di Bruno Baratto (Caritas) e Stefania Bragato (COSES)
Nel presente contributo si presentano le stime Caritas sui stranieri soggiornanti in Veneto al 2004 e si commentano i dati sulle residenze anagrafiche 2003 di fonte ISTAT. Le analisi sui diversi aspetti dell'immigrazione in Veneto si avvalgono pure di dati sulle presenze scolastiche e sull'inserimento lavorativo.
Province | sogg 2003 | comp. % | Nuovi ingressi stabili 2004 | Minori residenti 2003 | Nuovi nati 2004 | STIMA TOT 2004 | di cui minori | Stima minori entrati per fam. 2004 | ||
Belluno | 7.059 | 3,3 | 419 | 1.643 | 0,4 | 193 | 9.314 | 1.966 | 21,1 | 130 |
Padova | 38.283 | 17,9 | 2.319 | 7.734 | 1,9 | 907 | 49.243 | 9.117 | 18,5 | 476 |
Rovigo | 6.572 | 3,1 | 390 | 1.503 | 0,4 | 176 | 8.641 | 1.791 | 20,7 | 112 |
Treviso | 52.449 | 24,5 | 3.162 | 13.118 | 3,2 | 1.539 | 70.268 | 15.469 | 22,0 | 813 |
Venezia | 30.260 | 14,2 | 1.824 | 5.212 | 1,3 | 611 | 37.908 | 6.220 | 16,4 | 396 |
Verona | 46.376 | 21,7 | 2.826 | 11.116 | 2,7 | 1.304 | 61.622 | 13.135 | 21,3 | 715 |
Vicenza | 32.799 | 15,3 | 1.954 | 13.450 | 3,3 | 1.578 | 49.781 | 15.701 | 31,5 | 673 |
Veneto | 213.798 | 100,0 | 12.894 | 53.776 | 13,0 | 6.309 | 286.777 | 63.399 | 22,1 | 3.315 |
Nord est | 536.972 | 120.520 | 29,2 | 14.139 | 671.631 | 143.015 | 21,3 | 8.356 | ||
ITALIA | 2.193.999 | 131.525 | 412.432 | 100,0 | 48.384 | 2.786.340 | 491.230 | 17,6 | 30.414 |
Province | v. a. | comp. % | di cui minori | incidenza % stranieri su residenti | incidenza % minori stranieri | incidenza % minori stranieri su stranieri |
Belluno | 7.541 | 3,1 | 1.643 | 3,6 | 5,2 | 21,8 |
Padova | 37.456 | 15,6 | 7.734 | 4,3 | 5,5 | 20,6 |
Rovigo | 6.791 | 2,8 | 1.503 | 2,8 | 4,6 | 22,1 |
Treviso | 54.400 | 22,6 | 13.118 | 6,6 | 9,4 | 24,1 |
Venezia | 27.494 | 11,4 | 5.212 | 3,3 | 4,3 | 19,0 |
Verona | 50.922 | 21,2 | 11.116 | 6,0 | 7,8 | 21,8 |
Vicenza | 55.830 | 23,2 | 13.450 | 6,8 | 9,2 | 24,1 |
Veneto | 240.434 | 100,0 | 53.776 | 5,2 | 7,1 | 22,4 |
Seppure risalenti al 2001, i dati del censimento della popolazione restituiscono informazioni molto utili per analisi svolte precedentemente solo parzialmente su alcune caratteristiche della popolazione immigrata. L'importanza dei dati censuari dipende innanzitutto dal fatto che essi siano rivolti all'intero universo della popolazione (residente o presente) e non solo ad un campione. In secondo luogo i dati del censimento consentono, in virtù delle stessa metodologia di rilevazione, comparazioni tra segmenti diversi della popolazione (italiani e stranieri). Infine, per quanto riguarda le analisi sul mercato del lavoro, il censimento permette di conoscere alcune dimensioni, prima non note, riguardanti le forze di lavoro e le non forze di lavoro immigrate. Il limite, come si sa, dipende dall'essere una rilevazione decennale e come tale fotografa la realtà ogni 10: è utile quindi per analisi volte a considerare i mutamenti strutturali che accadono nel lungo periodo. Vi è da dire che la regolarizzazione del 2002, che rappresenta in termini di peso il 41% dei residenti censiti al 2001 (i residenti stranieri censiti erano 153.074 e i regolarizzati circa 62.000), può aver avuto un notevole impatto sul profilo dell'offerta di lavoro immigrata. Ma definire un quadro ante regolarizzazione è importante di per sè e non è detto che l'introduzione dei contingenti regolarizzati non sia andata a rafforzare i contorni qui delineati dell'offerta di lavoro straniera.
In Veneto quasi due su tre (63%) lavoratori immigrati trovano lavoro nell'industria, con punte che superano il 73% nel vicentino e nel trevigiano. Venezia è la provincia che meno delle altre assorbe lavoratori immigrati nell'industria (44%) ed è al contempo la provincia in cui il 54% dei lavoratori è occupato nel settore dei servizi (commercio, ristoranti, alberghi e bar) contro la media regionale di appena il 34%. In regione, l'impiego in agricoltura è modesto per la popolazione straniera residente (3% dei lavoratori), ma il censimento svolto nell'ottobre del 2001 certamente non ha potuto cogliere gli occupati stagionali estivi residenti e, soprattutto, i lavoratori con permessi di soggiorno stagionali che verosimilmente non risultano iscritti alle anagrafi comunali. Nonostante, il limite della fonte, va rilevato l'impiego di quasi il 9% dei lavoratori stranieri nel settore agricolo del rodigino e del 5% nel veronese. In entrambi i casi si tratta per lo più di impieghi orticoli.
Dei 153.074 stranieri residenti al censimento, 81.497 risultavano occupati e la partecipazione al mercato del lavoro regionale era del 73% sul totale della popolazione in età lavorativa (tasso di attività). Per il totale della popolazione (95% italiani, 5% stranieri) il tasso è di appena il 53%, ma tale differenza stupisce meno se si pensa che l'immigrazione è circa al 60% per lavoro. Le punte più elevate del tasso di attività degli stranieri si registrano nelle province di Vicenza (76%) e Treviso (75%); le più basse nel rodigino (65%) e nel veneziano (67%). Tassi più bassi implicano un maggiore peso delle non forze di lavoro rispetto alle forze di lavoro, che si traduce in una maggiore rilevanza di casalinghe, studenti e, seppure con peso assai modesto, di pensionati. Le due province venete con valori minori del tasso di attività sono anche quelle che riportano tassi di disoccupazione (disoccupati su forze di lavoro) più elevati rispetto alla media regionale (8%): per Venezia il valore del tasso è dell'11%, per Rovigo del 12%. Al contrario, la disoccupazione sembra più contenuta della media regionale nel vicentino e nel trevigiano, dove si osservano valori attorno al 7%. Il tasso di disoccupazione degli stranieri è comunque più elevato di quello riportato dalla popolazione nel suo complesso (4%). Da un esame dei tassi di disoccupazione per cittadinanza dei lavoratori, analisi che attualmente è disponibile solo con dettaglio nazionale, risulterebbe un problema di disoccupazione maggiore nei cittadini provenienti dai paesi di nuova adesione alla UE (17%: tra questi con punte attorno al 28-29% per lettoni e lituani), dai paesi dell'Africa Centro-meridionale e da quelli dell'America Centro-meridionale (entrambi valori attorno al 15%; per quest'ultima spicca il dato dei cubani: 30%). I tassi più contenuti, invece, riguardano le provenienze dall'Asia orientale (6%) che presenta due valori estremi: 5% per i cittadini filippini e 19% per i tailandesi.
Province | Agricoltura | Industria | Servizi | Totale (100) |
Belluno | 2,4 | 66,3 | 31,3 | 2.591 |
Padova | 3,2 | 54,6 | 42,2 | 11.813 |
Rovigo | 8,6 | 59,6 | 31,8 | 1.752 |
Treviso | 2,9 | 73,4 | 23,7 | 19.067 |
Venezia | 2,5 | 43,5 | 54,0 | 7.593 |
Verona | 4,9 | 51,9 | 43,2 | 18.123 |
Vicenza | 2,0 | 74,9 | 23,1 | 20.558 |
Veneto | 3,2 | 63,0 | 33,8 | 81.497 |
Anche l'ultimo indicatore analizzato, il tasso di occupazione (occupati su popolazione con 15 e più anni), conferma quali province di coda Venezia (60%) e Rovigo (58%), mentre a livello regionale il tasso è del 67%, con punte di massimo del 71% a Vicenza e del 70% a Treviso. Le altre province oscillano attorno al 64-66%. Potremmo concludere con una battuta: solo la componente immigrata (peraltro solo in alcune province) soddisfa l'obiettivo sul tasso di occupazione (70%) fissato nel 2000 a Lisbona dalla Commissione Europea. Aggiungiamo, inoltre, che gli indicatori osservati dell'offerta di lavoro immigrata rispecchiano le graduatorie territoriali degli analoghi indicatori calcolati sul totale della popolazione. Ad esempio, il Veneto è una delle regioni con il tasso di disoccupazione più basso rispetto al dato nazionale (al censimento 4% contro 12%) e una differenza nello stesso verso è riscontrabile nella componente immigrata (8% contro 12%). Così pure il tasso di occupazione riferito alla popolazione totale veneta è del 50%, mentre in Italia è del 43%, per la componente immigrata le percentuali sono rispettivamente 67% e 59%. Conferma delle differenziazioni territoriali analoghe per entrambe le componenti della popolazione si osservano anche tra le province della regione. Venezia e Rovigo, sono, infatti, le province con i più alti tassi di disoccupazione, i più bassi tassi di attività e di occupazione, e questo vale sia per la popolazione nel suo complesso che per il segmento degli immigrati.
Province | Occupati | Disoccupati | Forze lavoro |
Belluno | 2.591 | 245 | 2.836 |
Padova | 11.813 | 1.047 | 12.860 |
Rovigo | 1.752 | 234 | 1.986 |
Treviso | 19.067 | 1.360 | 20.427 |
Venezia | 7.593 | 904 | 8.497 |
Verona | 18.123 | 1.852 | 19.975 |
Vicenza | 20.558 | 1.561 | 22.119 |
Veneto | 81.497 | 7.203 | 88.700 |
Province | Tasso d'attività | Tasso di disoccupazione | Tasso di occupazione |
Belluno | 72,1 | 8,6 | 65,9 |
Padova | 71,5 | 8,1 | 65,6 |
Rovigo | 65,4 | 11,8 | 57,7 |
Treviso | 75,2 | 6,7 | 70,2 |
Venezia | 67,2 | 10,6 | 60,0 |
Verona | 70,7 | 9,3 | 64,1 |
Vicenza | 76,3 | 7,1 | 70,9 |
Veneto | 72,7 | 8,1 | 66,8 |
I dati del censimento, inoltre, portano un contributo al tema del brain drain (fuga di cervelli) e del brain waste (spreco di cervelli) mettendo a disposizione informazioni sui livelli di istruzione degli stranieri residenti. Si osserva così che la quota degli immigrati laureati e diplomati è maggiore di quella riferita alla popolazione nel suo complesso: in Italia 40% (le quote sono calcolate sulla popolazione di 6 anni e più) contro 33%, in Veneto 37% contro 32%. Le differenze territoriali verificate sui livelli di istruzione degli immigrati possono dipendere da più fattori come ad esempio la provenienza e le caratteristiche della domanda di lavoro espressa dall'area di insediamento.
Notizie recenti
Per dare alcune informazioni più aggiornate sull'inserimento lavorativo degli immigrati utilizziamo tre tipi di dati attualmente disponibili: la domanda di lavoro misurata dai dati Inail, lo sviluppo dell'imprenditorialità straniera e le previsioni di assunzione (indagine Excelsior).
Province | Assunzioni | Cessazioni | ||
v.a. | % | v.a. | % | |
Belluno | 3.160 | 4,1 | 2.772 | 4,2 |
Padova | 12.040 | 15,5 | 9.161 | 13,9 |
Rovigo | 2.554 | 3,3 | 2.115 | 3,2 |
Treviso | 12.557 | 16,1 | 10.807 | 16,4 |
Venezia | 16.567 | 21,3 | 14.172 | 21,6 |
Verona | 18.855 | 24,2 | 15.963 | 24,3 |
Vicenza | 12.090 | 15,5 | 10.749 | 16,4 |
Veneto | 77.823 | 100,0 | 65.739 | 100,0 |
Da un confronto tra le assunzioni a tempo indeterminato del 2004 e quelle rilevate per il 2003 (72.829) risulterebbe un aumento della domanda di lavoro rivolta ai cittadini extracomunitari. L'umento riguarda circa 5.000 movimenti. Se guardiamo, invece, ai dati delle assunzioni totali (indeterminato e determinato) provenienti dalla medesima fonte, risulta che nel biennio c'è stato un aumento delle assunzioni, da 109.000 a 121.000. Guardando ai soli contratti a tempo indeterminato, risulta che la domanda di lavoro è per il 46% espressa dalle imprese e dalle famiglie di due province: Venezia e Verona. Sono province che si caratterizzano più delle altre per la richiesta di lavoro stagionale, la prima nel turismo, la seconda soprattutto in agricoltura. In Veneto tra i settori dell'industria spiccano le costruzioni con un peso del 10% sul totale delle assunzioni a tempo indeterminato, mentre tra i servizi emerge il settore degli alberghi e ristorazione che copre il 13% del totale delle assunzioni. Circa il 29% delle assunzioni non è attribuito ad un settore e secondo gli operatori dell'Inail si tratta per la maggioranza di movimenti riguardanti il lavoro domestico e di assistenza familiare.
Se i dati Inail restituiscono un'immagine dell'andamento del lavoro dipendente, quelli delle Camere di commercio, invece, consentono di valutare l'evoluzione dell'imprenditoria straniera. Dal 2000 al 2004 i titolari extracomunitari (esclusi i cittadini provenienti dai paesi di ritorno dell'emigrazione italiana) sono aumentati in Veneto di circa 9.000 unità, da 4.162 a 12.908 con un aumento dell'incidenza sul totale dall'1% al 4% (Coses, 2005, Imprenditoria straniera e scambi commerciali: lo sfondo di un declino naturale dei settori tradizionali). Il balzo più consistente lo si ha tra il 2003 e il 2004 (da 8.917 a 12.908) e, come osservato in altri studi condotti in Italia (ad esempio da R&P di Torino), ciò sembra essere un effetto indiretto della regolarizzazione del 2002. Costruzioni, confezioni di abbigliamento e commercio al dettaglio (compreso il commercio degli ambulanti) sono i settori in cui è più diffusa l'imprenditoria straniera, settori che richiedono investimenti limitati in capitale fisso. Gli imprenditori stranieri provengono in prevalenza dai paesi dell'ex-Jugoslavia (21%), dal Marocco (16%), dalla Cina (14%), dalla Romania (11%), dall'Albania (9%). Il passaggio dal lavoro dipendente al lavoro autonomo potrebbe giustificare la scomparsa di una quota rilevante di lavoratori regolarizzati dagli archivi dei lavoratori dipendenti dei Centri per l'impiego (Bertazzon L. e Rasera M., 2005, "I lavoratori immigrati dopo la grande regolarizzazione", in Veneto Lavoro, Il mercato del lavoro Veneto. Rapporto 2005, Franco Angeli).
Infine, l'ultimo indicatore esaminato per valutare la domanda di lavoro immigrato è rappresentato dalle previsioni di assunzioni dell'indagine Excelsior. In base ad essa risulta che in Veneto, come d'altra parte in tutto il paese, dal 2003 sono in calo i dati sulle previsioni di assunzioni. In Veneto per il 2003 si prevedeva di assumere 26.049 lavoratori extracomunitari (il 36% del totale in regione), per il 2005 si è scesi a 18.020 (31%) a cui vanno aggiunti 2.420 per lavori stagionali. Nello stesso periodo il peso della regione sul totale nazionale è diminuito dal 12% al 10%.
Le brevi considerazioni fin qui svolte sembrano confermare quanto emergeva nel Dossier 2004 relativamente alle difficoltà dell'economia veneta, che si riflettono necessariamente in una più contenuta richiesta di manodopera extracomunitaria da parte del mondo produttivo.