Questa ricerca nasce nell'ambito del Piano Strategico della Città di Venezia e rappresenta un tentativo di tracciare un'ipotesi di "morfologia sociale della città", di "struttura" delle popolazioni che quotidianamente vivono, lavorano e si muovono nell'ambito del territorio comunale.
La domanda di fondo è: quante e quali persone "abitano" quotidianamente la città?
Questo tipo di riflessione è stata avviata in Italia soprattutto per merito degli studi di Martinotti (Martinotti G., Metropoli. La nuova morfologia sociale della città, Il Mulino, Bologna, 1993) per poi essere ripresa da diversi ricercatori che hanno studiato i casi di alcune città italiane come, ad esempio, Nuvolati per Firenze (Nuvolati G., Popolazioni in movimento nella città in trasformazione: abitanti, pendolari, city users, uomini d'affari e flâneurs, Il Mulino, Bologna, 2002) e altri per la parte insulare di Venezia (Indovina, 1988; Pedenzini/Scaramuzzi, 1997; Fondazione Carive/Venezia 2000, 2000).
Ma che cosa si intende per popolazione quotidiana? Si intende l'insieme delle popolazioni, stanziali, temporanee e pendolari che sono presenti ogni giorno sul territorio del comune di Venezia, utilizzandone i servizi e interagendo tra di loro.
Nell'ipotesi di strutturazione fatta in questa ricerca le tipologie di popolazione quotidiana individuate possono essere a loro volta ricondotte a tre grandi gruppi: la popolazione stanziale formale, la popolazione stanziale informale e la popolazione a permanenza variabile.
Del primo gruppo fanno parte le tipologie la cui presenza è direttamente verificabile all'anagrafe e che costituiscono i cosiddetti "abitanti" intesi secondo l'accezione tradizionale del termine riscontrabile in ogni resoconto statistico ufficiale: residenti (gli iscritti all'anagrafe comunale, i cosiddetti "residenti legali" dei censimenti ISTAT), tra cui nativi (residenti nati in comune di Venezia), acquisiti (residenti nati fuori Comune di Venezia), immigrati regolari (stranieri residenti), residenti assenti (residenti che abitano fuori Comune di Venezia).
Del secondo gruppo fanno parte le tipologie che possono essere classificate stanziali ma non registrate all'anagrafe: residenti informali (abitano la città allo stesso modo dei residenti ma sono registrati in altre anagrafi), studenti stanziali (studenti universitari con residenza altrove), immigrati irregolari.
Del terzo gruppo fanno parte invece le tipologie la cui presenza sul territorio non è registrata all'anagrafe del Comune, oppure, non è costante, o ancora, non è definita sempre dalle stesse persone: residenti saltuari (sorta di "pendolari a tempo lungo"), residenti temporanei (risiedono in città per un periodo a scadenza limitata), studenti pendolari, lavoratori pendolari, turisti (presenze alberghiere, extra-alberghiere e escursionisti), transiters (persone di passaggio, dirette verso altre destinazioni), ambulanti non residenti (i pendolari venditori di borsette, rose, ecc.), nomadi, senza fissa dimora.
In base a quanto è stato possibile rilevare emerge che la dimensione demografica quotidiana della Città di Venezia si assesta - nelle ore diurne - attorno alle 430.000 unità, il che significa, oltre 150.000 persone in più rispetto alla popolazione residente registrata all'anagrafe del Comune.
Elaborazione: Casarin, 2002
Dunque, la popolazione quotidiana sarebbe composta per il 36% da persone non registrate all'anagrafe comunale, quasi tutte caratterizzate da un basso "accumulo di urbanità".
La dimensione demografica della popolazione quotidiana del comune di Venezia va considerata essenzialmente stabile per tutto l'anno in quanto la tipologia "più stagionale", quella turistica, rappresenta soltanto l'8% sul totale e la sua presenza è oggi molto più costante lungo l'arco dell'anno di quanto fosse un tempo. Inoltre, gli eventuali picchi, nei mesi clou della stagione veneziana e nei fine-settimana, sono compensati da una contestuale diminuzione dei residenti stanziali (compresi gli studenti) e dei pendolari (per vacanze, ferie, gite fuori porta).
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Da questo percorso emerge che la presenza di migranti stranieri non ha a Venezia le dimensioni demografiche di altre grandi città italiane (la percentuale è il 2,5% dei residenti - cosiddetti "legali" - e il 1,6% della popolazione quotidiana) e nemmeno di altre città venete nelle quali il fenomeno migratorio ha assunto da tempo dinamiche differenti per rilevanza e incidenza.
Provando, invece, a dare una nazionalità alla popolazione quotidiana, cioè a chi utilizza la città, abitandovi stabilmente, svolgendovi attività lavorative e di studio, transitandovi, ecc. allora emerge - soprattutto in considerazione della presenza turistica in città - un quadro completamente diverso. Infatti, analizzando la provenienza delle differenti tipologie che costituiscono la popolazione quotidiana nel comune di Venezia si arriva ad un 9% di stranieri (poco meno di 39.000 persone).
Rispetto alle religioni, particolarmente significativo è il dato relativo alla comunità musulmana che, in considerazione della provenienza degli immigrati regolari (bengalesi, arabi africani, arabi asiatici, albanesi, serbi, montenegrini, macedoni, africani, ecc.), può essere stimata ben oltre le 5.000 unità, che diventano il doppio se si considerano gli immigrati irregolari e i turisti. Un dato importante che fa pensare all'opportunità di poter intensificare il dialogo interculturale e alla necessità di esplicitare forme di accoglienza e convivenza pacifica anche prevedendo la creazione di luoghi di culto.
Considerati i numeri relativi alla presenza di stranieri in città rimane ancora difficile poter parlare di una metropoli poliglotta ma ciò non impedisce di tracciare un quadro delle lingue attualmente più parlate tra la popolazione quotidiana non italiana;. Questo dato, come si può intuire, è particolarmente influenzato dalla geografia delle provenienze turistiche: infatti, le lingue più parlate sono l'anglo-americano (43%), il francese (16%) e il tedesco (16%) mentre, considerando solo gli stranieri residenti, sarebbero il bengalese (25%), l'arabo (20%) e lo spagnolo (15%).
Ancora una volta, la dimensione del fenomeno migratorio spinge ad una certa prudenza nell' individuare per Venezia un quartiere multietnico, una Little Africa o una China Town (come, ad esempio, a Milano per via Paolo Sarpi), ma certamente esistono alcune aree della città in cui l'insediamento di residenti stranieri e di attività commerciali collegate è decisamente più marcato.
In particolare, possono essere evidenziate le situazioni di due aree che presentano un tasso di residenti stranieri superiore alla media generale: Mestre Centro in cui gli stranieri costituiscono il 4% della popolazione (80 nazionalità e 40 lingue differenti) e la Città antica in cui la percentuale tocca il 3,6, in maggioranza relativa filippini, e con una fitta presenza di attività commerciali cinesi.
INDICE DELLA RICERCA
1. Premessa, p. 1 |
Un foglio dal Libro della Città, Paul Klee 1928 | Il presente capitolo è stato curato da Michele Casarin sulla base del Documento COSES n. 441.1 del 2002 "Materiali per un Piano Strategico della Città di Venezia. Popolazione quotidiana e comunità: il caso di Venezia". Il documento è temporaneamente riservato al committente Comune di Venezia e non consultabile nella sua versione integrale. |