Approfondimento

Non dimenticare Marghera

Alcuni punti chiave definiscono il panorama attuale dell'area portuale industriale di Porto Marghera:

  1. Il destino della chimica a Marghera (come in gran parte dell'occidente) appare quello di un inevitabile declino.

  2. La sentenza che non individua alcun responsabile per i danni arrecati alla salute dei lavoratori del petrolchimico negli ultimi quarant'anni, aggiunge valutazioni negative ad una sua riabilitazione economica e funzionale.

  3. Il governo firma il decreto che dà il via alle bonifiche dei siti inquinati di Porto Marghera.

  4. Il Comune chiede altri 500 miliardi per finanziare l'opera di risanamento.

  5. Centinaia di ettari che sono in un punto cruciale per gli scambi di tutto il Nordest, potrebbero costituire un centro per la logistica e l'interscambio, come già sta avvenendo.

Il Ministro per l'Ambiente sblocca finalmente l'Accordo sulla chimica firmato dalle parti il 15 ottobre dello scorso anno. Un atto che era atteso da mesi, necessario per avviare le procedure del disinquinamento. Sono 525 miliardi messi a disposizione da Montedison dopo l'accordo raggiunto con il governo pochi giorni prima della sentenza sul Petrolchimico.
Il Comune, in aggiunta, chiede altri 500 miliardi per finanziare l'opera di risanamento. Dovevano essere oltre mille quelli garantiti dallo Stato per disinquinare. Alla fine ne sono stati stanziati solo 120. Il piano nazionale delle bonifiche che inizialmente interessava sette siti inquinati, era stato alla fine allargato fino a comprendere 40 aree industriali.
Con i finanziamenti della Montedison sarà possibile avviare la messa in sicurezza dei canali industriali carichi di veleni, con l'asporto di fanghi e l'isolamento delle barene inquinate da trent'anni di industria chimica.

I siti individuati sono:

  1. il canale Brentelle,

  2. le sponde del canale San Leonardo,

  3. le sponde e i fondali della darsena della Rana,

  4. il canale industriale ovest,

  5. l'area dei Pili.

Si tratta di nove progetti, definiti in attuazione dell'accordo per la chimica, sulla base di schede tecniche del Magistrato delle acque e riguardano diversi canali industriali e l'area dei Pili. Le opere riguardano la bonifica dei fondali (con la rimozione, il trattamento e lo smaltimento dei sedimenti, la messa in sicurezza delle sponde per salvaguardare la laguna da ogni eventuale sversamento di falda o a causa delle piogge).
Milioni di metri cubi di fanghi carichi di diossine e metalli pesanti che dovranno essere trattati e smaltiti. La competenza è della Regione, che ha affidato ad Amav, al consorzio americano Battel (Ohio), Venezia Ricerche, Tethis e Palomar la realizzazione del Master Plan, che dovrebbe essere pronto entro gennaio. I progetti sono del Magistrato alle Acque (da cui ora dipende il Genio Civile Opere Marittime), in accordo con l'Autorità portuale. I lavoro saranno affidati con gara d'appalto, e in parte sono già stati realizzati (per le aree in emergenza) dal Consorzio Venezia Nuova.
Per Marghera si apre quindi un'altra stagione: quella delle bonifiche, quella del dopo-chimica. Si fanno i conti degli stanziamenti per ripulire i terreni, delle realizzazioni degli interventi sugli impianti, dei progetti alternativi. Da questo punto di vista il futuro è davvero cominciato.
Centinaia di ettari che sono in un punto cruciale per gli scambi di tutto il Nordest. Sono sul mare, sono collegati via terra e via ferrovia. Hanno le stesse potenzialità di altri grandi snodi logistici come Verona Quadrante Europa, e Interporto di Padova.
Proprio in questo sistema di interscambio che potrebbero essere inseriti.

Logistica e grandi imprese

Marghera potrebbe divenire un grosso centro per la logistica e l'interscambio. Potrebbe trasformarsi in un centro strategico a livello europeo per tutto il Sud-est dell'Europa. E siccome la logistica significa organizzazione, risorse umane ed anche grandi imprese, questo tipo di sviluppo potrebbe costituire una novità in un panorama del Nordest e un punto di riferimento per la piccola e media impresa.
Il Vega, nell'area, è una realtà sempre più all'avanguardia, a dicembre 2001 apriranno anche altri padiglioni e il numero delle aziende raddoppierà. E' un esempio, oltre all'intermodalità ed alla logistica, di come a Porto Marghera si può fare per procedere ad una effettiva riqualificazione.
Certamente è necessario fare sistema, ed avviare una gestione unica di tutti gli enti e società che promuovono Marghera. Un imprenditore quando valutasse il proprio insediamento a Marghera deve sapere con esattezza dove deve andare, cosa deve fare per insediarsi, quali sono le pratiche.

Se volete saperne ancora di più

Un aggiornamento curato da Dennis Wellington si trova nel Documento COSES n. 409/2002, di cui è disponibile il download download integrale.

Si può inoltre scaricare anche la relazione al Convegno AUDIS, Firenze 28 febbraio 2003, curata da Isabella Scaramuzzi: "L'onere della prova. Indizi e percorsi di indagine sugli effetti delle aree dismesse nell'evoluzione urbana", Documento COSES n. 467/2003 download. Il testo integrale dell'intervento al Convegno di Firenze è in corso di pubblicazione negli Atti, a cura di AUDIS.

Cfr. anche Fondaco Venezia Cap. 14 - "Marghera osservata speciale".

home