Immigrati in Veneto 2005

di Bruno Baratto (Caritas) e Stefania Bragato (COSES)

Nel presente contributo si presentano le stime Caritas sui stranieri soggiornanti in Veneto al 2004 e si commentano i dati sulle residenze anagrafiche 2003 di fonte ISTAT. Le analisi sui diversi aspetti dell'immigrazione in Veneto si avvalgono pure di dati sulle presenze scolastiche e sull'inserimento lavorativo.


Cittadini stranieri in Veneto a fine 2004

La stima da noi operata sui dati ministeriali secondo i criteri indicati nei capitoli dedicati alla parte nazionale del volume Dossier Caritas arriva ad un totale regionale di 286.777 presenze, comprendendo i minori e i nuovi ingressi.


Veneto. Stima dei soggiornanti stranieri per province (2004).

Provincesogg 2003comp. %Nuovi
ingressi
stabili 2004
Minori
residenti
2003
Nuovi nati
2004
STIMA
TOT 2004
di cui minoriStima minori
entrati per
fam. 2004
Belluno7.059 3,3 419 1.643 0,4 193 9.314 1.966 21,1 130
Padova38.283 17,9 2.319 7.734 1,9 907 49.243 9.117 18,5 476
Rovigo6.572 3,1 390 1.503 0,4 176 8.641 1.791 20,7 112
Treviso52.449 24,5 3.162 13.118 3,2 1.539 70.268 15.469 22,0 813
Venezia30.260 14,2 1.824 5.212 1,3 611 37.908 6.220 16,4396
Verona46.37621,7 2.826 11.116 2,7 1.304 61.622 13.135 21,3 715
Vicenza32.799 15,3 1.954 13.450 3,3 1.578 49.781 15.701 31,5 673
Veneto213.798 100,0 12.894 53.776 13,0 6.309 286.777 63.399 22,1 3.315
Nord est536.972 120.520 29,2 14.139 671.631 143.015 21,38.356
ITALIA2.193.999 131.525 412.432 100,0 48.384 2.786.340 491.230 17,630.414
FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes.
Elaborazioni su dati del Ministero dell'Interno e dell'ISTAT.


Cittadini stranieri residenti in Veneto al 2003

Per analizzare più in dettaglio la situazione locale ci si avvale delle registrazioni anagrafiche. La fonte anagrafica, pubblicata nel sito internet ISTAT registra la presenza di tutti i cittadini stranieri o figli di stranieri anche se nati in Italia (e per la legge italiana a tutti gli effetti stranieri), iscritti alle anagrafi comunali, e quindi regolarmente residenti nelle province del Veneto a fine 2003. Mancano, oltre ai clandestini e agli irregolari, i domiciliati e coloro che pur essendo presenti nel territorio regionale sono residenti in altre parti d'Italia. Una stima fatta a partire dall'anagrafe sanitaria regionale (Regione Veneto, 2005, Immigrazione in Veneto. Rapporto annuale) quantificherebbe i domiciliati in circa il 10% degli iscritti 2003 all'anagrafe sanitaria in Veneto, cioè 21.000 presenze. Se tale percentuale dovesse essere rappresentativa di tutto l'universo dei cittadini stranieri regolarmente presenti, a partire dai residenti si potrebbe quantificare l'insieme degli stranieri regolarmente presenti in Veneto a fine 2003 intorno alle 267.000 presenze, di cui più del 22% minori (circa 55 - 56.000). Tale dato conferma la stima operata dal Dossier 2004 circa le presenze in Veneto al 2003.


Veneto. Cittadini stranieri residenti (2003)

Provincev. a. comp. % di cui
minori
incidenza %
stranieri
su residenti
incidenza %
minori
stranieri
incidenza %
minori
stranieri
su stranieri
Belluno 7.541 3,1 1.643 3,6 5,2 21,8
Padova 37.456 15,6 7.734 4,3 5,5 20,6
Rovigo 6.791 2,8 1.503 2,8 4,6 22,1
Treviso 54.400 22,6 13.118 6,6 9,4 24,1
Venezia 27.494 11,4 5.212 3,3 4,3 19,0
Verona 50.922 21,2 11.116 6,0 7,8 21,8
Vicenza 55.830 23,2 13.450 6,8 9,2 24,1
Veneto 240.434 100,0 53.776 5,2 7,1 22,4
FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes.
Elaborazioni su dati Istat


Caratteristiche anagrafiche

Le risultanze del censimento 2001, quelle relative alle elaborazioni Istat sui p.s. 2002 e sui residenti stranieri al 2003, pur datate, aiutano a comprendere meglio alcune caratteristiche dell'universo dei cittadini stranieri presenti in Veneto. Con un valore del 5,2% di incidenza degli stranieri sul totale dei residenti, pari a 2 punti percentuali in più della media nazionale, il Veneto nel 2003 si piazzava al primo posto davanti ad Emilia Romagna e Lombardia e con più del 54% di residenti uomini, superiore di 3,5 punti percentuali alla media italiana, si confermava la regione con la maggior incidenza maschile, nonostante l'ampia quota di domande femminili alla regolarizzazione 2002.
Per quanto riguardava i minori stranieri residenti, secondo il censimento 2001 il Veneto si spartiva con l'Emilia Romagna il 25% dei minori stranieri residenti in Italia, mentre l'altro 25% risiedeva in Lombardia. L'incidenza dei minori sul totale dei residenti immigrati (pari al 23%) calava al 22,5% nel 2003 ad opera della regolarizzazione, di cui hanno beneficiato solo i maggiorenni; tuttavia il Veneto, con una quota del 13% dei minori stranieri presenti in Italia, continuava ad essere la seconda regione dopo la Lombardia, dato confermato dagli iscritti a scuola. Con il 7% di incidenza dei minori stranieri sul totale dei minori residenti al 2003, il Veneto si poneva in linea con la tendenza del Nordest, di quasi quattro punti percentuali superiore al dato nazionale, piazzandosi al terzo posto dopo Emilia Romagna e Lombardia. Secondo il censimento 2001, i minori si concentravano soprattutto nella fascia 0-5 anni (quasi il 40% dei minori stranieri presenti in regione). L'analisi dei permessi di soggiorno 2002 rielaborati dall'Istat, unica fonte che ci permette analisi di dettaglio, consente di proseguire nel ragionamento relativo alle classi d'età: per quanto riguarda le persone fino ai quarant'anni, il Veneto risultava con una percentuale (pari al 73%) più alta di 2 punti rispetto alla media relativa al Nordest e di 5 punti rispetto alla media nazionale.
Sempre per la stessa fonte, i coniugati erano quasi il 58% dei soggiornanti, più del 64% per quanto riguarda la componente femminile. Oltre ad avere una percentuale di coniugati nettamente più alta della media, sia nazionale che del Nordest, il Veneto ha anche la percentuale di donne coniugate più alta di tutte le regioni italiane.


Le variazioni di residenti tra il 1999 e il 2003 a livello provinciale

In quattro anni, gli stranieri residenti in Veneto sono più che raddoppiati, passando da 117.000 residenti, di cui più di 25.000 minori, a quasi 240.500 residenti, di cui oltre 53.700 minori. L'aumento percentualmente più significativo, per il totale di stranieri residenti, si è avuto nelle province di Venezia e di Rovigo (142 e 141% in più), mentre in valore assoluto sono maggiormente aumentate le province di Treviso e Vicenza (29.000 e 27.000 residenti in più). I minori stranieri residenti sono aumentati percentualmente più dei residenti stranieri totali (8 punti in più). In questo caso, gli aumenti percentualmente più significativi si sono avuti a Venezia e Padova (160 e 140 % in più), quelli in valore assoluti invece ancora a Treviso e Vicenza (7.300 e 6.800 minori stranieri in più). L'aggiornamento della rilevazione compiuta da Anolf e Caritas sui dati anagrafici di Treviso (Cittadini stranieri residenti a Treviso - anno 2004) conferma per tale provincia una crescita dei residenti stranieri pari al 20% rispetto al 2003 e al 160% rispetto al 1999.
Distribuzioni dettagliate per cittadinanza sono possibili solo sulla base delle residenze 2003, che confermano grosso modo i dati sui permessi di soggiorno già analizzati nel Dossier 2004. In Veneto si avevano stranieri residenti che provenivano da 166 nazioni diverse; le provenienze dall'Europa dell'Est (soprattutto rumeni, albanesi, serbi - compresi i kosovari - e macedoni) erano largamente predominanti, mentre i marocchini mantenevano un primato più netto nei confronti dei rumeni rispetto ai dati dei permessi di soggiorno in quanto assai maggiore la presenza di minori, grazie a più numerosi ricongiungimenti familiari dovuti alla più antica data di immigrazione. Moldavia e Ucraina confermavano l'emersione notata già attraverso i permessi di soggiorno e la presenza quasi soltanto femminile per quanto riguarda le provenienze ucraine.


Cittadini stranieri iscritti a scuola

A livello regionale, la rilevazione ministeriale annuale per il 2003-2004 (Miur, Alunni con cittadinanza non italiana, scuole statali e non statali, settembre 2004) conferma la tendenza degli ultimi cinque anni scolastici, con una crescita intorno al 25% annuo. Il Veneto, con 35.826 alunni stranieri (13% del totale nazionale), rispetto all'anno precedente sale al secondo posto dopo la Lombardia e precede di poco l'Emilia Romagna (da notare che queste tre regioni da sole raggruppano quasi il 50% degli alunni stranieri presenti nella scuola italiana). Quasi il 50% proviene dall'Europa dell'Est e poco meno del 30% dall'Africa. Vicenza (8.693), Treviso (8.193) e Verona (7.788) continuano a concentrare, come per l'anno precedente, il 69% degli alunni stranieri presenti in regione. Continua la forte crescita relativa di Padova e Venezia.
Aumenta di un ulteriore punto percentuale l'incidenza degli alunni stranieri rispetto agli italiani: il Veneto, attestandosi intorno al 5,6%, si colloca al quinto posto. Tuttavia il dettaglio provinciale vede due fasce di densità: nella prima Treviso (7%), Vicenza (7%) e Verona (6,5%), nella seconda Padova (5%), Belluno (4%), Venezia (3,5%) e Rovigo (3,5%). L'incidenza per gradi scolastici vede nella scuola d'infanzia punte massime a Vicenza (8,5%) e a Verona (7%), in quella primaria e secondaria di primo grado a Treviso (rispettivamente 9,5% e 9%) e a Vicenza (9% e 8%). L'incidenza massima nella secondaria di secondo grado si assesta intorno al 3 - 3,5% (Verona e Treviso). Sembrerebbe quasi che a Vicenza e Verona stia montando un incremento nelle scuole d'infanzia che a Treviso è già passato oltre, verso i gradi superiori. I dati sarebbero da confrontare con quelli sui ricongiungimenti familiari e sulla presenza di minori alle fasce d'età più basse, non ancora disponibili.
Per quanto riguarda il numero di nazionalità presenti, la tendenza è all'aumento: 53 - 55 per Rovigo e Belluno, 104 - 106 per Padova e Venezia, da 111 a 119 per Treviso, Vicenza e Verona. La nazionalità più rappresentate nelle varie province rimane quella marocchina (Treviso, Verona, Belluno e Rovigo), con valori dal 17 al 22 %; completano il quadro Serbia-Montenegro a Vicenza, Romania a Padova e Albania a Venezia, con valori tra il 19 e il 22%. La differenza di esito scolastico con gli alunni italiani vede il Veneto accusare uno scarto del 3,5% in meno di promossi per gli alunni stranieri, in linea con la media nazionale; differenza però che sale fino al 10% per la secondaria di primo grado, a fronte di una media italiana del 7% (Miur, Indagini sugli esiti degli alunni con cittadinanza non italiana, gennaio 2005).


Un approfondimento particolare: la provincia di Padova

L'interessamento della Caritas diocesana ha facilitato la concessione dei dati dei permessi di soggiorno per la provincia di Padova a fine 2004. Recentemente questa provincia ha registrato un incremento di tutto rispetto, giungendo quasi a quintuplicare il numero di permessi di soggiorno negli ultimi cinque anni (da 17.692 a 40.472). La Romania resta la prima nazione di provenienza, con oltre il 23% di permessi di soggiorno, seguita dal Marocco (13%) e dall'Albania (11%). Quinta la Cina (5%), mentre Moldavia (quarta con l'8,5%) e Ucraina (settima con il 3%), come nel resto del Veneto, rappresentano le nazioni emergenti dopo la regolarizzazione. è interessante notare come le Filippine siano presenti tra le prime nazioni solo a Padova (2,6%). In ogni modo le prime 10 nazionalità raggruppano il 74% delle circa 180 presenti in provincia.
Per quanto riguarda il motivo del permesso, quelli per lavoro sono di gran lunga i più numerosi (sommati a quelli per commercio si attestano ad oltre il 56%), seguiti da quelli per motivi familiari (27%) e per studio, che a Padova sono quasi il 4%, la percentuale tradizionalmente più alta in regione. Gli altri motivi non raggiungono il 3%. Nei vari gruppi nazionali, i permessi per lavoro sono particolarmente frequenti tra rumeni, moldavi, ucraine e filippini, quelli per commercio tra cinesi e marocchini, per ricongiungimento familiare tra albanesi e marocchini, e per studio tra croati e albanesi (il significato di quest'ultimo dato meriterebbe ulteriori approfondimenti).
La stessa Caritas, in occasione della presentazione del Dossier 2004, ha raccolto anche altri dati, tra cui quelli sui matrimoni con almeno un coniuge straniero: nel Comune di Padova si è passati dall'8% del 1999 al 18% del 2004 (pari a 172 casi). Per quanto riguarda gli stranieri iscritti a scuola, nell'ultimo anno Padova ha visto incrementarne la presenza del 24%, e quintuplicarla in cinque anni, passando da 1.082 a 5.446 presenze tra scuola dell'infanzia e scuola secondaria, con un'incidenza media del 4,7% e una punta massima del 7% nella primaria. Le nazionalità rappresentate erano 104 nel 2003-04, a partire dalla rumena.
Visto il significativo incremento del fenomeno migratorio in provincia, da alcuni anni Caritas, Acli, Cisl e Uil hanno costituito l'associazione Migranti che, con l'apporto esterno di Cgil, e le sovvenzioni di Provincia e Comune di Padova, gestisce una serie di sportelli sul territorio al fine di facilitare gli accessi alla Questura per le varie pratiche.


Il lavoro degli immigrati

Notizie dal Censimento

Seppure risalenti al 2001, i dati del censimento della popolazione restituiscono informazioni molto utili per analisi svolte precedentemente solo parzialmente su alcune caratteristiche della popolazione immigrata. L'importanza dei dati censuari dipende innanzitutto dal fatto che essi siano rivolti all'intero universo della popolazione (residente o presente) e non solo ad un campione. In secondo luogo i dati del censimento consentono, in virtù delle stessa metodologia di rilevazione, comparazioni tra segmenti diversi della popolazione (italiani e stranieri). Infine, per quanto riguarda le analisi sul mercato del lavoro, il censimento permette di conoscere alcune dimensioni, prima non note, riguardanti le forze di lavoro e le non forze di lavoro immigrate. Il limite, come si sa, dipende dall'essere una rilevazione decennale e come tale fotografa la realtà ogni 10: è utile quindi per analisi volte a considerare i mutamenti strutturali che accadono nel lungo periodo. Vi è da dire che la regolarizzazione del 2002, che rappresenta in termini di peso il 41% dei residenti censiti al 2001 (i residenti stranieri censiti erano 153.074 e i regolarizzati circa 62.000), può aver avuto un notevole impatto sul profilo dell'offerta di lavoro immigrata. Ma definire un quadro ante regolarizzazione è importante di per sè e non è detto che l'introduzione dei contingenti regolarizzati non sia andata a rafforzare i contorni qui delineati dell'offerta di lavoro straniera.
In Veneto quasi due su tre (63%) lavoratori immigrati trovano lavoro nell'industria, con punte che superano il 73% nel vicentino e nel trevigiano. Venezia è la provincia che meno delle altre assorbe lavoratori immigrati nell'industria (44%) ed è al contempo la provincia in cui il 54% dei lavoratori è occupato nel settore dei servizi (commercio, ristoranti, alberghi e bar) contro la media regionale di appena il 34%. In regione, l'impiego in agricoltura è modesto per la popolazione straniera residente (3% dei lavoratori), ma il censimento svolto nell'ottobre del 2001 certamente non ha potuto cogliere gli occupati stagionali estivi residenti e, soprattutto, i lavoratori con permessi di soggiorno stagionali che verosimilmente non risultano iscritti alle anagrafi comunali. Nonostante, il limite della fonte, va rilevato l'impiego di quasi il 9% dei lavoratori stranieri nel settore agricolo del rodigino e del 5% nel veronese. In entrambi i casi si tratta per lo più di impieghi orticoli.
Dei 153.074 stranieri residenti al censimento, 81.497 risultavano occupati e la partecipazione al mercato del lavoro regionale era del 73% sul totale della popolazione in età lavorativa (tasso di attività). Per il totale della popolazione (95% italiani, 5% stranieri) il tasso è di appena il 53%, ma tale differenza stupisce meno se si pensa che l'immigrazione è circa al 60% per lavoro. Le punte più elevate del tasso di attività degli stranieri si registrano nelle province di Vicenza (76%) e Treviso (75%); le più basse nel rodigino (65%) e nel veneziano (67%). Tassi più bassi implicano un maggiore peso delle non forze di lavoro rispetto alle forze di lavoro, che si traduce in una maggiore rilevanza di casalinghe, studenti e, seppure con peso assai modesto, di pensionati. Le due province venete con valori minori del tasso di attività sono anche quelle che riportano tassi di disoccupazione (disoccupati su forze di lavoro) più elevati rispetto alla media regionale (8%): per Venezia il valore del tasso è dell'11%, per Rovigo del 12%. Al contrario, la disoccupazione sembra più contenuta della media regionale nel vicentino e nel trevigiano, dove si osservano valori attorno al 7%. Il tasso di disoccupazione degli stranieri è comunque più elevato di quello riportato dalla popolazione nel suo complesso (4%). Da un esame dei tassi di disoccupazione per cittadinanza dei lavoratori, analisi che attualmente è disponibile solo con dettaglio nazionale, risulterebbe un problema di disoccupazione maggiore nei cittadini provenienti dai paesi di nuova adesione alla UE (17%: tra questi con punte attorno al 28-29% per lettoni e lituani), dai paesi dell'Africa Centro-meridionale e da quelli dell'America Centro-meridionale (entrambi valori attorno al 15%; per quest'ultima spicca il dato dei cubani: 30%). I tassi più contenuti, invece, riguardano le provenienze dall'Asia orientale (6%) che presenta due valori estremi: 5% per i cittadini filippini e 19% per i tailandesi.


VENETO. Immigrati per settore di occupazione (Censimento 2001)

Province Agricoltura Industria Servizi Totale (100)
Belluno 2,4 66,3 31,3 2.591
Padova 3,2 54,6 42,2 11.813
Rovigo 8,6 59,6 31,8 1.752
Treviso 2,9 73,4 23,7 19.067
Venezia 2,5 43,5 54,0 7.593
Verona 4,9 51,9 43,2 18.123
Vicenza 2,0 74,9 23,1 20.558
Veneto 3,2 63,0 33,8 81.497
FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes.
Elaborazioni su dati del Censimento 2001


Anche l'ultimo indicatore analizzato, il tasso di occupazione (occupati su popolazione con 15 e più anni), conferma quali province di coda Venezia (60%) e Rovigo (58%), mentre a livello regionale il tasso è del 67%, con punte di massimo del 71% a Vicenza e del 70% a Treviso. Le altre province oscillano attorno al 64-66%. Potremmo concludere con una battuta: solo la componente immigrata (peraltro solo in alcune province) soddisfa l'obiettivo sul tasso di occupazione (70%) fissato nel 2000 a Lisbona dalla Commissione Europea. Aggiungiamo, inoltre, che gli indicatori osservati dell'offerta di lavoro immigrata rispecchiano le graduatorie territoriali degli analoghi indicatori calcolati sul totale della popolazione. Ad esempio, il Veneto è una delle regioni con il tasso di disoccupazione più basso rispetto al dato nazionale (al censimento 4% contro 12%) e una differenza nello stesso verso è riscontrabile nella componente immigrata (8% contro 12%). Così pure il tasso di occupazione riferito alla popolazione totale veneta è del 50%, mentre in Italia è del 43%, per la componente immigrata le percentuali sono rispettivamente 67% e 59%. Conferma delle differenziazioni territoriali analoghe per entrambe le componenti della popolazione si osservano anche tra le province della regione. Venezia e Rovigo, sono, infatti, le province con i più alti tassi di disoccupazione, i più bassi tassi di attività e di occupazione, e questo vale sia per la popolazione nel suo complesso che per il segmento degli immigrati.


VENETO. Lavoratori immigrati. Alcuni indicatori (Censimento 2001)

ProvinceOccupati Disoccupati Forze lavoro
Belluno 2.591 245 2.836
Padova 11.813 1.047 12.860
Rovigo 1.752 234 1.986
Treviso 19.067 1.360 20.427
Venezia 7.593 904 8.497
Verona 18.123 1.852 19.975
Vicenza 20.558 1.561 22.119
Veneto 81.497 7.203 88.700

ProvinceTasso
d'attività
Tasso di
disoccupazione
Tasso di
occupazione
Belluno 72,1 8,6 65,9
Padova 71,5 8,1 65,6
Rovigo 65,4 11,8 57,7
Treviso 75,2 6,7 70,2
Venezia 67,2 10,6 60,0
Verona 70,7 9,3 64,1
Vicenza 76,3 7,1 70,9
Veneto 72,7 8,1 66,8

FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati del Censimento 2001


I dati del censimento, inoltre, portano un contributo al tema del brain drain (fuga di cervelli) e del brain waste (spreco di cervelli) mettendo a disposizione informazioni sui livelli di istruzione degli stranieri residenti. Si osserva così che la quota degli immigrati laureati e diplomati è maggiore di quella riferita alla popolazione nel suo complesso: in Italia 40% (le quote sono calcolate sulla popolazione di 6 anni e più) contro 33%, in Veneto 37% contro 32%. Le differenze territoriali verificate sui livelli di istruzione degli immigrati possono dipendere da più fattori come ad esempio la provenienza e le caratteristiche della domanda di lavoro espressa dall'area di insediamento.


Notizie recenti

Per dare alcune informazioni più aggiornate sull'inserimento lavorativo degli immigrati utilizziamo tre tipi di dati attualmente disponibili: la domanda di lavoro misurata dai dati Inail, lo sviluppo dell'imprenditorialità straniera e le previsioni di assunzione (indagine Excelsior).


VENETO. Assunzioni a tempo indeterminato e cessazioni
di lavoratori extracomunitari. Anno 2004

ProvinceAssunzioniCessazioni
v.a. % v.a.%
Belluno 3.160 4,1 2.772 4,2
Padova 12.040 15,5 9.161 13,9
Rovigo 2.554 3,3 2.115 3,2
Treviso 12.557 16,1 10.807 16,4
Venezia 16.567 21,3 14.172 21,6
Verona 18.855 24,2 15.963 24,3
Vicenza 12.090 15,5 10.749 16,4
Veneto 77.823 100,0 65.739 100,0
FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes.
Elaborazioni su dati Inail


Da un confronto tra le assunzioni a tempo indeterminato del 2004 e quelle rilevate per il 2003 (72.829) risulterebbe un aumento della domanda di lavoro rivolta ai cittadini extracomunitari. L'umento riguarda circa 5.000 movimenti. Se guardiamo, invece, ai dati delle assunzioni totali (indeterminato e determinato) provenienti dalla medesima fonte, risulta che nel biennio c'è stato un aumento delle assunzioni, da 109.000 a 121.000. Guardando ai soli contratti a tempo indeterminato, risulta che la domanda di lavoro è per il 46% espressa dalle imprese e dalle famiglie di due province: Venezia e Verona. Sono province che si caratterizzano più delle altre per la richiesta di lavoro stagionale, la prima nel turismo, la seconda soprattutto in agricoltura. In Veneto tra i settori dell'industria spiccano le costruzioni con un peso del 10% sul totale delle assunzioni a tempo indeterminato, mentre tra i servizi emerge il settore degli alberghi e ristorazione che copre il 13% del totale delle assunzioni. Circa il 29% delle assunzioni non è attribuito ad un settore e secondo gli operatori dell'Inail si tratta per la maggioranza di movimenti riguardanti il lavoro domestico e di assistenza familiare.
Se i dati Inail restituiscono un'immagine dell'andamento del lavoro dipendente, quelli delle Camere di commercio, invece, consentono di valutare l'evoluzione dell'imprenditoria straniera. Dal 2000 al 2004 i titolari extracomunitari (esclusi i cittadini provenienti dai paesi di ritorno dell'emigrazione italiana) sono aumentati in Veneto di circa 9.000 unità, da 4.162 a 12.908 con un aumento dell'incidenza sul totale dall'1% al 4% (Coses, 2005, Imprenditoria straniera e scambi commerciali: lo sfondo di un declino naturale dei settori tradizionali). Il balzo più consistente lo si ha tra il 2003 e il 2004 (da 8.917 a 12.908) e, come osservato in altri studi condotti in Italia (ad esempio da R&P di Torino), ciò sembra essere un effetto indiretto della regolarizzazione del 2002. Costruzioni, confezioni di abbigliamento e commercio al dettaglio (compreso il commercio degli ambulanti) sono i settori in cui è più diffusa l'imprenditoria straniera, settori che richiedono investimenti limitati in capitale fisso. Gli imprenditori stranieri provengono in prevalenza dai paesi dell'ex-Jugoslavia (21%), dal Marocco (16%), dalla Cina (14%), dalla Romania (11%), dall'Albania (9%). Il passaggio dal lavoro dipendente al lavoro autonomo potrebbe giustificare la scomparsa di una quota rilevante di lavoratori regolarizzati dagli archivi dei lavoratori dipendenti dei Centri per l'impiego (Bertazzon L. e Rasera M., 2005, "I lavoratori immigrati dopo la grande regolarizzazione", in Veneto Lavoro, Il mercato del lavoro Veneto. Rapporto 2005, Franco Angeli).
Infine, l'ultimo indicatore esaminato per valutare la domanda di lavoro immigrato è rappresentato dalle previsioni di assunzioni dell'indagine Excelsior. In base ad essa risulta che in Veneto, come d'altra parte in tutto il paese, dal 2003 sono in calo i dati sulle previsioni di assunzioni. In Veneto per il 2003 si prevedeva di assumere 26.049 lavoratori extracomunitari (il 36% del totale in regione), per il 2005 si è scesi a 18.020 (31%) a cui vanno aggiunti 2.420 per lavori stagionali. Nello stesso periodo il peso della regione sul totale nazionale è diminuito dal 12% al 10%.
Le brevi considerazioni fin qui svolte sembrano confermare quanto emergeva nel Dossier 2004 relativamente alle difficoltà dell'economia veneta, che si riflettono necessariamente in una più contenuta richiesta di manodopera extracomunitaria da parte del mondo produttivo.


Consultazione del lavoro

La sintesi è tratta dal Documento COSES n. 672/05 - Contributo per Dossier Caritas 2005 a cura Bruno Baratto (Caritas) e Stefania Bragato.
Il lavoro è stato presentato il 27/10/2005 nell'ambito della presentazione del Dossier CARITAS.
Si ringrazia Silvia Aliprandi del COSES per la collaborazione nella elaborazione dei dati.

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