Approfondimento

C'è una barca qua devi metterla là

Divertimento in barca sul canale, Paul Klee 1940
 

Ovvero nuove regole per le barche nella Città Antica

L'Amministrazione del Comune di Venezia, tra 1996 e 1997, ha avviato e in parte completato una ampia azione di riordino delle problematiche relative al traffico acqueo nel centro storico veneziano e nelle isole.
L'approccio alle problematiche del traffico acqueo ha tenuto in considerazione sia nuovi eventi normativi (legge regionale 63 del 1993), i quali incidono sull'universo degli operatori che offrono servizi di trasporto e di interscambio necessari a garantire la mobilita di persone e cose in ambito lagunare, sia gli orientamenti di parte crescente del pubblico, attento alle tematiche della salvaguardia ambientale e del moto ondoso.
In questo contesto, è stato approntato un complesso sistema di provvedimenti ed indirizzi, formalizzato in tre differenti strumenti/piani di governo:

Il Regolamento per la Circolazione ed il Piano per il Riordino del Traffico Acqueo risultano già adottati e fanno parte del complesso di strumenti che la Amministrazione comunale ha a sua disposizione per interrelare le regole della circolazione con gli interventi infrastrutturali che rendono compatibili con il tessuto urbano le attività, economiche e diportistiche, che generano i flussi di traffico.
II Regolamento per la Concessione degli Spazi e Specchi acquei precedentemente in vigore doveva, per entrare in sintonia con i nuovi orientamenti sanciti nel Piano del Traffico e nel Regolamento per la Circolazione, essere modificato; di qui la iniziativa della Amministrazione comunale di completare l'arco dei provvedimenti atti a fissare e controllare la strategia di gestione del traffico acqueo, anche attraverso un nuovo dispositivo di concessione degli spazi e degli specchi acquei per la sosta dei natanti.
Il COSES ha coordinato un gruppo di lavoro sui provvedimenti normativi da adottare: in questo navilio si riportano sinteticamente i risultati conseguiti.
I dibattiti sui problemi del traffico acqueo veneziano richiamano frequentemente il termine spazi acquei per indicare ogni tipo di concessione. Il dispositivo regolamentare introduce una opportuna distinzione fra spazi acquei e specchi acquei.
Per spazio acqueo, in sintesi, si intende lo spazio concesso per la sosta di un ben individuato natante e solo per quello.
Per specchio acqueo, invece, si intende uno spazio concesso per la sosta di natanti, non individuati singolarmente, entro i limiti dello spazio stesso.
La distinzione assume notevole rilevanza se si considera che la maggior parte degli specchi acquei concessi é destinata ad accogliere le barche de casada e da lavoro, mentre la maggior parte degli spazi acquei concessi ospita imbarcazioni definite genericamente da diporto.
Ai fini della valutazione dello stato di fatto, dopo uno sguardo al quadro di insieme, si è proceduto ad una analisi distinta del rapporto fra domanda e offerta di spazi e specchi acquei: i risultati sono illustrati nel Capitolo 8. Park in acqua del Fondaco Acque.
In sintesi, siamo di fronte ad un sistema che ha esaurito le sue capacita di soddisfare l'esigenza principale di concedere il posto barca in prossimità della residenza e che libera nuovi posti solo con grande parsimonia (nuovi posti 2% annuo; turnover per subentri 3,5% annuo).
Alcuni degli indirizzi del Piano per il Riordino del Traffico presentano prospettive assai interessanti per esplorare nuovi rapporti fra domanda e offerta di posti barca

Ciò potrà restituire alla offerta un grado di flessibilità oggi negato, con potenziali, benefiche ricadute per quanto concerne il risanamento di situazioni irregolari e il miglioramento, in generale, delle condizioni di stazionamento delle imbarcazioni
. I 700 posti barca messi a disposizione dal Piano del Traffico in determinati specchi acquei attrezzati per sosta e rimessaggio, in occasione della campagna di escavo dei rii, pongono il problema concreto di studiare delle procedure che stabiliscano quale frazione dello stock di imbarcazioni spostato dalle rive cittadine potrà tornare ad essere ospitata dalle stesse e quale, invece, dovrà attestarsi stabilmente nelle nuove aree attrezzate.
Il problema appena richiamato si aggiunge a quello generato dalla necessita di attrezzare un nuovo sistema di rive cittadine destinate ad ospitare le attività di interscambio acqua-terra in centro storico e nelle isole.
Gli indirizzi del Piano del Traffico tracciano esplicitamente i contorni del nuovo scenario: per ogni isola che costituisce il centro storico sono state censite le rive atte ad ospitare attività di interscambio, rive che verranno opportunamente arredate e regolamentate.
In questo contesto lo spazio riservato alle attività di interscambio corrisponde alla lunghezza di un mototopo di 12 metri, più uno spazio a poppa ed a prua per consentire le manovre di ormeggio.
L'applicazione di una simile direttiva, ovviamente, comporterà la sottrazione di spazi attualmente concessi per la sosta di imbarcazioni, fenomeno che forse solo in parte potrà essere compensato dalla realizzazione delle nuove aree di rimessaggio.
A tale proposito il Piano del Traffico, al capitolo 5, della Relazione Illustrativa, intitolato "Spazi acquei e aree di sosta", afferma: "È prevedibile che il sistema di circolazione e di utilizzo delle rive comporti una riduzione degli spazi acquei concessi nei canali e nei rii per l'ormeggio delle imbarcazioni".
Si tratta dello stesso problema che, di volta in volta e in via temporanea, ci si trova a dover risolvere in occasione dello scavo dei rii:

  1. Nella sezione "Norme per la redazione delle ordinanze attuative", il Piano del Traffico introduce una scala gerarchica per la classificazione delle attività di trasporto:
  2. SERVIZI DI EMERGENZA E PRONTO INTERVENTO
  3. TRASPORTO PUBBLICO DI LINEA
  4. SERVIZI PUBBLICI INDUSTRIALI (RSU, POSTA, ECC...)
  5. TRASPORTO MERCI IN CONTO TERZI
  6. TRASPORTO PUBBLICO NON DI LINEA (TAXI)
  7. TRASPORTO IN CONTO PROPRIO
  8. TRASPORTO PRIVATO
  9. TRASPORTO PUBBLICO NON DI LINEA (NOLEGGIO).

La funzione della gerarchia stabilita viene precisata con grande vigore al punto 2.4. della richiamata sezione del Piano del Traffico: Tale scala gerarchica implica che, nella definizione delle norme e nel perseguimento degli obiettivi generali del progetto, al riconoscimento di contenuti di interesse pubblico di grado superiore per ciascuna funzione corrispondano scelte di piano e criteri di priorità prevalenti su quelle corrispondenti a funzione di grado inferiore.
Le nuove aree attrezzate di sosta devono soddisfare prioritariamente, secondo gli indirizzi del Piano, le barche da lavoro; di qui la conseguenza che tutto il gioco delle aggiunte e sottrazioni di spazi derivante dagli interventi progettati ed attivati non mancherà di modificare il quadro degli orientamenti in materia di concessione di spazi per barche da diporto, orientamenti che, comunque, non devono essere stravolti nel loro assetto fondamentale, basato sulla concessione di posti barca il più possibile vicini alla residenza.

 

Priorità e strategia di concessione degli spazi e specchi acquei

I problemi messi in luce implicano un sostanziale riassetto delle regole per la assegnazione dei posti barca dal lato delle priorità da soddisfare.
Va posta grande attenzione a tutti gli interventi che dovranno essere attuati per consentire il passaggio dall'attuale sistema di concessioni al sistema futuro; in sintesi, va attentamente pianificata e regolamentata la fase della transizione verso l'assetto futuro delle concessioni.
Il Piano del Traffico, al punto 5. della sezione "Norme per la redazione delle ordinanze attuative", afferma testualmente:
"Parallelamente alla pianificazione del sistema delle vie e del traffico viene regolamentato il sistema della sosta delle imbarcazioni negli spazi acquei, anche tenuto conto che le vigenti norme per la circolazione acquea approvate dal Consiglio Comunale, e le norme che deriveranno dal presente Piano, comportano una riduzione degli spazi acquei in concessione lungo le rive dei rii e dei canali al fine di garantire l'accessibilità diretta a tutte le isole del centro storico per le operazioni di carico-scarico attraverso rive libere da stazi, secondo i seguenti criteri:
  1. è favorito lo stazionamento delle imbarcazioni secondo la stessa gerarchia di classificazione del trasporto;
  2. […]
  3. sono favoriti i trasporti per le attività lavorative sui trasporti legati alle attività del tempo libero;
  4. sono favoriti i residenti del centro storico e dette isole rispetto ai non residenti;
  5. è necessario tutelare...le imbarcazioni tipiche della laguna di Venezia.

Data la situazione in essere, la gerarchia proposta, con l'ulteriore vincolo delle priorità lavoro/residenza/tipicità delle imbarcazioni, può evolvere seguendo alcuni grandi indirizzi:

Per quanto attiene la concessione di specchi acqueipare razionale confermare l'attuale sistema di interfacciamento fra specchi acquei concessi e attività per cui sono richiesti, con alcune precisazioni. Normalmente Enti e Aziende che godono delle concessioni in esame hanno unità locali site nelle aree per cui vale la proposta di Regolamento, anche se le sedi principali sono altrove. È stata avanzata, pertanto, la seguente ipotesi: solo ad Enti ed Aziende che registrano unità produttive nell'area oggetto della norma comunale, può essere concesso lo specchio (ma ciò vale anche per lo spazio) acqueo.
Quanto ai palazzi ed agli edifici monumentali, va proposto che ad essi, su richiesta, si associ la concessione di uno specchio acqueo, tenuto conto delle prescrizioni tecniche che, di volta in volta, verranno elaborate dell'Ufficio Traffico Acqueo dell'Assessorato ai Servizi Pubblici.
Va sottolineato, comunque, che una attenta razionalizzazione delle procedure di concessione, e delle conseguenti attività, potrà provenire solo dalla elaborazione di un vero e proprio Piano di riordino generale dei sistemi di approdo in Canal Grande.
II Regolamento della Circolazione pone una serie di vincoli assai precisi alla possibilità di concedere spazi e specchi acquei; viene in evidenza, in particolare, la serie di problemi legati a:

Ne deriva una strategia di azione, anch'essa da regolamentare formalmente, basata su opzioni quali:

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