D'acqua - Che l'acqua sia il carattere genetico e distintivo della metropoli provinciale veneziana, è evidente e conclamato. Da sempre il COSES indaga sugli aspetti anfibi del territorio provinciale:
  • il sistema portuale di Venezia e Chioggia;
  • l'attività crocieristica veneziana;
  • il traffico acqueo in Laguna e nei canali della Città Antica;
  • la nautica da diporto;
  • la filiera cantieristica;
  • le porte d'acqua come accesso al territorio anfibio;
  • la Laguna, come cerniera tra Veneto e Adriatico e occasione di turismo.
Nei nostri studi, il Porto di Venezia per un quarto di secolo (dal 1972 al 2000) è sempre stato visto come uno dei pilastri dell'economia e della società cittadina.
Il Porto commerciale, per conto suo, è grande per Venezia ma sempre più piccolo a scala mondiale dove non può competere con i colossi portuali europei e le opportunità riaperte dal far east chiedono almeno un sistema alto adriatico (Venezia, Trieste, Koper), più detto che fatto. Sembra anche che la logistica abbia bisogno di spazi e di operatori e che la posizione strategica del nostro Porto, connesso alle autostrade del mare e anche ai corridoi multimodali, debba abbinarsi a nuove aree retroportuali. Ottima occasione, che rende punto di forza la debolezza della zona industriale e dell'isola chimica specialmente, che vedono contrarsi le proprie attività mature o obsolete.
È questo del Porto -con funzioni (anche crocieristiche) addensate in Laguna e considerate poco compatibili con l'ambiente- una delle figure giganti che il capoluogo può giocare in chiave metropolitana e regionale e che il COSES tiene costantemente sotto osservazione.