Per i francesi la città è una produzione continua ad economia mista. |
Ritengo, invece, utile per memoria e per la condivisione di esperienze, annotare le mie principali considerazioni su quanto ci è stato illustrato e sull'approccio secondo il quale i diversi attori della Grand Lyon "progettano e governano" il territorio metropolitano.
Premetto quattro considerazioni di ordine generale:
A sua volta la communautè (che spesso viene denominata città metropolitana per assimilarla al concetto italiano) fa parte di un'aire urbaine che include 293 Comuni della regione lionese (potrebbe in qualche modo essere anche questa una metropoli ma di scala regionale): questa area raggiunge 1.600.000 abitanti. Si deve annotare che i comuni in Francia sono molto più piccoli in media di quelli italiani e numerosissimi: questa situazione, unità al modello insediativo francese decisamente sbilanciato verso poche grandi metropoli rispetto a quello italiano delle '"ento città", favorisce senz'altro l'aggregazione in commmunautè e l'accettazione, da parte dei comuni minuscoli, della "polarizzazione gerarchica".
Né la communautè né l'aire coincidono con la gerarchia francese di Dèpartement e Region2: nel caso di Lyon, rispettivamente, Rhone e Rhone-Alpes.
La Grand Lyon è una istituzione di secondo livello (non direttamente eletta dagli abitanti) espressa dai 55 Comuni: una istituzione simile al vecchio Comprensorio ex Lege Speciale per Venezia.
Di fatto è una associazione strutturata di Comuni, preposta alla redazione dello SCOT e del PLU (oltre che a documenti programma come Lyon 2020 e di azioni condivise come Agenda 21). Opera sulla base di risorse finanziarie trasferite dai Comuni della communaute e dallo Stato: a sua volta eroga finanziamenti per la realizzazione dei progetti. Non si tratta di intercomunalità volontarie e facoltative, come potrebbe essere quella in provincia di Venezia, per la redazione di un PATI piano di assetto del territorio tra comuni (insieme di PAT), bensì di una intercomunalità obbligata che sostituisce, di fatto, la pianificazione comunale, sia strategica (SCOT) che generale (PLU).
Nel documento COSES n. 618/05 ora disponibile nel sito, si trovano alcuni dati sulle communautés urbaine e sulle aires urbaine in Francia, al 1990 e al 1999 di Fonte INSEE e Documentation Francaise (2002).
Le communautés di livello metropolitano sono, in Francia, 18: dopo Parigi è Lyon quella più grande, seguita da Marsiglia e Lille. In tutti vi ricadono 4.301 comuni con oltre 24 milioni di residenti al 1999 (e un aumento di popolazione, tra 1990 e 1999, del 4.6%).
Diciamo quindi che la prima grande e sostanziale differenza tra noi e Lyon è la chiarezza dei livelli di pianificazione nel caso delle comunità urbane (metropolitane). In termini espliciti il Piano Strategico di Venezia sarebbe uno SCOT della comunità urbana degli enne comuni, che si sono costituiti in una Città Metropolitana di secondo livello (non eletta direttamete): non potrebbe essere redatto dal solo comune capoluogo. Naturalmente per adattare questa esperienza al veneziano, si potrebbero percorre molte strade alternative: per esempio aggregare volontariamente in un PATI i comuni di cintura metropolitana, oppure considerare il PTCP lo SCOT di una communauté urbaine (una metropoli larga) o una provincia metropolitana. Ma, ancora, si potrebbe configurare una aire urbaine tra province, la famosa Patreve, che scegliesse di costituirsi in Città Metropolitana secondo la definizione italiana (titolo V della Costituzione), assumendo il diritto-dovere di redigere un schema coordinatore (che equivale ad uno SCOT o PTCP) a cui farebbero riferimento, poi, i PAT ex LR 11/2004.
Fatto sta, che mentre Grand Lyon è operativa a questo livello di piano, noi ancora dobbiamo accordarci su quale soluzione sia percorribile, qi ed ora. Inutile ripetere, come abbiamo premesso, che l'istituzione lyonese si muove (eccome) con grande apparato organizzativo e comunicativo e produce rinnovo urbano, vistoso e incessante.
Vediamo come.
Il carré de soie: un grand loisir
Il GPV nei Comuni di Villeurbanne e Vaulx en Velin, nella communauté urbaine (due dei 55, contigui alla parte nordest di Lyon entro la prima corona urbana) prevede la realizzazione di una grande area per il loisir (tempo libero e svago) a scala metropolitana, con forte caratterizzazione sportiva (è già presente l'Ippodromo) e spettacolare (un multiplex della società cinematografica lyonese Pathé), nonché un vasto insediamento residenziale (in parte recuperato in parte nuovo).
Questo GPV denominato Carrè de la Soie, Quadrato della Seta, sarà connesso al progetto della Berges du Rhone, altro GPV, che intende riqualificare, sempre a destinazione loisir, le sponde del Rodano.
Per il Carrè de Soie è stata costituita una Mission d'amenagement, altro strumento tipico francese per la realizzazione dei grandi progetti. Negli anni Sessanta la prima Mission interministerielle venne inventata per lo sviluppo turistico della Languedoc Roussillon, intervento in cui vennero per la prima volta utilizzate anche le ZAC (Scaramuzzi, 1993).
I due progetti hanno come elemento qualificante il rapporto della città con l'acqua, il recupero dei propri fiumi, l'affaccio come carattere ameno e valore urbano.
Si riscontra una analogia forte con l'intervento a Parigi, denominato Paris Plage (vedi materiali Scaramuzzi, 2004).
Il nome Carre de Soie è legato all'industria Rhone Polenc una delle maggiori produttrici di filati artificiali europee che era insediata a Vaulx-en-Velin (legato al polo chimico lyonese) e ha dismesso vaste aree. È presente nel Carrè un largo quartiere "operaio" di tipologia pavillionaire (piccole villette unifamigliari), del tipo città giardino (come Marghera) con singolari esempi di case gemelle o bifamiliari.
Il GPV si basa innanzittutto su una veloce connessione con il centro urbano della Part Dieu (il secondo cuore urbano, oltre Rodano), attraverso due linee di tram, di cui uno express, che avrà soltanto due fermate: la Soie e Meyzieu (altro comune della communautè con una zona industriale) e quindi dirigirà rapidamente verso St. Exupery (stazione TGV e aeroporto di Lyon, ex Satolas). Questa linea giace sulla vecchia ferrovia ed è denominata lea&leslys ligne de l'est de l'agglomeration (agglò) e ligne Lyon Saint Exupery: dalla fermata della Part Dieu un nuovo tratto della linea A del Metro connetterà direttamente il secondo cuore urbano lyonese (denominato appunto Part Dieu) e il primo cuore ovvero la penisola o hypercentre.
Quella delle connessioni veloci delle varie parti urbane è la costante prioritaria di tutti gli interventi di rinnovo urbano di Lyon. Insieme alla grande cura per gli spazi pubblici aperti è una cifra di unità della metropoli assolutamente percepibile anche dall'utente occasionale (come noi). Non si ha mai la sensazione di "uscire dalla città" anche grazie alla omogeneità del mezzo di trasporto (es. tram) o dei marciapiedi e delle piazze.
Alcune domande sorgono immediate, alla illustrazione del progetto vincitore del concorso che la Mission ha indetto per la realizzazione del Carrè de Soie:
Oltre all'Ippodromo, già esistente a Villeurbanne, sono previsti un porticciolo da diporto, centri fitness, muri di scalata, bowling. Nel caso di questa cordata di promotori è Altarea che segue l'intera realizzazione e gestione del complesso (resta proprietaria degli immobili?).
Uno dei criteri di selezione dei progetti, oltre alla loro fattibilità, è la valutazione del possibile fallimento del promotore gestore, sul medio periodo. I terreni vengono comunque (anche nelle ZAC) acquisiti a prezzi di mercato (non si tratta di espropri) e in parte restano di propeità della Grand Lyon che poi li "concede" per un periodo lungo (99 anni). Nel Carrè de Soie metà dei terreni oggetto dell'intervento Altarea (loisire) appartengono a Pathè, metà della Grand Lyon e verranno venduti all'OREA.
Nel caso che un privato non intenda collaborare o vendere si produce una inchiesta di pubblica utilità e quindi la SEM può acquisire a costo di mercato le aree (cessione obbligata).
Il promotore in genere realizza parcheggi, gestione degli spazi e delle infrastrutture pubbliche (es. un canaleo le piazze). Questi oggetti restano privati.
La duchere: un rinnovo esplosivo
La Duchère è un quartiere di circa 10.000 abitanti e 120 ha di cui 40 di verde: fa parte della corona urbana di Lyon e sorge su una splendida collina a ovest della città, oltre il quartiere di Vaise. Entrambi i quartieri appartengono al 9° arrondissement del Comune di Lyon: si annota che gli arrondissement, quartieri, delle grandi città francesi sono da sempre 'governati' da un Mairie, Municipio.
Ci raccontano che, alla "festa" per la prima esplosione l'atmosfera era piuttosto allucinata, tra fascino per il futuro intrapreso e grande nostalgia per il proprio passato di comunità. Molti abitanti sono persuasi che andranno "a stare meglio" in appartamenti nuovi e più adeguati ma il quartiere "com'era e dov'era" costituisce la loro storia, inclusi gli edifici ormai fatiscenti.
Alcuni sostengono che si dovrebbero salvaguardare alcune barres originarie de La Duchère come documentazione della storia dell'architettura del XX secolo. Tale è il destino della Torre centrale del quartiere che non sarà demolita ma salvaguradata con un intervento statale attraverso apposito piano e finanziamento a fondo perduto per il rinnovo. La ragione di questa salvaguardia non è solo culturale e documentaria: si tratta del solo edificio in cui gli appartamenti erano in maggioranza di proprietà privata e, dunque, difficilmente si sarebbe potuto decidere una demolizione "consensuale". Gli appartamenti, per altro, avevano raggiunto un livello di degrado tale per cui il costo del rinnovo sarebbe equivalso a quello di un appartamento ricostruito ex novo. I finanziamenti al rinnovo verranno dati, non alle famiglie, ma al "condominio", al fine di incentivare la miscela sociale degli abitanti e non "radicare" necessariamente i nuclei che volessero rilocalizzarsi (vincolandoli al finanziamento ricevuto). Il contributo è pari al 75% del costo di rinnovo: è previsto a restauro concluso ma nel piano di 'montaggio finanziario' da parte del condominio si prevedono prefinanziamenti agevolati senza interessi attraverso la Cassa Depositi e Prestiti.
Credo che il meccanismo sia simile a quello previsto per le multiproprietà nelle stazioni sciistiche francesi dove, su edifici a barre degli anni Sessanta, si è intervenuti attraverso montaggi finanziari di "condominio" e attraverso società di rinnovo unitarie che "rappresentano" i diversi proprietari e possono agire come imprese (es. scaricare l'IVA) anziché come famiglie private (cfr. Manente e Scaramuzzi, 1999).
Per gestire i finanziamenti a La Duchère viene costituito un Syndicat dei proprietari che agiscono attraverso un Amministratore e un consiglio degli inquilini.
Il GPV ha come orizzonte finale il 2012 e una prima fase terminata nel 2008. A fine progetto solo il 50-60% di alloggi resterà di tipo bon marchè, ovvero popolare, rispetto all'attuale 80%: questo appunto per favorire l'integrazione di classi diverse a La Duchère, che potranno acquistare appartamenti in tipologie differenti da quelle 'condominiali', in edifici compatti o verticali: sono previste case unifamigliari, a schiera, con giardini e anche case singole/separate. Si intende anche garantire una offerta locativa privata, oggi scarsa, accanto a quella agevolata e sociale. La costruzione di queste tipologie di abitazioni è anche il motore che permette di coinvolgere degli investitori privati nel GPV de La Duchère.
A parte l'intervento sul patrimonio immobiliare che viene ritenuto fondamentale per la miscela sociale del quartiere, il progetto prevede interventi esplosivi sugli spazi pubblici (es. sport e parchi) e su quelli commerciali, con la creazione di un nuovo centro urbano che riunisce le diverse porzioni del quartiere (oggi 5 zone separate): questo si colloca al carrefour del nuovo viale centrale, prima assente, con l'accesso dall'esterno (prima impossibile): autostrade regionali e piana della Grand Lyon.
È prevista la localizzazione di alcuni centri (amministrativi, educativi, nuove tecnologie) capaci di attrarre i residenti della Grand Lyon Ovest a La Duchère.
Nel progetto è compreso un rinnovo paesaggistico centrato sul parco de le Vallon, alle pendici ovest della collina, destinato a diventare un parco urbano, rivolto alla Grand Lyon. Notiamo qui un elemento distintivo della progettazione urbana lyonese, comune all'intera città, e ai singoli quartieri e GPV: la rilevanza assegnata alla scuola nel disegno delle eccellenze urbane. Non solo i nodi formativi (anche professionali) vengono previsti e considerati come elementi del rinnovo e della qualità metropolitana, ma diventano addirittura nodi focali per organizzare le centralità urbane e di quartiere. Nel caso della Duchère i due principali assi viari del GPV connettono un Collegio (per ragazzini ma con una sezione di scuola professionale per ristoratori e manutentori del patrimonio) ed un Liceo, i quali diventano in pratica i "vasi del miele" tra cui si sviluppa la rete commerciale e collettiva. Una considerazione delle scuole (non solo dell'Università!) del tutto estranea alle logiche nostrane.
Il costo finale del GPV è di 200.000.000 di euro (in 12 anni) e coinvolge una nutrita schiera di partner pubblici e privati. La sola Torre costerà 3.500.000 euro.
A proposito di comunicazione del progetto, le persone che lo illustrano sono tutte donne. Ci viene spiegato che spesso i "comunicanti" sono di sesso femminile: nella Grand Lyon tra communautè urbaine e ville de Lyon ci sono 11 donne su 13 comunicanti. Va anche notato che la Mission GPV ha una propria "casa" l'espace GPV, aperta al quartiere e centralissima (dove sono avvenuti anche i nostri incontri): vi si distribuiscono i materiali informativi (inclusi quelli che vengono denominati come utensili performanti, come i DVD) e vi si ritrovano gli abitanti per la partecipazione, organizzata per cantieri (es. gestione, alloggiamenti). Esiste un gionale GPV distribuito 6 volte l'anno. Ogni anno 450 abitanti vengono intervistati sulla percezione del progetto (customer satisfaction?). La Mission è organizzata per gruppi di studio tematici (es. commercio, scuola) aperti ai professionisti, agli abitanti, alle diverse associazioni locali.
A proposito di concertazione ci viene spiegato che le decisioni "forti" come la demolizione delle barres e la trasformazione radicale della viabilità e degli spazi pubblici non vengono discusse con gli abitanti: viene conferito un primato ai progettisti che "sanno come si deve fare". A proposito di Haussmann e di Napoleone.
Solo in un secondo livello di decisioni, viene praticata la concertazione delle scelte: ad esempio nella organizzazione delle destinazioni sociali e culturali, come sale per attività associative, feste, e così via. Le donne comunicanti sono fermissime nel ribadire che questo è lo spazio di partecipazione alle scelte.
Altra notazione collaterale sul GPV è la presenza di gruppi progettuali di architetti molto giovani (i cui progetti sono presentati nella brochure archi' nova del 2004 per lo più lyonesi ma anche di Grenoble e di St.Etienne (che hanno scuole di architettura appartenenti alla rete della Regione Rhone-Alpes). A loro si devono i futuri edifici della Duchère: un altro modo di operare largamente assente in Italia. I progetti sono stati selezionati attraverso un concorso e una giuria appositamente costituita dalla Mission La Duchère. Tra le 10 equipes alcune si occupavano di PLU piano locale di urbanistica, alcune del GPV vero e proprio, altre del cosiddetto HQE alta qualità ambientale, ovvero del paesaggio.
Il sito www.gpvlyonduchere.org è un veloce modo per saperne di più.
Il progetto di sviluppo comprende ovviamente le residenze (vedi foto) e le attività di servizio, quali commercio in sede fissa e mobile, centri culturali e sociali, loisir e sport.
Gli interventi di rinnovo urbano si sono sviluppati a partire dal 1996 con orizzonte 2005 e sono, pertanto in larghissima misura realizzati, visibili e vistosi. Anche in questo caso il nostro gruppo è stato ospitato nella "casa" del progetto e siamo stati informati da comunicanti; quindi abbiamo visitato alcune delle aree rinnovate (foto sopra).
Si tratta, in questo caso, di un Plan de Developpement e non di un GPV.
La Vaise è un vecchio quartiere di Lyon: la stazione ferroviaria di Vaise è una delle due stazioni storiche, già segnalate nelle guide per viaggiatori nel 1867.
Ovviamente è una forzatura, in entrambi i casi, seppur per ragioni storiche e culturali diverse.
Se, invece, facciamo delle analisi più serie vediamo che anche in Francia (come attorno a Venezia) l'urbanità degli insediamenti si è diffusa, ha contaminato la campagna e sta costringendo i "capoluoghi" a fare i conti con "piccoli comuni intorno", quartieri divenuti quasi-città, cittadine borderline che hanno acquistato peso e rilievo in una geoeconomia inedita, a scala di macroregioni e globale.
Di particolare interesse appare la pagina di Techni.Citès in cui si riferisce di come si misura la diffusione urbana.
UNITÈ URBAINE
L'unité urbaine è un comune o un insieme di comuni che hanno sul proprio territorio una zona edificata di almneo 2.000 abitanti nella quale nessuna abitazione disti più di 200 metri dall'abitazione più vicina. Inoltre, in ciascun comune dell'unità urbana oltre metà della popolazione deve risiedere in tali zone edificate.
Se l'unité urbaine si estende su più comuni, l'insieme di tali comuni forma una agglomération multicommunale ou agglomération urbaine. Se l'unité urbaine interessa un unico comune verrà denominata ville isolée. È importante rimarcare che le soglie di 200 metri per la continuità dell'abitato e di 2.000 residenti, derivano da indicazioni adottate a livello internazionale.
AIRE URBAINE
Un aire urbaine è un insieme di comuni, senza soluzione di continuità e senza enclave, costituto da un pôle urbain, polo urbano, e da comuni rurali o unità urbane unités urbaines che costituiscono la couronne périurbaine dell'area. In quest'area almeno il 40 % della popolazione résidente ha un impiego (posto di lavoro) nel polo urbano o in uno dei comuni che gravitano su questo polo (ovvero dalle corone periurbane).
La couronne périurbaine ricopre l'insieme dei comuni dell'aire urbaine con esclusione del suo pôle urbain. Il pôle urbain è una unité urbaine che offre almeno 5.000 posti di lavoro (addetti) e che non è situato nella couronne périurbaine di un altro polo.
Le città e le agglomérations urbaines, individuate con il termine unico di unité urbaine, dove la delimitazione è fondata sul solo criterio della continuità dell'abitato possono essere costituite da:
se un commune raccoglie oltre il 50% della popolazione complessiva dell'unité urbaine, quest'ultima resta semplicemente un ville-centre. Diversamente tutti i comuni che hanno una popolazione superiore al 50% del comune più popolato, così come quest'ultimo, sono delle villes-centres. I comuni urbani che non sono villes-centres costituiscono la periferia, banlieue, della agglomération multicommunale.
BANLIEU
I comuni che non sono villes-centres costituiscono la periferia, banlieue, della unité urbaine.
COMMUNES PERIURBAINES
Si definiscono communes périurbaines quelli delle corone periurbane, couronnes périurbaines, e i communes multipolarisées.
COMMUNES MULTIPOLARISEE
Si definiscono comuni multipolarizzati quei comuni rurali e le unités urbaines situate fuori dalle aires urbaines, dove almeno il 40 % della popolazione residente ha un posto di lavoro, emploi travaille, in più aree urbane, senza raggiungere tale soglia con una sola fra queste, e che formano con esse un insieme territoriale continuo.
Une commune urbaine est une commune appartenant à une unité urbaine. Les autres communes sont dites rurales.
CONURBATION
Una conurbation è una agglomération formata attraverso la rionione di più centres urbains che erano inizialmente separati da spazi rurali (non continui e con enclave).
COMMUNAUTÈ D'AGGLOMERATION
La communauté d'agglomération è un EPCI établissement public de coopération intercommunale organismo pubblico di cooperazione intercomunale, che raggruppa più comuni i quali formano, alla data della sua creazione, un insieme oltre 50.000 abitanti di un territorio senza soluzione di continuità e senza enclave attorno ad uno o più comuni centrali che abbiano almeno 15.000 abitanti.
Questi comuni si associano in seno ad uno spazio di solidarietà, in vista di elaborare e condurre insieme un comune progetto di sviluppo urbano e di gestione del proprio territorio.
Va rimarcato che la communauté d'agglomération è stata istituita dalla legge relativa al rafforzamento e alla semplificazione della cooperazione intercomunale 12 juillet 1999.
Anche la communauté de communes è un EPCI che raggruppa più comuni entro un territorio senza soluzione di continuità e senza enclave. Essa ha come obiettivo di associare i comuni in seno ad uno spazio di solidarietà, in vista di elaborare e condurre insieme un comune progetto di sviluppo e di gestione del proprio ambito. Le condizioni relative alla contiguità dei comuni (senza soluzione di continuità e senza enclave) non sono imposte per le communautés de communes già esistenti alla data di pubblicazione della legge 12 juillet 1999 o derivate dalla trasformazione di un distretto o di una communauté de villes ai sensi della medesima legge (art. 51 et 56).
La communauté urbaine è anch'essa un EPCI che raggruppa più comuni che si associano in seno ad uno spazio di solidarietà, in vista di elaborare e condurre insieme un comune progetto di sviluppo e di gestione del proprio territorio. Le communautés urbaines istituite ai sensi della legge 12 juillet 1999 devono costituire un insieme contiguo senza enlcaves, con oltre 500.000 abitanti.
EPCI
Gli EPCI établissements publics de coopération intercommunale sono dei raggruppamenti di comuni aventi come obiettivo l'elaborazione di progeti comuni di sviluppo n seno al perimetro di solidarietà. Sono sottomessi alle regole dei comuni, omogenei e comparabili a quelli delle collettivitàlocali. Communautés urbaines, communautés d'agglomération, communautés de communes, syndicats d'agglomération nouvelle, syndicats de communes, syndicats mixtes sono, tutti, EPCI.
Le definizioni ISTAT
CASE SPARSE
Case disseminate nel territorio comunale a distanza tale tra loro da non poter costituire nemmeno un nucleo abitato.
CENTRO ABITATO
Aggregato di case contigue o vicine con interposte strade, piazze e simili, o comunque brevi soluzioni di continuità per la cui determinazione si assume un valore variabile intorno ai 70 metri, caratterizzato dall'esistenza di servizi od esercizi pubblici (scuola, ufficio pubblico, farmacia, negozio o simili) costituenti la condizione di una forma autonoma di vita sociale, e generalmente determinanti un luogo di raccolta ove sono soliti concorrere anche gli abitanti dei luoghi vicini per ragioni di culto, istruzione, affari, approvvigionamento e simili, in modo da manifestare l'esistenza di una forma di vita sociale coordinata dal centro stesso. I luoghi di convegno turistico, i gruppi di villini, alberghi e simili destinati alla villeggiatura, abitati stagionalmente, sono considerati centri abitati temporanei, purché nel periodo dell'attività stagionale presentino i requisiti del centro.
COMPLESSO DI EDIFICI
Si intende un insieme di costruzioni, edifici ed infrastrutture. Normalmente è ubicato in un'area limitata e non frammentata, finalizzato in modo esclusivo o principale all'attività di un unico organismo, ente impresa o convivenza.
LOCALITÀ ABITATA
Area più o meno vasta di territorio, conosciuta di norma con un nome proprio, sulla quale sono situate una o più case raggruppate o sparse. Si distinguono tre tipi di località abitate: centro abitato, nucleo abitato e case sparse.
NUCLEO ABITATO
Località abitata, priva del luogo di raccolta che caratterizza il centro abitato, costituita da un gruppo di case contigue e vicine, con almeno cinque famiglie, con interposte strade, sentieri, piazze, aie, piccoli orti, piccoli incolti e simili, purché l'intervallo tra casa e casa non superi trenta metri e sia in ogni modo inferiore a quello intercorrente tra il nucleo stesso e la più vicina delle case manifestamente sparse. Il carattere di nucleo è riconosciuto anche:
1 Le balades sono, nel turismo, le passeggiate organizzate attraverso particolari paesaggi (es. balades urbane o rurali), lungo itinerari prefissati e disegnati appositamente perché il visitatore, passeggiando, possa osservare ed immergersi nell'ambiente prescelto. Esistono anche balades con mezzi di trasporto dolci come la bicicletta o il cavallo o i carri trainati da animali. È interessante che questo tipo di esperienza venga predisposto e proposto ai residenti. La terza domenica del mese la Città di Lyon organizza balades guidate da una associazione (es. Fondazione Citroen, Museo Tony Garnier, Robins de Ville) affinchè i cittadini pongano uno sguardo diverso sul proprio spazio quotidiano. Sullo sguardo del turista (tourist gaze) esiste una interessante letteratura sociologica che fa capo ad autori come Urry e Cohen, e che spiega come una visione idiota di un luogo aiuti a vedere oggetti che, solitamente, non si notano e non si apprezzano proprio perché confusi nel quotidiano. Il costo delle balades, gratuite fino a 18 anni per le persone con limiti alla mobilità o disoccupati, costa 3 euro per studenti e gruppi di 8 persone e 5 per gli altri (+ il prezzo del biglietto di bus se necessario). Tra queste balades è prevista una visita alla città del XX secolo. La Città organizza 18 balades ovvero 2 per ogni arrondissement. Nel 9° si tratta delle balades La Duchere: un'epoque de l'architecture du XX siècle e La reconversion de Vaise après la fermeteure de l'usine Rhodiaceta.
2 La Region redige uno strumento territoriale per l'area metropolitana lyonese, denominato DTA, Direttive Territoriali di gestione, che interessa le aires urbaines di Lyon e St. Etienne: 2,3 milioni di abitanti, 450.000 ha, 382 comuni pari a circa il 40% della popolazione della Region Rhone Alpes (vedi depliant e sito internet).
Consultazione del lavoro