Fondaco Profilo della Provincia
6. La cantieristica
Il COSES ha realizzato uno studio sullo stato e sulle prospettive della cantieristica
nautica minore in provincia (censimento, questionario e interviste), illustrato nel
Rapporto n. 65/2001 e nel CD omonimo.
Le questioni legate ad un esame del settore della cantieristica nautica minore nell'area provinciale veneziana, chiamano in causa sia la costruzione ex novo di imbarcazioni che la riparazione e/o il rimessaggio. Le attività collegate alla cantieristica minore sono, in provincia di Venezia, più di 200, ma i cantieri specializzati nella costruzione di imbarcazioni si riducono a meno di un quarto del totale. La maggior parte di essi (3/5) si concentra a Venezia, una decina a Chioggia, il resto in altri 7 comuni.
Il legno è il materiale dello scafo usato prevalentemente a Venezia, Chioggia e Portogruaro; in terraferma il materiale più adoperato è la vetroresina.
Il titolo di godimento del cantiere è per la metà di proprietà, la parte restante si divide tra affitto e concessione. L'essere proprietario del cantiere ha fatto sì che, nel tempo, si siano fatti miglioramenti alla struttura e alla dislocazione interna oltre a tutti gli adeguamenti per sicurezza e inquinamento. Gli altri cantieri sono poco incentivati a investire sulla struttura. La condizione dei locali dove si svolge l'attività è sufficiente o buona dove è stato possibile eseguire lavori di ristrutturazione o costruzione ex novo; tutti i cantieri si dichiarano a norma per quanto riguarda sicurezza e scarichi industriali.
La composizione del fatturato a livello provinciale rispecchia l'articolazione attuale delle attività nei cantieri, tra cui le riparazioni costituiscono la voce più importante. Il mercato di riferimento è diverso secondo il tipo di prodotto e della localizzazione del cantiere. Cantieri che producono barche a vela o motoryachts hanno un mercato nazionale e internazionale molto fiorente e un mercato locale inesistente, invece la maggioranza dei cantieri che producono barche da lavoro (o da piccolo diporto con fondo piatto) hanno esclusivamente un mercato locale: hanno vantaggio nella localizzazione in laguna e non cercano in alcun modo di espandersi su altri mercati.
Emerge nettamente dallo studio che la carenza di manodopera qualificata è la questione cruciale da affrontare e risolvere per un rilancio del settore, specie del segmento più tradizionale e fragile della produzione in legno. L'azione di sostegno ritenuta comunque prioritaria è la formazione professionale.
Lo sviluppo della cantieristica patisce inoltre la limitata mobilità delle merci in ambito lagunare; ulteriore condizionamento è l'apparato legislativo e fiscale. Sussistono numerosi vincoli urbanistici ed ambientali che rendono impossibile modificare, ampliare e/o migliorare il cantiere; a completare il quadro delle difficoltà ha contribuito l'applicazione del Decreto Ronchi (smaltimento rifiuti industriali/speciali).
Un terzo dei cantieri non ha nessuna previsione di investimento nel prossimo triennio; il restante ha un atteggiamento più positivo.
Sinteticamente, si può affermare che:
- la situazione economica complessiva del settore negli ultimi tre anni appare positiva
- lo sviluppo del settore appare tuttavia condizionato dalla mancanza di manodopera qualificata;
- le imprese sono di piccole-medie dimensioni;
- le imprese non dimostrano forti attitudini imprenditoriali anche in relazione alla loro bassa capitalizzazione;
- le imprese non costituiscono un distretto industriale e non praticano processi produttivi particolarmente specializzati. Ne deriva che ciascun cantiere si occupa di diverse attività dalla costruzione delle imbarcazioni, alla loro manutenzione e al rimessaggio.
Il subsettore della produzione di imbarcazioni in legno ha subito negli ultimi 10-15 anni una forte compressione, dovuta alla sostituzione del legno con il vetroresina che ha determinato una concorrenza intersettoriale sul piano tecnologico, prestazionale e tipologico. Il differenziale, tra le diverse tipologie, dei costi di produzione e dei costi di manutenzione spingono ad una decisa segmentazione/partizione dell'offerta come della domanda.
Queste le questioni principali emerse:
- il settore non risulta in "crisi" in quanto tutti i cantieri lavorano al 100% della loro capacità produttiva e non mancano le commesse per il futuro.
- il problema è semmai che tale capacità non può aumentare per mancanza di personale qualificato. Attualmente, infatti il settore si scontra con l'invecchiamento delle maestranze e con la concorrenza nel mercato del lavoro locale degli altri settori.
- Domanda cospicua e (conseguente) difficoltà di allargare la capacità produttiva. Non si sente l'esigenza di incrementare le commesse tramite una campagna di marketing;
- i cantieri con sede in affitto o concessione da enti pubblici (Demanio dello Stato) tendono a non affrontare investimenti, soffrendo la precarietà del godimento dell'immobile utilizzato per l'attività;
- i cantieri in regime di proprietà hanno investito in miglioramenti edilizi, in nuovi mezzi produttivi, e nella messa a norma delle attività, ad esempio per la sicurezza e gli scarichi inquinanti;
- per le attività in Venezia Centro Storico e isole si pone il problema della rilocalizzazione, per l'impossibilità di ampliamento delle superfici produttive o per incompatibilità con il tessuto urbano delle attuali sedi. La gronda lagunare è vista come un'alternativa dove trovare opportunità di insediamento e anche di mercato;
- i cantieri che hanno la sede lontano dall'acqua, in terraferma, vorrebbero potersi trasferire in zone che abbiano un accesso diretto all'acqua e richiedono un intervento pubblico di sostegno;
- la produzione in legno è in contrazione per l'alto costo della produzione e della manutenzione, e per la mancanza di personale specializzato;
- si preferisce pertanto l'imbarcazione in vetroresina perchè ha un bisogno minimo di manutenzione e quindi ha più mercato.