Il traffico acqueo a Venezia
Tredici anni di esperienze

di L. Menetto

Foto di Franco Donadoni


Tutto è iniziato nel 1996: il COSES rileva sul campo

Tutto è iniziato nel 1996 quando, dopo molte riflessioni condivise con i dirigenti e i funzionari dell'Assessorato ai Servizi Pubblici del Comune di Venezia, (ente committente della ricerca) il COSES si metteva in campo per dare una forma o, se si preferisce, i numeri del traffico acqueo. Precedenti indagini erano state condotte dal Comune nel 1986 e 1987, sostanzialmente mirate a quantificare i flussi delle imbarcazioni per tipologia.
I giorni scelti furono, nella nuova occasione, martedì 12 e giovedì 14 novembre, date estranee alla stagione turistica, all'epoca ben definita, e lontane da possibili effetti di fine settimana due giorni ritenuti, almeno nelle previsioni, di normale transito delle imbarcazioni. Era la prima volta che il COSES provava a dare una dimensione reale, e non solo percepita, al traffico delle imbarcazioni nella città d'acqua, stabilendo regole e modalità di rilevamento che si sarebbero affinate nel tempo, ma mai contraddette in quanto mai ritenute inadeguate.
In quell'occasione le stazioni, (i punti di osservazione fissi) erano diciotto.
Per dare l'idea della continuità nel lavoro, sviluppato negli anni successivi, va ricordato che, di quel gruppo originario, sopravvissero sino al 2007 ben tredici stazioni, il che significa che - se si esclude il rio di Santa Marta - non è mai stata abbandonata la prima osservazione all'interno del "pesce" Venezia, ma solo completata, con l'aggiunta di altri punti di rilevamento, saliti agli attuali ventuno.
Le altre stazioni appartenevano al gruppo delle cosiddette "lagunari" - San Giuliano, Tessera, Murano e Sant'Elena - rimaste attive e, a volte, sostituite o integrate con altre, finché è durato l'interesse della Provincia di Venezia (altro Socio del COSES) per questo tipo di rilevazioni. Esse sono divenute cicliche - due all'anno, a primavera e fine estate - e soprattutto costanti per alimentare l'Osservatorio comunale (sino al completamento del 2007).
Alcune di queste stazioni, esterne al "pesce", sono state successivamente riprese dal COSES in occasione di campagne di rilevazione occasionali, ma importanti, con il Consorzio Venezia Nuova o per controlli spot da parte dello stesso Comune.
Per quanto riguarda la metodologia, molto è rimasto dalla prima volta invariato, ad iniziare dal criterio base del rilevamento sul campo che, ricavando anche molte informazioni su ciascuna imbarcazione in transito (targa e autorizzazione su tutte), ne conteggia i passaggi secondo le manovre possibili per ciascuna stazione, rinnovando la registrazione ad ogni passaggio.
Va da sé che, stante questo criterio, anche rimanendo invariato il numero delle imbarcazioni circolanti, se si modificassero i punti di rilevazione (aumentandoli o diminuendoli) si interverrebbe certamente anche sulla numerosità dei passaggi e sul movimento complessivo. Ciò ha obbligato, per ragioni di confronto del dato statistico, a non modificare negli anni (se non per la temporanea interruzione di precisi tratti d'acqua) sia la griglia delle stazioni (e relative manovre) sia i tempi di osservazione (fissati in dodici ore, dalle sette alle diciannove, salvo anticipo mattutino allo scalo del Tronchetto).
Naturalmente anche le tipologie di interesse, estese di fatto a tutti i tipi di imbarcazioni circolanti, per le esigenze dell'Osservatorio comunale non hanno più subìto variazioni dopo la loro completa definizione.

A scorrere il documento di sintesi di quei due giorni di rilevazione di tredici anni fa (COSES doc.64), a prima vista potrebbero sorprendere i pochi passaggi registrati rispetto al tetto consolidato degli ultimi conteggi che parlano di valori superiori ai 30 mila. Nei due giorni del 1996 se ne contarono complessivamente meno di tredicimila (12.666). In quell'occasione rilevammo, però, soltanto le tipologie principali (merci, lance, gran turismo, Amav), escludendo quindi - rispetto ad oggi - sezioni numericamente significative quali il servizio pubblico (ACTV) e, in secondo ordine, il diporto, le gondole e altre tipologie residuali. Anche le stazioni di rilevamento erano, come detto, inferiori e in parte diverse da quelle di oggi.
Nel 1996 il primato dei passaggi se lo contendevano, nell'ordine, le lance e le barche da trasporto, i topi, presenti con insiemi praticamente uguali, pari rispettivamente al 47 e al 45 per cento dell'intero movimento.
La realtà emersa dagli ultimi rilievi, pur nella conferma del peso preponderante di queste due tipologie, è - come vedremo - abbastanza diversa.


1996: Incontro con la gondola De Parada

Sempre nel 1996 (da maggio a novembre) prendevano vita nuove indagini del COSES rivolte alla più antica delle imbarcazioni lagunari, la gondola, e al servizio pubblico a questa collegato, il traghetto de parada (COSES Rap.14).
Si trattava di una "prima" rivolta agli specchi d'acqua riservati al remo, voluta dall'Istituzione per la conservazione della gondola e la tutela del gondoliere per liberare dall'incertezza delle stime e delle opinioni, la dimensione quantitativa del servizio svolto dai traghetti cittadini.
Precisamente, il committente chiedeva al COSES di verificare l'efficienza e l'efficacia del servizio, nonché, rispetto alla bontà di queste, l'ipotesi di incentivare l'offerta dello stesso. Si decise di far parlare collateralmente testimoni privilegiati e di ascoltare gli utenti, intervistandone un campione casuale (circa mille) per conoscere il livello di soddisfazione e le eventuali aspettative sul servizio.
La rilevazione dei flussi ai traghetti esistenti (all'epoca, otto) delineò un servizio pubblico di grande rilevanza con una media giornaliera di oltre ottomila persone traghettate tra le due rive del Canal Grande e con un alto numero di giorni di attività nel corso dell'anno (oltre trecento).
La lettura delle interviste raccolte tra gli utenti disse che il 61% degli intervistati risiedeva a Venezia e il 13% nel resto del comune, formando assieme un - prevedibile - zoccolo "veneziano" nell'utilizzo dei traghetti che lasciava comunque spazio a una frazione tutt'altro che disprezzabile, vicina al 24%, con un 10% costituito da utenti occasionali provenienti da altre regioni o da oltre confine nazionale e quindi, potenzialmente turisti.
Sette intervistati su dieci si dichiararono soddisfatti del servizio e quasi il 70% dei suggerimenti espressi erano compresi tra le richieste di: allungamento dell'orario di apertura, recupero del servizio notturno e riapertura dei traghetti chiusi.
Un plebiscito.
L'incontro con la gondola si è rinnovato nel 2002, con l'indagine ai traghetti di Santa Sofia e di San Tomà, indirizzata principalmente sulle caratteristiche dell'utenza (COSES doc.406) e soprattutto, nel 2007, con la riproposizione (senza interviste) della prima indagine, estesa quindi alla totalità dei traghetti operativi: ridotti a sei unità, dopo la chiusura di Santa Lucia e Dogana (COSES doc.936).
Un confronto con la situazione del 1996 indicava una pesante diminuzione delle persone trasportate (quasi il 40% in meno) e un contemporaneo aumento delle parade a vuoto, ossia di passaggi barca senza passeggeri a bordo, quasi raddoppiati (9%). Parte della riduzione dei passeggeri era da imputarsi certamente al diverso periodo stagionale in cui si erano realizzate le indagini (l'ultima ad ottobre e in giorni piovosi, contro la prima a maggio e con buone condizioni meteo) ma altre, anche intuibili ragioni dovevano aver condizionato negativamente i traghetti nell'ultimo decennio. Certamente tra queste l'impoverimento demografico e l'invecchiamento dei residenti, ma su tutte, forse, il progressivo auto indebolimento del servizio che dalla chiusura dei due traghetti poco frequentati non aveva saputo trarre le risorse per rafforzarsi negli altri maggiormente richiesti, anche secondo la volontà espressa dai suoi utenti. La riduzione dell'orario di apertura, introdotto pure nei due traghetti top di Santa Sofia e di San Tomà, due veri e propri ponti d'aria, contro la volontà dell'utenza che ne aveva invece chiesto con forza il prolungamento, è un dato che conferma questa interpretazione.
Lo stesso vale per l'incapacità dei traghetti de parada di stare al passo con le politiche del servizio di linea pubblico, non riuscendo ad innescare lo strumento dell'abbonamento, altrettanto richiesto dall'utenza, né a porsi in modo concorrenziale rispetto ai vaporetti per quanto riguarda la componente turistica o non residente, che, se sprovvista della carta Venezia, avrebbe potuto (e potrebbe) apprezzare il basso costo e l'uniformità tariffaria del passaggio in gondola.
Nonché la piacevolezza di questa esperienza.
Uno sguardo più attento al turismo, cresciuto in città in modo notevolissimo nell'ultimo decennio, avrebbe procurato indubbiamente dei benefici sull'efficienza e la redditività del servizio. Ma spetta ad altri analizzare i motivi di queste mancate scelte.


1998 Replica di una rilevazione apprezzata

Nel frattempo, le positive valutazioni sulla prima rilevazione COSES del traffico acqueo nel 1996, portarono al suo affinamento e riproposizione due anni dopo, in una stagione diversa dalla prima, con uscite nei mesi di marzo, aprile e settembre.
Alcune (cinque) delle ventitre postazioni si trovavano anche in questa occasione (ma solo per la giornata di marzo) all'esterno del "pesce" Venezia, nella sua laguna, mentre quelle tra il Canal Grande e quello della Giudecca e i rii interni erano diciotto, tutte in acque di competenza prevalentemente comunale.
Nel 1998 non si ritenne, in accordo con il Comune, di modificare la metodologia precedentemente adottata, registrando: l'orario di passaggio e la manovra del mezzo, la sua tipologia, la targa, il nome della barca e dell'eventuale autorizzazione, la presenza o meno di merci o di passeggeri a bordo.
L'orario di rilevazione risultava invece ancora ridotto, con la chiusura anticipata il pomeriggio alle 17 rispetto al regime attuale delle dodici ore (7-19).
Già allora emersero alcuni problemi strutturali, migliorati nel tempo con l'aumentata professionalità dei rilevatori, difficoltà legate soprattutto all'alto numero dei passaggi in alcuni momenti e stazioni (in Canal Grande soprattutto) e alla simultaneità della presenza di imbarcazioni in transito che, incrociandosi, a volte si coprono reciprocamente. In altre stazioni (Canale della Giudecca) è invece la profondità del campo di osservazione ad aver creato problemi di lettura delle specifiche.
In fase di elaborazione dei dati si cercò anche di ricostruire i percorsi effettuati da una stessa imbarcazione in una giornata tipo, ma con scarsi risultati, essendo decisamente insufficienti a tal scopo i posti di osservazione attivati.
Come metodo di lettura delle informazioni raccolte rimaneva e rimane invece valido quello del peso relativo delle diverse tipologie, ossia della numerosità dei passaggi registrati nelle diverse stazioni da ciascuna di esse. Su questo è stato possibile (da quando si sono stabilizzati il numero delle stazioni e l'ora di rilevamento dei passaggi) mettere a confronto i dati raccolti nelle varie campagne di rilevazione.
Chiunque sperimenta (con indagini inedite o pilota) la metodologia sul campo, mette in conto di dover apportare correzioni, perfezionamenti e adeguamenti: soprattutto nel confronto diacronico, se cioè tali rilevazioni verranno nel tempo ripetute, diventeranno costanti. Fa parte del mestiere, con gli incerti che esso comporta.
Scorrendo la lista delle stazioni attivate nel 1998, ben diciassette delle ventuno del 2007 erano già in essere e non sono mutate, così come, di fatto, le tipologie delle imbarcazioni.
Un confronto tout-court tra quella del 1998 e le ultime rilevazioni sarebbe comunque forzato, essendo da allora aumentate sia le stazioni (da 17 a 21) sia, come detto, l'orario di osservazione del movimento. In ogni caso va fatta memoria che nel 1998 la punta massima del traffico si registrò nella giornata di settembre con quasi 21 mila passaggi imbarcazione (20.769), contro i 18 mila di quella di aprile (18.152) e i 16 mila del giorno di marzo (16.118) (COSES Rap.42). Dieci anni orsono, come del resto oggi, le stazioni maggiormente frequentate erano quelle poste lungo il Canal Grande.
Il trasporto merci era complessivamente la componente maggioritaria, oscillando dal 38% di marzo, al 28% di settembre, seguito dalle lance con il 29% di aprile e il minimo di marzo (22%). I mezzi ACTV pesavano sul traffico per circa il 15%. Poca cosa, in termini quantitativi e percentuali, erano le tipologie rimanenti.
Tra il 1997 e il 2000, il COSES ha svolto anche rilevazioni occasionali per particolari tipologie, quali il monitoraggio dei natanti gran turismo per conto dell'Azienda Servizi Mobilità (ASM) e studi sul tema della circolazione e sosta nelle acque cittadine, propedeutici alle proposte per il nuovo Regolamento comunale degli spazi acquei (COSES doc.115).


2000 seconda replica

La riproposizione della rilevazione sul movimento dei mezzi nei canali e rii veneziani, (e ancora in quelli lagunari), si svolse nell'anno 2000, in aprile e ottobre (COSES Rapp.51 e 54). In quell'occasione si affinarono ulteriormente le modalità di rilevamento e si migliorò la localizzazione delle stazioni, soprattutto per quelle maggiormente sotto pressione per l'alto numero di transiti.
La rilevazione del 21 aprile prese in considerazione le ormai note 23 stazioni di cui, come visto in precedenza, ben 18 attive nel corpo del "pesce" Venezia e le rimanenti cinque "lagunari", di specifico interesse della Provincia di Venezia. Una distinzione comunque aleatoria, considerata la mobilità per definizione delle imbarcazioni e l'indivisibilità dell'elemento acqua, soprattutto nel nostro contesto di città-arcipelago. Per ovviare ai problemi riscontrati nelle precedenti rilevazioni, nei casi di difficile lettura dei dati delle singole imbarcazioni, si era definita prioritaria la registrazione del numero di autorizzazione, più facilmente leggibile e quasi sempre riconducibile alla targa del mezzo, (per lance e barche da trasporto), inserendo inoltre, per queste ultime, la distinzione tra servizio in conto proprio e conto terzi.
Nella giornata di rilevazione di aprile, nelle diciotto stazioni cittadine si contarono oltre 24 mila passaggi-imbarcazione (24.650).
Non ripeteremo mai abbastanza che il confronto immediato tra il movimento riscontrato in anni diversi non è semplice, né immediatamente fattibile, in quanto andando oltre l'apparente corrispondenza delle stazioni di rilevamento, si tratta di considerare le direttrici di traffico interne a queste e le loro variazioni intervenute nel tempo.
Ciò che è possibile è il confronto aggregato dei flussi totali sulle stesse stazioni, verificando la congruenza dei versi di scorrimento dei mezzi rilevati. In questo senso, rispetto alla rilevazione di aprile del 1998, si può parlare, nel 2000, di un aumento relativo del movimento.
Sempre nel 2000, ad ottobre, si abbandonarono le stazioni lagunari e ci si concentrò esclusivamente sulle 18 cittadine. Diciamo subito che il volume del traffico, in stagione diversa, si rivelò di poco inferiore a quello dalla precedente rilevazione di aprile scontando poco più di mille passaggi complessivi (23.505).
Diventerebbe oltre modo punitivo per chi legge addentrarsi nell'analisi delle tipologie e delle stazioni e dello scostamento delle manovre maggiormente frequenti, degli orari di punta relativi, nonché delle stazioni, o loro parti, compatibili per il confronto con le precedenti rilevazioni. Per questo si rimanda alla consultazione degli esaustivi rapporti di ricerca.
Qui basti dire che ancora merci e taxi si spartivano la fetta maggiore del movimento, presenti ciascuno con tre barche su dieci (insieme 60%). I mezzi ACTV non si spostarono dal loro 14%, le barche da servizio rimasero al 9%, seguite dal diporto (7%), dai lancioni gran turismo e dalle barche a remi (4%). Il maggior numero di passaggi si osservò, al solito, lungo la via d'acqua del Canal Grande, all'altezza di Rio Marin, all'ingresso e all'uscita del Rio Novo e a Rialto.


2002 rilevazione per un piano lagunare

Tralasciando alcune attività di routine sul tema, un successivo salto temporale porta all'anno 2002 e alla decisione del Magistrato alle Acque di Venezia di sollecitare le altre Istituzioni responsabili della pianificazione e del controllo del traffico acqueo e relativo moto ondoso (Provincia, Comune e Capitaneria di Porto), all'attuazione di un piano di presenza coordinata in laguna.
In quest'ottica il Magistrato alle Acque avviò uno studio sia per i rilievi diretti delle imbarcazioni circolanti (conteggi ed interviste), sia per la realizzazione di un modello del traffico a scala lagunare.
Nell'ambito di questo studio, il Consorzio Venezia Nuova (concessionario del Magistrato alle Acque) incaricò il COSES di effettuare i rilievi sul campo, proprio in virtù della ormai collaudata tecnica di rilevamento messa a punto nel corso degli anni.
Si trattò di una rilevazione senza precedenti, sia per la vastità del territorio lagunare da monitorare, di fatto l'intero specchio, con oltre trenta stazioni principali e un centinaio di rilevatori, sia per l'impegno continuativo, con tre rilevazioni da condurre nell'arco dell'anno, legate alle stagioni estiva, autunnale e invernale.
La durata della giornata di rilevazione non poteva non variare rispetto a ciascuna stagione, soprattutto in ragione delle ore di luce disponibili, passando dal minimo delle otto ore invernali, al medio autunnale di undici ore, fino al tetto massimo delle quattordici dell'estate.
Obiettivi delle rilevazioni dovevano essere quelli di fornire la numerosità delle imbarcazioni transitanti in punti e sezioni dei canali lagunari maggiormente trafficati, nonché, attraverso le interviste ai conducenti, ricostruire l'origine e la destinazione dei mezzi.
L'indagine si è protratta complessivamente per 24 giorni, 12 in estate, 6 in autunno e 6 in inverno. Il rilievo dei conteggi delle tre campagne lagunari ha fornito il dato di quasi 380 mila passaggi imbarcazione (379.658) in cui prevalsero i natanti da diporto (con il 37%) seguiti dai taxi (il 21%), mezzi ACTV (14%) e merci (13%), ovviamente con scambi tipologici significativi nelle tre stagioni interessate al monitoraggio e tra giorni feriali e festivi (COSES Rap.14).
Il valore di queste rilevazioni lagunari, al di là della loro complessa lettura, appare evidente, non fosse che per la raccolta di una serie rara di dati che si prestavano, per la loro ricca composizione, a diversi utilizzi.
L'Osservatorio comunale nel frattempo continuava la sua regolare attività, arricchendosi delle rilevazioni COSES di agosto 2001 e 2002 e arrivando nella seconda a definire le 21 stazioni, operative sino alla conclusione del 2007, l'orario delle dodici ore (7-19), nonché l'analisi distinta del movimento imbarcazioni complessivo separato da quello relativo al solo Canal Grande.
Ad agosto del 2002, nelle 21 stazioni, il volume del traffico sommava a quasi 29 mila passaggi (28.619), con le conferme della stazione più trafficata a Piazzale Roma, del primato tra le tipologie spettante alle lance (33%) seguito dalle imbarcazioni da trasporto cose (24,5%), il diporto (al 17% ) e i mezzi ACTV sotto il 9%. Confrontando le due rilevazioni (2001 e 2002) sulle manovre effettivamente comuni ad entrambe, quindi su dati depurati, si nota la sostanziale stabilità del movimento complessivo attestato attorno ai 28 mila passaggi (COSES doc.455).
Il confronto tra le successive campagne di aprile 2002 e 2003 mostrava, a sorpresa, una diminuzione del movimento delle imbarcazioni, passato dai quasi 29 mila del 2002 (28.639) ai neppure 26 mila (25.827) del 2003, un calo dovuto a minori passaggi riscontrati soprattutto a Rialto, Salute, Tronchetto e San Basilio.
Il primato delle lance non sarà comunque mai più messo in discussione (33%), come la seconda piazza, riservata alle barche merci (31%) e la terza ai mezzi ACTV (15%).


Tra 2003 e 2007: oltre quota 30 mila passaggi

Nel settembre 2003, committente Technital SpA, COSES monitorò lo specchio d'acqua, e relativi canali, compreso tra Fondamenta Nuove e Murano, con un'attività che costituiva un approfondimento della rilevazione curata in precedenza per il Magistrato alle Acque e comprendente quindi il conteggio delle imbarcazioni e le interviste ai conducenti (COSES doc.503).

La quota dei 30 mila passaggi imbarcazione complessivi verrà raggiunta per la prima volta con la rilevazione estiva del 2003 (il 5 settembre) segnata da un generale aumento del traffico circolante che coinvolse ben tredici punti di osservazione su ventuno, e in particolare le stazioni lungo il Canal Grande, soprattutto le due poste all'estremità (ingresso e uscita) dal Rio Novo.
L'Osservatorio continuò, negli anni successivi, la sua attività in modo regolare con due rilievi annuali sempre affidati al COSES, il venerdì prima di Pasqua e il venerdì precedente la Regata Storica, due scadenze poste ad inizio (primavera) e a conclusione (fine estate) di una stagionalità sempre più teorica e comunque fissate per rendere coerente il confronto dei dati raccolti.
Ripercorrere la quantità dei documenti e dei rapporti prodotti dal COSES negli anni sarebbe, da qui in avanti, una ripetizione di concetti in buona parte già espressi.
Basti dire che il volume complessivo del traffico acqueo, a parte qualche contingente variazione, si stabilizzò con la rilevazione della primavera del 2006 (14 aprile) sino alla conclusione della serie continuativa delle rilevazioni (il 31 agosto 2007) in oltre 30 mila passaggi imbarcazione, con la chiara tendenza ad essere più intenso nei conteggi di fine estate.
Poche battute vanno riservate all'ultima rilevazione della serie ricordata (agosto 2007) che riassume, anche nel confronto con la speculare precedente del settembre 2006, alcune costanti: oltre 32 mila passaggi barca (32.109) nonostante le non buone condizioni meteo, la stazione maggiormente trafficata individuata in quella di Rio Novo a Piazzale Roma, l'unica a sfondare i 3 mila passaggi, seguita, al solito, dall'omologa all'ingresso del Rio Novo all'altezza di Ca' Foscari con oltre 2 mila e 500 passaggi.
Le altre stazioni di conteggio con oltre 2 mila passaggi si trovavano tutte sulle rive del Canal Grande.
Altre conferme venivano dalla tipologia del traffico acqueo cittadino con in testa alla classifica sempre saldamente le lance con oltre il 38% del movimento complessivo (e oltre il 40% se associate ai lancioni gran turismo) seguite dai mezzi di trasporto cose (in conto proprio e conto terzi) con oltre il 28% del totale.
A decrescere seguivano i mezzi ACTV con circa il 13%, il diporto con il 9% e le gondole, sotto il 5%.
Anche per quanto riguarda le fasce orarie, le conferme parlavano di maggiori frequenze nelle ore del mattino (dalle 8 alle 12) per flettere durante la pausa per il pranzo e riprendere tono nel pomeriggio fino alle 17.
Da notare che - al di là delle costanti - si sta comunque commentando una giornata di rilevazione segnata negativamente dalle subentrate cattive condizioni meteo che colpirono immediatamente il diporto (oltre 2 mila e 500 passaggi in meno, quasi il 46% rispetto a settembre 2006), le barche merci di piccola stazza (-20%) in parte compensate, o sostituite, dalle barche da trasporto di dimensioni maggiori (l'11% in più).
Delle cattive condizioni meteo risentì pure la componente ludica dei giri in gondola che fecero segnare un 8% in meno. Nel confronto con la rilevazione del 2006 aumentarono invece le lance di quasi 600 passaggi (il 5%) e i lancioni gran turismo (26%).
La stabilità ha invece segnato per anni il servizio pubblico di linea, ad esclusione del servizio Alilaguna che di fatto tra le due ultime rilevazioni si ritrova raddoppiato, anche se pesa poco in termini assoluti con 81 passaggi che rappresentano però il 103% di incremento tra i due anni (COSES doc.935).


Osservatorio - Servizio permanente, approfondimenti costanTI

L'Osservatorio del traffico acqueo ha significato anche lo studio sulla sostenibilità del traffico nel Centro Storico di Venezia, svolto dal COSES per il Comune, e la rilevazione del traffico acqueo a Burano nell'estate del 2006, in questa occasione su incarico del Consorzio Venezia Nuova.
Significò anche rispondere, in tempo reale, sugli effetti della prevedibile chiusura parziale del Canal Grande per la posa del ponte di Calatrava, oggi ribattezzato della Costituzione, e soprattutto garantire continuità degli approfondimenti su singole componenti, o tipologie, delle imbarcazioni circolanti quali il servizio di taxi acqueo. Una componente strategica non solo per il traffico veneziano ma per la sua economia caratteristica che si basa sugli ospiti, per turismo o per altre motivazioni.
Su questo aspetto in particolare, esistono due studi commissionati dal Comune di Venezia, datati 1998.
Il primo riguardava la stima della domanda potenziale per cui si valutava che la componente turistica rappresentasse metà (almeno) dell'utenza.
La crescita del turismo in città nel decennio di riferimento antecedente presentava valori effervescenti. Per i pernottanti erano registrate ufficialmente incrementi del 28% negli arrivi e del 34% nelle presenze. Per i visitatori "pendolari" allora stimati in 7,5 milioni si prevedeva un incremento annuo futuro (almeno sino al 2000) attorno al 5%. Le conclusioni dello studio erano quasi scontate.
In sostanza si sosteneva che, valutata la buona redditività che il servizio taxi garantiva agli operatori, e vista inoltre la previsione di domanda turistica aggiuntiva di cui detto, un incremento del parco licenze tra il 15 e il 18% sarebbe risultato congruo e sufficiente a garantire un adeguato servizio in uno scenario espansivo. Tra le varie proposte avanzate nel documento, si ipotizzava anche quella del rilascio di licenze taxi stagionali (COSES doc.140).
Il secondo studio, una sorta di libro dei desideri, affrontava la questione dal lato dell'offerta, in altre parole chiedendosi se fosse possibile rendere il servizio taxi utilizzabile anche dall'insieme delle persone che vivono in (o la) città e la laguna, i residenti e i lavoratori su tutti.
L'obiettivo era quello di disegnare le condizioni e le scelte da compiere per poter disporre di un servizio taxi non più destinato solamente ai forestieri, ma anche a una normale richiesta urbana, come avviene in ogni città.
Lo studio ipotizzava il rilascio di un alto numero di nuove licenze (fino a 300), graduate nel tempo e concesse anche a tempo determinato, legate a nuove regole e a codici di comportamento, punto di partenza di una radicale modifica del servizio di trasporto pubblico non di linea, immaginato come complementare a quello di linea. Nelle schede allegate si fornivano anche i dati relativi alla stima della redditività individuale dei soggetti allora autorizzati e quella ipotizzata con l'allargamento massimo delle licenze. Il risultato sembrava poter garantire una dimensione di sufficiente redditività per tutti, mentre restavano da risolvere i problemi legati all'aumento degli ormeggi e degli approdi, per i quali si indicava una localizzazione decentrata nelle aree di potenziale aumento dell'utenza.
Sulla non secondaria questione dell'impatto ambientale si sarebbe dovuto intervenire con la riduzione della potenza e una nuova qualità dei motori (ibridi) nonché con l'utilizzo di nuovi scafi disegnati con carene modificate per ridurre al massimo il moto ondoso. (COSES doc.180).
Al COSES viene spesso domandato, per la sua missione statutaria, di documentare con i numeri e di fornire soluzioni ipotetiche alle questioni amministrative che i due Soci del Consorzio - Comune e Provincia- si trovano a dover affrontare.
Spesso si tratta di questioni spinose, in quanto strategiche per la vita della città e del territorio, che toccano le diverse categorie sociali ed economiche, che prospettano innovazioni e indirizzano i comportamenti e gli interessi della varie categorie.
Una missione molto stimolante sotto il profilo della conoscenza, della ricerca e della invenzione amministrativa, complicata per quanto riguarda la correttezza, l'imparzialità e l'equilibrio.


2007 e 2008: focus sui taxi

Un esempio chiarissimo è rappresentato dagli ultimi due approfondimenti per l'Osservatorio. Nel 2007, il Comune ha chiesto al COSES un altro studio sul servizio pubblico non di linea (lance taxi-nolo e lancioni gran turismo) circolante in Canal Grande, con lo specifico (anche se non unico) interesse di conoscere quanti passeggeri trasportasse.
La rilevazione è stata compiuta nell'ultimo fine settimana di agosto in quattro stazioni comprese nell'elenco delle ventuno ormai consolidate per l'Osservatorio, selezionate tra quelle che avevano fatto registrare nei passati rilievi il maggior numero di passaggi della tipologia qui interessata e con un criterio distributivo che coprisse l'intero percorso del Canal Grande (Rio Novo, Erbaria, San Vio, Salute).
Si è cercato inoltre di orientare questa scelta per intercettare, nel modo più completo possibile, oltre agli spostamenti interni al Canal Grande, anche i vari flussi in ingresso e in uscita da e per i terminal maggiormente coinvolti nello scambio arrivi/partenze (Ferrovia, Piazzale Roma, Tronchetto e direttrice Aeroporto). Complessivamente, nei tre giorni (da venerdì a domenica, dalle 7 alle 19) e nelle quattro stazioni, considerando assieme taxi-nolo e lancioni, si sono contati quasi 12 mila passaggi imbarcazione (11.745) che hanno trasportato 28 mila persone (28.013). La maggioranza dei mezzi rilevati apparteneva alla categoria dei taxi (l'84%) mentre il nolo, compresi i casi di imbarcazioni autorizzate dai Comuni limitrofi a quello di Venezia, si fermava al 15%.
Quasi trascurabili i passaggi dei lancioni (35 casi) e di imbarcazioni almeno apparentemente prive di autorizzazioni (82 casi). Una media semplice tra passaggi e passeggeri offriva il dato di 2.4 persone viaggianti su ciascun mezzo. Considerando invece solo i mezzi circolanti con persone a bordo, la media saliva esattamente al doppio, attestandosi a 4.8 persone per imbarcazione. Ciò significa che quasi la metà delle imbarcazioni viaggiava a vuoto e indicava un chiaro sottoutilizzo di scafi con capienza fino a venti posti. La media dei passeggeri per imbarcazione risultava praticamente omogenea nei quattro punti rilevazione passando dai 4.7 di Rio Novo a Piazzale Roma, ai 5 registrati a Rialto (Erbaria).
Volendo scomporre ulteriormente il dato, emerge che circa il 20% delle lance trasportava sino a 2 persone, il 16% ne portava da 3 a 5 e, a scendere, il 9% ne conteneva da 6 a 10 e solo il 5% da 11 a 15. E' soltanto una frazione, pari allo 0.5% quella che riusciva a occupare quasi per intero la disponibilità dello spazio dell'imbarcazione (COSES doc.917).
La rilevazione è stata ripetuta con identiche modalità nell'aprile del 2008 (dal 25 al 27) offrendo precise conferme sulla percentuale delle persone trasportate per mezzo (2.5 contro i 2.4 dell'anno precedente) e le 4.9 relative ai soli mezzi circolanti con passeggeri (erano 4.8 l'anno precedente).
Ciò riaffermava che quasi la metà delle imbarcazioni continuava a circolare lungo il Canal Grande a vuoto. Altri dati, che non ripeteremo in quanto del tutto simili a quelli già osservati nella rilevazione dell'anno precedente, confermavano la bontà dei due rilievi (COSES doc.996).
Nel 2009 la storia continua, come l'Osservatorio del traffico acqueo e le sue esigenze, e si afferma l'attenzione per i nuovi strumenti tecnologici voluti dal Comune (em>sistema ARGO) che nel prossimo futuro, e per futura memoria, potranno migliorare ulteriormente la qualità e la precisione dei nostri studi.



di L. Menetto, marzo 2009

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