La mobilità residenziale nella città antica

Risultati dell'indagine

di C. Pedenzini

Quali sono le ragioni che spingono i veneziani che vivono nella città antica ad andare ad abitare in terraferma o nei "comuni della porta accanto" (come Spinea, Marcon, ecc.) e quali i meccanismi di attrattività residenziale di breve e ampio raggio messi in campo dalla città? A questa e ad altre domande ha cercato di fornire spunti di riflessione lo studio voluto e finanziato dall'Osservatorio Casa del Comune di Venezia e realizzato dal COSES.
L'indagine campionaria, svolta nel 2009, ha coinvolto 261 famiglie che nell'ultimo quinquennio hanno cambiato residenza (uscite dalla città antica verso la Patreve ed entrate a tutto campo, italiane ed estere). Un focus sulla città antica che ricalca lo studio svolto nel 2007, quando era stato considerato il capoluogo nella sua globalità.

I risultati campionari confermano quanto emerge dall'insieme complessivo degli spostamenti:

È naturale domandarsi quanto questa caratterizzazione sia causa e quanto effetto di un mercato immobiliare che da molto tempo sposta quote rilevanti di popolazione alla ricerca di una soluzione residenziale di qualità a costi accessibili.
Venezia perde soprattutto famiglie e acquista coppie in formazione o persone sole: alla città non manca il potere attrattivo verso i nuovi nuclei e i giovani, quanto piuttosto la capacità di trattenerli quando le esigenze abitative spingono a cercare offerte più articolate.

I motivi per cui si decide di trasferirsi in città antica sono collegati ai valori tipici dei centri urbani: il lavoro in primis, lo studio, le relazioni, la qualità urbana, le opportunità e gli stimoli culturali in senso lato.
Chi se ne va esprime invece la primaria necessità di trovare una casa con caratteristiche diverse, domanda che non trova risposta all'interno della città antica.

Chi viene a vivere in città antica vede diminuiti i tempi di percorrenza tra casa e luogo di studio o di lavoro e migliora la qualità urbana, la sicurezza, l'accesso alla rete dei trasporti pubblici e l'uso del tempo libero. Deve però fare dei "sacrifici": accetta una casa più vecchia, meno indipendente, più piccola e alcuni rinunciano persino ad essere proprietari. Emerge anche la debolezza della rete commerciale della città antica (e del capoluogo nella sua interezza) e la scarsa presenza di strutture sportive.
Speculari sono i giudizi di chi lascia la laguna, che nel trasferimento giudica nettamente migliorata la rete commerciale a disposizione, la qualità ambientale (soprattutto tra chi esce completamente dal capoluogo), la possibilità di praticare attività sportive e la disponibilità di servizi, anche qui in particolar modo per coloro che cambiano comune. Ha trovato una casa più grande, di più recente costruzione e in proprietà. Peggiora, invece, sia il tempo di percorrenza fra l'abitazione e il luogo di studio o di lavoro sia la qualità urbana.

Il 69% di chi se n'è andato giudica la casa attuale migliore di quella che aveva in città antica; tra coloro che invece sono arrivati in città la quota si ferma al 42%.

A distanza di tre-cinque anni oltre la metà (58%) degli intervistati che se ne sono andati dalla città antica vi tornerebbe, soprattutto i più giovani e quelli che si sono trasferiti nella terraferma di Venezia. La condizione prima per il rientro è però il prezzo degli alloggi: un vincolo nel rapporto qualità-prezzo che difficilmente il mercato immobiliare sarà in grado di soddisfare per questa tipologia di abitanti.

Complessivamente la questione casa è "responsabile" della metà degli abbandoni della città lagunare. L'altra metà non ne fa una questione di prezzo e qualità dell'alloggio: ha preferito lasciare la città per spostarsi laddove i servizi, anche quelli di area vasta, sono più accessibili; dove possono essere di aiuto e aiutati dai propri familiari i quali già precedentemente hanno fatto una scelta abitativa diversa; amano il verde e hanno necessità di maggior confort abitativo e meno barriere architettoniche che, se da giovani e in salute possono risultare irrilevanti, ad una certa età e magari con l'aggiunta di qualche problema motorio, sono determinanti a definire la qualità della vita.


Nel quinquennio 2004-2008 poco meno di 8.400 persone si sono trasferite nella città antica (uno su quattro proviene dalla terraferma o dall'estuario). Altre 9.400 sono andate ad abitare altrove (metà con destinazione la terraferma o l'estuario).
La città antica si caratterizza come mèta di spostamenti ad ampio raggio (ad esempio Roma, Napoli, Milano). Nel biennio 2007-2008 il 13% proviene dalla provincia a cui si assomma un altro 23% che proviene da altre zone del comune. Chi si allontana dalla città antica rimane, invece, nella maggior parte dei casi all'interno del comune (46%) o al più entro la provincia (11%).


Le slides (Documento COSES n. 1092) della presentazione del 30 giugno 2009 sono download scaricabili in formato PDF.

Per ulteriori approfondimenti consultare le pagine del sito dell'Osservatorio Casa del Comune di Venezia.


di C. Pedenzini, giugno 2009

elenco Studi in corso