MaMe: Marghera Memorie
la memoria per un progetto di futuro

Intervento di Isabella Scaramuzzi e Marta Masé al Convegno

UN ECOMUSEO, UNA CITTÀ
25-28 Maggio 2007 - Settimo Torinese

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Cosa indaghiamo

La Provincia di Venezia ha intrapreso una ricercAzione per preservare il patrimonio storico di Porto Marghera e dialogare con la tecnodiversità ancora attiva nella zona industriale costiera. Si ha come orizzonte l'attivazione di "dispositivi museali" oltre la manutenzione - collezione - esposizione di manufatti, macchinari, documenti, archivi e oggetti, come supporti alla generazione del futuro. Questa la sfida concettuale.
C'è chi pensa ma perché dovremmo fare un museo a Marghera che è ancora diffusamente viva?! La visione del museo come " luogo di oggetti morti", soprattutto a Venezia dilaniata tra l'alternativa tra città museo e città, va superata.
Il COSES ha cercato di dar vita ad una ricercAttiva che, partendo dall'attuale mancanza di un luogo fisico in cui raccogliere oggetti di Marghera, individuasse le "buone pratiche", idonee a rendere fruibili luoghi fisici per attraversarli ed osservarli:

Una prima mappa incrociata soggetti proprietari/oggetti e siti, porta ad una ipotesi concreata di visitazione/divulgazione: fruizione di Porto Marghera attraverso itinerari concreti e virtuali, siti fisici e un sito on line che renda accessibili le risorse presenti e già catalogate e allo stesso tempo crei un ideale raccoglitore di idee, della produzione, delle esperienze, delle storie di vite già vissute e che vivono a Marghera. Una contaminazione tra ecomuseo, museo on line e community virtuali, urban center.
Titoli degli itinerari ipotizzati:

Un focus è stato sviluppato sulla potenziale domanda di fruizione turistica, nel contesto della pressione esistente sull’area veneziana, costa e città antica.


Il 25-28 maggio 2007 a Settimo Torinese (TO) si è svolto il Convegno:

UN ECOMUSEO UNA CITTÀ

L'intento della Fondazione Esperienze di Cultura Metropolitana e dalla Città di Settimo Torinese, in collaborazione con il Laboratorio Ecomusei della Regione Piemonte, curatori dell'iniziativa, è quello di "porre all'attenzione nazionale e internazionale le peculiarità di una esperienza culturale integrata, che ha caratterizzato l'ultimo decennio della storia della città, sollecitando un confronto aperto con le realtà interessate allo sviluppo degli stessi temi e alla cooperazione interistituzionale".
Le tematiche trattate sono legate a ecomusei, musei, memorie, comunità, archeologia industriale.

Si inserisce in questo ambito l'intervento di Isabella Scaramuzzi e Marta Masé; la cui presentazione, in formato PDF è disponibile per il download integrale   download.


Settimo: non dimenticare

Una volta, guardando dalla Basilica di Superga, si vedeva una campagna di panni stesi ad asciugare: era Settimo Torinese, lavanderia della metropoli, luogo operaio e operoso d'eccellenza. Si fabbricavano bottoni, penne, mattoni, si filava la canapa, c'erano stabilimenti chimici di vernici e farmaci. Settimo rimane, oggi, un laboratorio operoso ed eccellente anche nella industria del futuro, che si definisce immateriale: quella della cultura.
Per me, ospite del Convegno Internazionale Un ecomuseo, una città, sono due le notorietà di Settimo. Da un lato la vicenda del Laboratorio teatro Settimo, dove sono stati coltivati molti talenti dell'attuale scena italiana (non li cito per non dimenticare qualcuno): la conosco come spettatore, a mia volta coltivata da un altro sito speciale che è il Teatro dei Leoni di Mira, Riviera del Brenta. Poi dicono che le Province sono da abolire: viva la provincia se sa diventare rappresentanza ed ente di governo di questa Italia ad alto tasso di produttività! Dall'altro lato Settimo è noto, a chi si occupa di offerta museale, per l'Ecomuseo del Freidano uno dei primi e famosi nel circuito specialistico, non solo nazionale. Noi veneziane siamo qui per presentare Marghera, un altro caso eccellente del Bel Paese operaio e operoso. Ma.Me marghera memories.
Su richiesta della Provincia il COSES, consorzio Studi e Formazione tra Comune e Provincia di Venezia, ha ipotizzato un e-co-museo: un luogo in cui raccogliere memorie, che inizia in forma virtuale (la lettera e allude ad un sito online): fotografie, documenti cartacei e virtual tour che conservino e usino la memoria per raccontare, educare, suggestionare. Un museo che coinvolge la comunità locale (co sta per comunità o community, se virtuale) la quale non vuole in alcun modo essere museificata: anzi, pretende di evolversi e produrre cultura contemporanea, vuole un futuro che non rinneghi affatto le eredità del passato pur chiedendo di governare meglio gli impatti negativi e i rischi.
Un museo, finalmente, fatto di itinerari fisici, reali, di vetro, acciaio, petrolio, navi, macchine, ferraglie, granaglie, energie, edifici, canali: che iniziano dalle porte (il Parco Scientifico e Tecnologico VEGA, la città giardino, gli ex stabilimenti Enichem) e conducono i visitatori, per terra e per acqua, alla conoscenza di uno straordinario mix tematico. Nel cuore di una viva tecnodiversità, come dice in bel modo Casanelles che ha messo insieme lungo il fiume LLobregat in Catalugna 17 siti produttivi. Itinerari che hanno come orizzonte la Laguna di Venezia: museo all'aperto tra Novecento industriale e luoghi senza tempo, eterni.
Museo, se vogliamo crederci con la forza di chi sogna, della Plastica: il primo in Europa, imparando dai casi esemplari, tra Settimo Torinese, Manchester, la valle del Llobregat e della Rhur. Museo dove si documenti, si rifletta, si educhi e si giochi su una delle materie che hanno cambiato il mondo, magari rispettando i conflitti che si è portata dietro, senza raccontare balle mentre si raccontano storie.
Settimo ci da anche un altro spunto, un'altra buona pratica, utile al nostro concetto di e-co-museo: la pratica teatrale come ponte tra raccolta di memorie, di ricordi vissuti, ed educazione permanente. Qualcuno sostiene che il turismo sia una forma di educazione permanente: fuori dalle aule per i piccoli, fuori dall'età scolastica per gli adulti. Quello che oggi si chiama edutainment è in fondo un mestiere antico: affascinare, comunicando le memorie, divertirsi con le cose serie. E il museo che pensiamo noi, forse, è il contrario del museo, anche quello della Musa Tecnè. Non solo è all'aperto, non solo è partecipato, ma vive, usa le memorie, le lascia parlare, le rappresenta in ogni forma e con ogni mezzo possibile. Tutto vuole fare meno che conservare in una teca cose morte.
A Settimo, la sera di chiusura del Convegno internazionale, si rappresenta la storia della Signora Chimica, presso l'ex stabilimento Farmitalia. Ci piacerebbe che la Signora Chimica, come nelle belle storie, camminasse camminasse fino a Marghera, seguendo siti ecomuseali come tanti sassolini, e lì trovasse una casa: magari in una Torre di raffreddamento.

di Isabella Scaramuzzi - Direttore COSES


Consultazione del lavoro

Il Documento COSES n. 882/07 è curato da I. Scaramuzzi, M. Masé;.

Sulla tematica "ecomuseo" si veda, nella sezione "Studi in corso" anche:

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elenco Studi in corso