Le aree dismesse vengono riprogettate e sottratte al degrado ambientale per divenire parti integranti e riequilibranti della struttura urbana nel suo continuo mutare.
Come rileva il progetto MONITOR, a seguito di processi di recupero urbanistico le aree dismesse della provincia nel 2006 si sono ridotte a 31 ettari, solo lo 0,7% delle aree totali (erano 198 ettari nel 2002, il 5%).
Grazie all'attuazione di interventi di risanamento ambientale e di ristrutturazione urbanistica sono "recuperate" importanti aree dismesse o parzialmente dismesse. Sono state riutilizzate per attività produttive e di servizio un'area di 87,2 ettari a Portogruaro e un'area di 45,9 ettari a Fossalta di Portogruaro (ex spazi raffineria Agip). A Ceggia un'area produttiva di 113,6 ettari è oggi utilizzata dall'artigianato e dalla piccola industria, anche se 19,3 ettari dell'area ex Eridania sono tuttora dismessi.
Nel capoluogo, Porto Marghera, sede storica della grande industria di base, nell'ultimo decennio ha dato prova di grande dinamicità ed è stata caratterizzata da rilevanti trasformazioni (177,5 ettari di superficie convertita nel 2003). La terziarizzazione dell'area è ben espressa dagli interventi legati al Parco Scientifico Tecnologico e a quelli realizzati nell'area a nord di via F.lli Bandiera-via Elettricità (area ex Vidal ed altre). Dopo la bonifica, la maggior parte delle aree dismesse sono state interessate da progetti legati all'espansione della portualità commerciale.
Oltre a recuperare è importante non disperdere il patrimonio storico della zona industriale di Porto Marghera. L'intenzione da parte della Provincia di dar vita ad un ecomuseo virtuale nasce dal tentativo di preservare e rendere accessibile il passato attraverso la visita all'area produttiva parzialmente dismessa, l'esposizione di oggetti documentali, la presentazione di storie e testimonianze degli ex lavoratori.