Fondaco Acque

2. Manifatture sull'acqua

 

Addetti nelle unità locali del Centro Storico di Venezia ed isole della laguna (1991 e variazione con 1981)

Centro StoricoIsole della laguna
Addetti% su tot. C.S.% su tot. attivitàVar.% 1981/91Addetti per u.l.Addetti% su tot. isole % su tot. attivitàVar.% 1981/91Addetti per u.l.
Agricoltura, caccia e silvicoltura-----1 0,0 1,2 - 1,0
Pesca, piscicoltura e servizi connessi22 0,07,115,85,5 260 3,2 83,3 -14,8 43,3
Estrazione di minerali00,00,00,0-0 0,0 0,0 0,0 -
Attività manifatturiere 3.175 6,1 10,9 -51,1 4,0 2.506 30,7 8,6 -13,7 7,8
Prod.distr. energia elettrica,gas,acqua 1.894 3,6 48,0 -11,2 145,7 14 0,2 0,4 -50,0 2,8
Costruzioni 2.622 5,0 45,5 5,9 8,4 283 3,5 4,9 -22,9 6,3
Commercio ingrosso e dettaglio 6.364 12,2 31,2 -10,92,6 1.302 16,0 6,4 -15,3 2,7
Alberghi e ristoranti 6.172 11,9 57,0 18,4 7,5 1.068 13,1 9,9 9,3 5,6
Trasporti, magazzinaggio e comunic. 9.750 18,7 48,4 -35,9 36,2 221 2,7 1,1 17,6 8,8
Intermed. monetaria e finanziaria 2.210 4,2 50,2 -52,7 18,0 59 0,7 1,3 11,3 5,4
Att.immob.,noleggio,informatica,ricerca 2.963 5,7 28,0 17,7 3,8 158 1,9 1,5182,1 3,0
PP.AA. - Istruz. - Sanità - Serv.pubblici 16.876 32,4 50,5 -15,4 16,32.284 28,0 6,8 -7,7 10,2
Totale 52.048 100,0 37,4 -21,1 7,9 8.156 100,0 5,9 -8,3 6,0
Fonte: Censimenti dell'industria e dei servizi 1981 e 1991 - Elabora: COSES, 1998

In questo Capitolo viene delineato, con brevi tratti, il quadro delle produzioni manifatturiere che si svolgono in Laguna, così come si presentava alla metà degli anni Novanta (i dati sono del 1991-1994 e le indagini sul campo del 1996).
Nella tabella si evidenzia il ruolo di tale settore per il centro storico di Venezia e per le isole della laguna. Valutandone il peso percentuale sulle rispettive parti territoriali, si può rilevare una consistente caratterizzazione, in termini di addetti, del settore manifatturiero in ambito insulare, ben maggiore di quello della città antica. La variazione relativa al numero di addetti impiegati in tali attività, tra 1981 e 1991, è comunque negativa sebbene più pesante per il centro storico di Venezia. I dati del Censimento 2001, non ancora definitivi e disponibili, sono per il momento aggregati a scala di comune e pertanto non utilizzabili in questa analisi.
Nella parte di territorio insulare la componente vetraria muranese, che occupava circa 1.900 addetti al 1991, fa indubbiamente la parte del leone: a questo tema è dedicato il seguente navilio.

L'isola di vetro

navilio attraccato

A parte il distretto vetrario, esistono in Laguna alcune specializzazioni storiche del comparto manifatturiero.
La ricostruzione del quadro generale effettuata sulla base delle fonti disponibili (oltre al censimento Istat 1991 anche la Fonte Cerved per l'anno 1994), evidenzia il peso delle attività significative e le eventuali specializzazioni presenti nelle diverse realtà lagunari. Oltre all'analisi dei dati si fa qui riferimento ai colloqui con alcuni interlocutori privilegiati, al fine di approfondire la conoscenza dei settori e di affrontare questioni di merito in ordine alla in(compatibilità) delle diverse attività, alle loro condizioni per la permanenza in ambito lagunare, alle eventuali prospettive e soluzioni per un loro mantenimento e sviluppo in loco (questa parte di analisi qualitativa era destinata, sostanzialmente, alla redazione dei piani del Comune di Venezia per l'isola di Murano, variante al PRGC del 1996, e al Piano per la Laguna (1999).

Le elaborazioni sui dati evidenziano principalmente:

Il produrre in laguna di Venezia, per gli aspetti ed i settori di nostro interesse, si limita quindi a queste attività specifiche. Alcune di esse sono maggiormente aperte ai mercati mondiali, altre producono beni e servizi che vengono venduti e consumati all'interno dell'ambito lagunare.

Laguna di merletti?

Aldilà della consistenza aziendale specifica di tale settore (il dato è difficilmente individuabile attraverso l'utilizzo delle normali fonti statistiche in quanto molto specifico ed esiguo), il confronto con i rappresentanti locali dell'artigianato ha fornito indicazioni qualitative tali da poter considerare l'attività del merletto (dal punto di vista della produzione originale rispetto al mercato globale) di scarsa significatività in laguna.
Attualmente risulta che la sua reale operatività sia assolutamente al di sotto della dimensione di "bottega" artigianale.
Il motivo di tale "impoverimento" della base produttiva viene individuato principalmente nella natura stessa del prodotto. Il suo carattere tradizionale e la specifica lavorazione artigianale (fatta a mano), risultano tali da rendere costi di produzione non competitivi sul mercato. Il merletto diviene così assimilabile più ad un'opera d'arte che ad un prodotto artigianale. La sua produzione industriale viene svolta altrove, e commercializzata in loco ed altrove. Lo stesso consumatore non è in grado di apprezzarne adeguatamente la differenza. Di fatto il merletto fatto a mano diviene un prodotto per intenditori, dedicato quindi ad una domanda estremamente selezionata.
Questa dinamica spiazza la lavorazione tradizionale rispetto al mercato, con il risultato di una presenza produttiva tradizionale in ambito lagunare limitata a singole persone che ancora svolgono l'attività, non in modo imprenditoriale e probabilmente con scarsa significatività rispetto alla portata economica in senso stretto.

Laguna di legno?

La vocazione artigianale del legno in ambito lagunare risulta finalizzata alla realizzazione di imbarcazioni o per arredamento, il restauro di mobili. Qualche sinergia il settore la svolge nei confronti del vetro (stampi). Attività che nel complesso non costituiscono una larga base occupazionale e di reddito, ma che contribuiscono certamente a diversificare la realtà economica lagunare.
Di tali attività, la maggior parte è localizzata nel centro storico di Venezia. Viceversa, nelle isole minori si trovano soprattutto le attività collegate alla cantieristica ed alle attività vetrarie. Si tratta comunque di quantità, sia in termini di addetti che di u.l., di scarsa rilevanza rispetto al territorio comunale.
Dalla verifica effettuata presso le rappresentanze artigianali è stato possibile rilevare una situazione di stasi del settore, ovviamente prevalentemente dedicato ad una domanda interna all'ambito lagunare, con alcune situazioni critiche a rischio di cessazione attività nel centro storico per mancanza di spazi, sfratti, ecc.
Ancora una volta il deterrente maggiore al mantenimento delle attività manifatturiere in ambito lagunare è la difficile convivenza fisica. Il tessuto urbano rigetta tali funzioni in quanto fastidiose, poco redditizie, scarsamente valutate nella loro utilità al tessuto stesso. Le attività stesse stentano, in tale contesto a divenire realmente competitive ed assumono anch'esse la caratterizzazione di attività a cui si rivolge una utenza selezionata e limitata.

Laguna di problemi?

Le caratteristiche delle produzioni manifatturiere e la specifica localizzazione insulare sono tali da comportare un divario dei costi ed un conseguente effetto strutturale di spiazzamento delle aziende lagunari rispetto alla terraferma.
In primo luogo si tratta di oneri (tempi-costi) sostenuti per superare i problemi logistici connessi con la conformazione fisico-naturale, la fragilità strutturale della città e la sua articolazione urbana.

L'insularità veneziana comporta infatti:

La particolarità del sistema dei trasporti implica inevitabili rotture di carico (gomma-acqua-terra, rotaia-acqua-terra, e viceversa) e un difficile uso di mezzi efficienti per la movimentazione dei carichi.

 
Gli impianti, la gestione e il mercato immobiliare

Un secondo gruppo di fattori che contribuiscono ad elevare i costi di produzione per le aziende che operano a Venezia e nella sua laguna è connesso all'esigenza di conservare e mantenere "attivo" un patrimonio ambientale, artistico, monumentale, storico-culturale di particolare rilevanza e valore, costituito dalla città nel suo insieme.
Si richiede, infatti, a tutte le attività che si insediano a Venezia, l'uso di particolari accorgimenti. L'impianto ed il mantenimento di una attività produttiva in tale contesto urbano ed edilizio impone, ad esempio, l'impiego di materiali e tecnologie compatibili ed il rispetto di prescrizioni e vincoli maggiori e più onerosi che altrove.
Tutto ciò si traduce in un innalzamento dei costi di impianto, avviamento e di quelli di funzionamento e gestione delle aziende.
Spesso l'impossibilità di edificare ex-novo nei centri storici lagunari e nelle isole, che riguarda anche le attività produttive, obbliga all'uso e/o al riadattamento di contenitori destinati storicamente ad altre funzioni, che solo con grandi difficoltà (e conseguenti oneri economici) possono essere resi idonei alle moderne produzioni, sia materiali che terziarie.
Essendovi la necessità di operare in contenitori e spazi dati, sottoposti a numerosi vincoli, in molti casi non sono inoltre possibili scelte dimensionali a scale ottimali ed anche questo aspetto si traduce in un aggravio dei costi.
La particolare rigidità dell'offerta degli immobili da destinare ad attività produttive, data l'impossibilità di incrementarla significativamente attraverso nuove edificazioni e dati i vincoli di destinazione d'uso, crea una forte tensione sul mercato, con un conseguente innalzamento dei prezzi per l'acquisizione (acquisto e/o affitto) dei limitati spazi disponibili.

 
La questione ambientale

Un terzo ordine di fattori che influenza notevolmente i costi di produzione, è legato alla situazione ambientale in cui si collocano le attività produttive: la città d'acqua sull'acqua (salata) costituisce un ambiente difficile per l'edificazione. Un ambiente che richiede l'impiego di particolari materiali, di specifiche tecniche costruttive (tradizionali e moderne) e necessita di continua manutenzione degli immobili in tutte le loro parti. Attività tutte che comportano elevati costi.
La particolare intensità dei fenomeni fisici ai quali la città è stata da sempre sottoposta, con una accentuazione in questo secolo (eustatismo, innalzamento del livello medio del mare, degrado ambientale, ecc.), hanno avuto come conseguenza l'accentuarsi delle frequenze di maree eccezionali (alte e basse).

Da questa situazione deriva:

Nella categoria di costi ambientali vanno compresi anche una buona parte degli oneri sostenuti dalle aziende al fine di rispettare i limiti, molto più rigidi che altrove:

 
Costi aggiuntivi per il personale

Spesso le aziende sono costrette a riconoscere ai loro dipendenti il particolare disagio localizzativo e quindi a compensare il personale con l'assunzione diretta dei costi di trasporto e mensa. In generale, poi, devono sopportare i ritardi o le assenze del personale dovute all'impossibilità di raggiungere i luoghi di lavoro a causa di particolari situazioni climatiche (nebbia), escursione delle maree, alte maree eccezionali, accentuate dalle caratteristiche della rete di accesso e di trasporto quasi esclusivamente pubblica e collettiva.

 
La concorrenza

Per quanto attiene alla concorrenza, va sottolineato che la specifica situazione veneziana, per la modesta dimensione delle aziende ivi operanti e per la loro specificità, che le colloca spesso in segmenti di mercato del tutto particolari ed originali, non sembra presentare conflittualità rispetto al quadro generale in cui si collocano, soprattutto se confrontate con contesti territoriali più vasti: regionali, nazionali, comunitari.
La maggior parte delle aziende veneziane, sono classificabili come attività di servizio alla popolazione locale e alle altre attività ivi insediate (servizi, pubblici e privati, alla popolazione e alle imprese).
Qualora si tratti invece di attività "di base", destinate cioè all'esportazione o comunque anche ad un mercato esterno, si tratta, da un lato, di attività connesse con la funzione turistica, che solo qui si giustificano per il particolare bene offerto (la città), dall'altro di attività produttive originate e collegate con la particolare storia veneziana (il vetro, la costruzione, le riparazioni e di imbarcazioni tipiche, l'edilizia, le tecnologie marine e le attività connesse con le funzioni di difesa, salvaguardia della città e della laguna).
Per la gran parte di queste, collocate e presenti in un contesto speciale (la laguna), si può ritenere che quanto viene effettivamente esportato risulti poco significativo. La loro quota "destinata all'esterno" risulta connessa tecnicamente e funzionalmente alla produzione destinata al contesto locale. Essa consente l'equilibrio economico delle aziende che altrimenti non potrebbero sopravvivere sul mercato con la sola domanda espressa in loco.
La ragione del permanere a Venezia, e nella sua laguna, di tali attività è legata alle loro origini e al loro legame con le questioni connesse con il mantenimento, la salvaguardia, il ripristino, la valorizzazione dell'ambiente lagunare.
Sulla questione delle specificità lagunari, relativamente alle aziende e alle produzioni, si rimanda il lettore anche al caso del confronto Bruxelles-Venezia, sulla questione degli sgravi fiscali contestati dalla Unione Europea, in quanto "alterazione della concorrenza". Il rapporto COSES 22/1998 Procedura di infrazione sugli sgravi per le aziende veneziane. Relazione Tecnica di Supporto alle Decisioni, commissionato dal Comune, raccoglie dati e valutazioni sui temi qui brevemente toccati.
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