Dal 2001 il COSES ha aperto un nuovo fronte della ricerca turistica: l'analisi dell'hôtellerie a partire dai suoi conti economici e più in generale dalle sue "documentazioni contabili".
La prima sperimentazione di questo approccio, abbastanza insolito a livello di microarea (l'Istat per esempio indaga ed elabora i dati sui conti economici alberghieri a scala nazionale, tra le altre tipologie d'azienda) ha riguardato il distretto balneare su incarico della Provincia. L'obiettivo era quello di valutare, attraverso la costruzione di un modello simulativo, le convenienze e le condizioni di convenienza per la PMI ricettiva dell'allungamento di stagione, della doppia stagione e dell'apertura annuale.
Di questo studio è stata svolta, nel 2001, una prima fase: la costruzione, sulla base di dati raccolti sul campo, di una azienda virtuale tipo, rappresentativa della realtà di distretto, e di un modello che su questa azienda permetta di simulare gli effetti, al cambiare delle variabili strategiche: costo del lavoro, tariffe articolate per periodo, segmenti di clientela ospitata, oneri di apertura e chiusura, ecc.
Azienda virtuale e modello simulativo sono stati costruiti per il COSES da Gulliver Sas con la supervisione scientifica di Chiara Mio (Doc. n. 384/01). I risultati sono ovviamente riservati al committente fino al completamento dell'intero studio (simulazioni e valutazioni). Essi riguardano, sostanzialmente:
la costruzione di una azienda hotelliera virtuale che rappresenti "tipicamente" il distretto costiero veneziano, permettendo di quantificare, in termini economici, le conseguenze gestionali connesse all'allungamento dei tempi di apertura dell'impresa ricettiva;
il modello di analisi del bilancio di azienda tipo, con alcune ipotesi inerenti variabili chiave nell'allungamento di stagione: il periodo di apertura, il numero di presenze fuori stagione, il tasso di occupazione/saturazione, il pricing, i costi variabili, l'impiego del lavoro, la promozione differenziale, e così via.
Nel 2002 su commessa dell'AVA (Associazione Veneziana Albergatori) il COSES ha avviato uno studio per valutare gli effetti della produzione alberghiera sull'economia urbana. Anche in questo caso si è partiti dall'analisi dei conti economici delle aziende hotelliere, integrati, da altri documenti della contabilità d'impresa, in particolare le relazioni con i fornitori e i destinatari delle spese.
L'indagine è in corso nella prima fase: stiamo verificando presso un sottoinsieme di hotel del Centro Storico, Lido e Terraferma veneziana metodi di raccolta e soprattutto elaborazione unificata delle informazioni. L'intento, diverso da quello dell'indagine di distretto balneare, è valutare oggettivamente quale sia la "regione economico-geografica" che beneficia della produzione alberghiera veneziana (fin dove arrivano gli acquisti per offrire al turista ospitalità, a chi offre lavoro e reddito l'industria hotelliera, ecc.). In particolare AVA vorrebbe poter dire, non solo in quantità, ma nella qualità degli investimenti e delle spese, quanta parte il turismo alberghiero abbia o possa avere (a seconda delle tipologie di albergo, di gestione, di servizio offerto al cliente), nel mantenere viva e articolata l'economia locale (comunale, metropolitana, provinciale), in termini di: occupazione e reddito, gamma delle produzioni e dei servizi, capacità delle pubbliche utilities e rete dei servizi rari (quali consulenze e finanza), manutenzione del patrimonio immobiliare storico.
Poiché le polemiche sul turismo mordi e fuggi, su quello sommerso, e in generale sulla sostituzione di popolazione temporanea a quella autoctona o stabile, sono incessanti è chiaro che i risultati di questa valutazione documentata sono utili, sia ad AVA che alla città. Di turisti ne abbiamo piene le tasche, recitava provocatoriamente un "manifesto-informazione" di AVA (stampa locale primavera 2002): lo studio dovrebbe aiutare a dire le tasche di chi (in senso positivo), dove e quanto.
Come si legge nel Rapporto COSES 22/1998 "[…] occorre notare che i servizi alberghieri a differenza della maggior parte dell'offerta turistica, riescono a mobilitare sia sul fronte della domanda che su quello dell'offerta un indotto ramificato su numerose altre attività non prettamente turistiche (alimentare, servizi di manutenzione e riparazione di vario tipo, edilizia, trasporti, lavanderie, arredamenti, ecc.). Ciò comporta due fatti importanti: da un lato il comparto alberghiero veneziano" (il Rapporto 22 analizzava esclusivamente la Città Antica di Venezia o Centro Storico, ndr) "è pesantemente sottoposto all'insieme di rigidità strutturali e di maggiori oneri che incidono su qualunque altra attività produttiva veneziana; dall'altro questo settore può rappresentare una sorta di scambiatore tra la domanda turistica e l'offerta residenziale, una specie di interfaccia in grado di alimentare servizi tipicamente rivolti ai residenti con una domanda operata da non residenti. In sostanza se intelligentemente amministrato questo settore può contribuire a mantenere una domanda interna ad un livello tale da giustificare la localizzazione veneziana di attività che, se fossero indirizzate esclusivamente ai residenti, non avrebbero giustificazione economica a meno di ridurre fortemente il numero di operatori." (COSES 1998 Rapporto 22, pag. 35).