possibile miglioria si riscontra a condizione di un co-finanziamento da parte del proprietario. I secondi, con i finanziamenti della Legge speciale hanno rifatto intonaci di facciata tetto e vano scala; hanno rialzato la pavimentazione finché possibile e nei casi estremi hanno provveduto a paratie e vasche con pompa.
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