Approfondimento

Facciamo le scarpe al resto del mondo

Le scarpe disegnate da Andy Wharol sono tratte dal Depliant della Villa Foscarini Rossi (Strà)

Il bilancio periodicamente prodotto dall'Associazione Calzaturifici Riviera del Brenta (A.C.Ri.B LINK) restituisce un quadro di crescita del comparto, nonostante le oscillazioni del ciclo economico, la forte esposizione del settore ai mercati esteri cui è orientata in maniera preponderante la produzione del calzaturiero del Brenta, e la crescente concorrenza di paesi neo-industriali, con produzioni di prezzo (e qualità) inferiore.
I calzaturifici in senso stretto costituiscono il 44% del totale aziende del distretto, seguiti a breve distanza da imprese specializzate nella creazione di accessori (41%). L'area territoriale coinvolta nota come Riviera del Brenta è a cavallo delle province di Venezia e di Padova, comprende 11 comuni e si articola in circa 1.000 aziende (con riferimento a quelle aderenti all'A.C.Ri.B.): 648 in provincia di Venezia, 320 in quella di Padova (insieme sono il 37% del unità produttive operanti in Veneto (Montebelluna e Veronese) e il 10% di quelle nazionali). Rispetto al 1998 si nota nel 2000 un leggero decremento nel numero delle aziende (30 unità in meno), cui corrisponde comunque un aumento sia del numero degli addetti alle dipendenze delle aziende, che del fatturato complessivo. Sono oltre 14 mila gli addetti al 2000 (+5% rispetto al 1998), la maggior parte (60% circa) occupata presso i calzaturifici. Risulta elevata invece la percentuale dei soci e dei titolari di società: il 15%, pari a 2.200 addetti. La ripartizione tra le due province attribuisce a Venezia il 60% circa degli addetti, con valori leggermente differenziati per le singole fasi della produzione. Nel complesso, le forze lavoro occupate nel settore rappresentano il 49% degli addetti nella regione Veneto e il 9% del valore nazionale relativo allo stesso comparto economico.
La dimensione media delle aziende riflette l'organizzazione tipica dei distretti industriali: frammentazione del ciclo di produzione in imprese di modeste dimensioni, ma altamente specializzate e dotate di un elevato know-how. Solo i calzaturifici hanno una media di 19 addetti per azienda (le attività di design e di vendita scendono a 3).
Il 2000 fa rilevare un nuovo record nel numero di paia di scarpe prodotte dal distretto del Brenta: con poco meno di 21 milioni di unità, l'ultimo anno ha fatto registrare un incremento del 9,4% sul 1998, pari a 1,8 milioni di scarpe in più. Tali valori fanno sì che la produzione complessiva del distretto rappresenti, al 2000, il 26% del totale veneto dello stesso settore (era 16 % nel 1998) e il 5,5% di quello nazionale.
La suddivisione tra le due province vede una prevalenza di produzione nella provincia di Padova (60%). Per contro nell'ultimo biennio si è verificata una ripresa della produzione molto più evidente in provincia di Venezia (+17% contro + 4,5%).
All'aumento della produzione corrisponde, ovviamente, anche un incremento del volume di fatturato realizzato nell'ultimo anno: oltre 3 mila miliardi complessivi, con un saldo positivo di 400 miliardi rispetto all'ultimo biennio (+13%).
Il confronto con i dati del 1996 rende con evidenza il "balzo in avanti" compiuto dagli scarpari del Brenta: il fatturato complessivo delle vendite ammontava a 719 miliardi, di cui 124 interne e poco meno di 600 miliardi all'estero; nell'arco di un quinquennio, si sono quadruplicati i volumi di fatturato delle imprese operanti nel settore (a valori correnti). Non risulta invece variata la quota di export, che era già molto elevata nel 1996 (83% del fatturato): al 2000 lo stesso valore rappresenta l'88% del volume totale.
Il fatturato attribuibile alle aziende presenti nel territorio veneziano ammonta ad oltre 1.800 miliardi: negli ultimi due anni tale valore è aumentato di 278 miliardi (+15,3%), mentre per le imprese padovane si registra un incremento leggermente più contenuto: + 9,9%, che porta il totale fatturato a 1.234 miliardi. Il maggior apporto è dei calzaturifici, 55% del volume totale, seguiti dalle produzioni di accessori per scarpe (28%).
Va ricordato che, sul fronte della formazione, è attiva una "Scuola per modellisti e tecnici calzaturieri", al servizio della produzione locale ma anche di quella di altri distretti calzaturieri, quali Montebelluna e Verona. È stato siglato a giugno 2001 l'accordo per la costituzione del "Politecnico calzaturiero Scarl", cui partecipano l'Anci servizi, la Sive srl (Unindustria Venezia), Veneto Innovazione, CARIVE, Acrib Servizi e Consorzio Centro Veneto Calzaturiero: la nuova società opererà nel campo della ricerca tecnologica, del controllo qualità dei materiali, e della diffusione della certificazione di qualità aziendale. Nella scatola dei progetti, infine, oltre all'idea di una rete Internet distrettuale, sta la "città della moda": una grande area, lungo la Riviera del Brenta, che ospiti strutture culturali, formative e tecnologiche connesse alle 'arti e mestieri' della calzatura.
Acrib è tra i sottoscrittori del Patto Territoriale della Riviera del Brenta.

Consistenza dell'industria calzaturiera del Brenta

Aziende

Addetti

VE

PD

Tot.

VE

PD

Tot.

Calzaturifici

263

167

430

4.803

3.507

8.310

Accessori

296

100

396

1.721

1.333

3.064

Modellisti

46

21

67

128

72

200

Ditte Comm.

43

32

75

162

97

259

Soci e tit. az.

-

-

-

1.440

766

2.206

TOTALE

648

320

968

8.254

5.775

14.029

Fonte: dati A.C.Ri.B. 2000

Aziende calzaturiere: valori della produzione e del fatturato

Produzione

Fatturato (mld di Lire)

VE

PD

Tot.

VE

PD

Tot.

Calzaturifici

8.722.000

12.149.000

20.871.000

924,532

771,461

1.695,993

Accessori

-

-

-

584,791

269,903

854,694

Modellisti

-

-

-

39,764

16,136

55,9

Ditte Comm.

-

-

-

269,572

176,572

446,144

TOTALE

-

-

-

1.818,659

1.234,072

3.052,731

Fonte: dati A.C.Ri.B. 2000
(scheda a cura di Giuseppina di Monte - Fonte: Rapporto COSES 64.2001)

 
Le scarpe di Rosaura

Nel corso del 2002 la Camera di Commercio di Venezia ha sondato i due gemelli della produzione provinciale: il distretto delle calzature del Brenta (Rosaura) e il distretto del vetro di Murano (Tonino) (cfr. Giornale Economico n.4 2002 e sito internet Starnet-Venezia). Sono stati distribuiti 330 questionari, raccolti ed elaborati 101.

L'isola di vetro

navilio attraccato

Secondo CCIAA esistono in provincia 650 imprese con oltre 8.000 addetti, del settore calzaturiero. Su una base di 571 (2/3 dei quali accessoristi) sono stati distribuiti 155 questionari, compilati 50, pari al 32% (25 accessoristi e 20 calzaturieri).
I titolari hanno un età media poco inferiore ai 48 anni (massima classe 35), un diploma di scuola media superiore, nessuna laurea; sono donne al 25%. La dimensione delle imprese è piccola o piccolissima, fino a 15 addetti. Gli occupati dipendenti sono circa 730m con una media di 18 persone. La percentuale di extracomunitari è del 5% (rispetto ad una valore del 10% fornito da FRAV Confartigianato). Oltre il 60% degli addetti è di genere femminile.
Il fatturato medio per addetto è di 108.000 euro; la media fornita da ACRIB per il 2001 era di 119.000 euro (fatturato totale 1.686 milioni di euro con 14.200 addetti nell'intero distretto, inclusa la provincia di Padova con 350 ditte e quasi 6.000 addetti).
Il ricorso alle nuove tecnologie risulta abbastanza basso: ha detto di utilizzare posta elettronica, sito web e commercio elettronico. Sappiamo dalla Ricerca COSES-TEDIS "Opportunitą economiche e tecnologie di rete in provincia di Venezia", Rapporto COSES n. 72/2002 che soprattutto l'ultimo strumento (l'e-commerce) non è ancora pienamente apprezzato e considerato come "idoneo" da molte delle imprese veneziane. Secondo CCIAA vi sono anche remore di tipo socio-demografico (istruzione, età) alla comprensione e valorizzazione imprenditoriale delle innovazioni.
Quando si analizzano gli investimenti, infatti, si nota la loro concentrazione sui macchinari, sulla sostituzione degli impianti, sul miglioramento del prodotto esistente: R&S assorbono poche risorse (2%) e così innovazioni di processo e nuovi prodotti. Ma ancor più rilevante appare la debolezza nella intermediazione, soprattutto nel rapporto con buyer organizzati (come nel caso del mercato tedesco) dove la competizione internazionale consiglierebbe proprio l'adozione di tecnologie di rete.
Un altro elemento di debolezza emerge (data la forte presenza nel campione di accessoristi) nel sistema delle forniture e subforniture, soprattutto in presenza di fornitore dominante, nel caso di ridefinizione delle filiere con ricorso (crescente) a lavorazioni delocalizzate (Est-Europa) o per le imprese che operano in conto-lavorazione (cosiddetti imprenditori dipendenti). È proprio il distretto, nelle sue relazioni sinergiche e strategiche a vivere innovazioni e modifiche, piuttosto che singole imprese con i propri indicatori di performance. Questi, infatti, permangono buoni: secondo ACRIB il fatturato complessivo cresce nel 2001 rispetto al 2000 del 7%; i ricavi secondo l'indagine CCIAA sono cresciuti di un ottimo 15,3%: gli accessoristi del 7,3% e i calzaturifici del 23,9%.
Secondo ACRIB il distretto esporta il 90% del prodotto; secondo l'indagine CCIAA il 30% degli intervistato esporta mentre il 60% si concentra nel Veneto: il peso degli accessoristi diventa decisivo nel produrre dati così diversi.
Le grandi firme, non solo italiane, che si rivolgono ai calzaturifici del Brenta garantiscono oltre che gli ordini anche una stabilità territoriale delle produzioni: delocalizzare significherebbe mettere a rischio la qualità del prodotto; viceversa per quanti forniscono il mercato tedesco di medio livello (soggetto, per altro ad una restrizione dei consumi) sono molto più esposti al rischio di competizione e di nuovi territori produttivi, soprattutto come dicevamo per elementi di debolezza nel rapporto don la distribuzione. Tutto bene, dunque, ma attenzione al nuovo che avanza.

(Scheda a cura di Isabella Scaramuzzi, febbraio 2003)

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